venerdì 12 novembre 2021

Eternals

di Chloè Zhao.

con: Gemma Chan, Richard Madden, Angelina Jolie, Salma Hayek, Kit Harrington, Lia McHugh, Kumail Nanjiani, Barry Keoghan, Brian Tyree Henry, Lauren Ridloff, Don Lee, Bill Skarsgaard.

Fantastico

Usa, Inghilterra 2021













---CONTIENE SPOILER---

Alla fine della fiera, Kevin Feige dovrebbe davvero erigere una statua d'oro e avorio a Jack Kirby. Lui, "The King" (ma sarebbe meglio definirlo "The God"), l'uomo che ha praticamente creato la Marvel Comics dando vita a praticamente tutti i Vendicatori: Iron Man, Thor, Hulk, Capitan America, ossia quei personaggi che hanno permesso, trasposti su schermo, la nascita del MCU, il fenomeno cinematografico (e non solo) più grande di sempre (almeno per quel che riguarda i numeri), che ha trasformato i Marvel Studios da piccola casa di produzione a juggernaut macina-miliardi implacabile.


E proprio dalla fantasia sfrenata del Re arrivano anche gli Eterni, una delle sue creazioni più riuscite. E' il 1974, dopo una breve parentesi alla DC dove ha creato quel Quarto Mondo di Darkseid e company che costituisce l'ossatura dell'universo narrativo relativo, Kirby torna dall'amico Stan Lee per creare qualcosa di nuovo, mai visto prima, ossia dei supereroi che incarnassero i miti dell'umanità. Trovata in realtà non nuova, vista la statura archetipica di personaggi quali Flash e Superman, ma che Kirby concepisce in modo del tutto inedito: non solo gli eroi sono personaggi mitologici, ma anche l'origine dell'universo e delle divinità viene riconcepito. Gli Eterni, eroi immortali che hanno vegliato sull'umanità sin dall'origine dei tempi, rappresentano il meglio dell'umanità stessa, figure angeliche e messianiche, inviati dagli Dei, i Celestiali, che ora tornano sulla Terra per giudicarne gli abitanti. Contro di loro, i Devianti, razza di mostri antropomorfi che invece incarna il peggio dell'umanità, talmente imperfetti da essere rappresentati come demoni deformi, incapaci persino di governare efficacemente nel loro stesso regno sotterraneo.


Per portare sullo schermo gli Eterni si è dovuto attendere la Fase 4 del MCU ma non è stata proprio una trovata geniale; già nei fumetti, la cosmogonia kirbyana cozzava con l'esistenza di altri personaggi, primo fra tutti Mefisto, ossia il diavolo dei Tre Libri, tanto che già in epoca risalente il futuro editor della Marvel Ralph Macchio (nessuna parentela con l'interprete di "Karate Kid") aveva criticato la scelta di unire il pantheon divino con quello supereroistico. L'inserimento degli Eterni nel MCU comporta diversi buchi logici, che sono comunque solo uno dei molti difetti del film di Chloè Zhao.



Perché gli Eterni non sono intervenuti contro Thanos? Perché loro non possono interferire negli affari degli esseri umani... peccato che quella del Titano Folle fosse una minaccia di portata universale (e chi ha letto i fumetti conosce anche la stretta correlazione tra i personaggi, che rende il tutto ancora più ridicolo).
Al di là di questo strafalcione, la Zhao eredita uno script fallace, che riesce a rappezzare malamente. Gli Eterni sono i guardiani degli uomini, servi del celestiale supremo Arishem, incaricati di proteggere l'umanità dal pericolo dei Devianti, ora semplici mostri famelici. Ma quando la verità su Arishem e la loro missione viene rivelata, la storia vorrebbe avere echi biblici, trasformandosi in una specie di parabola di Abramo e Isacco di portata mondiale, ma fallisce miseramente nella caratterizzazione dei personaggi.


Il dilemma morale, ossia sacrificare 7 miliardi di vite per garantire la nascita di infiniti altri mondi, viene cucito addosso ai personaggi di Sersi e Ikaris, ma viene subito risolto per il meglio: Sersi, la protettrice degli uomini, è nel giusto, Ikaris è nel torto e se una forma di profondità nel personaggio potrebbe anche essere ricercata, l'interpretazione piatta di un inespressivo Richard Madden di certo non aiuta a trovarla. Quello che in teoria dovrebbe essere un conflitto scottante viene subito risolto nella più classica delle contrapposizioni tra bene supremo e male supremo, con buona pace della Zhao e degli autori e degli stessi Marvel fanboys, che neanche qui troveranno la tanta auspicata profondità di scrittura del MCU che spesso decantano.


Se il conflitto portante è così trito e semplice, la caratterizzazione dei personaggi azzera ogni forma di possibile empatia. Al di là della superbuona Sersi e del classico buon padre di famiglia Phastos, Sprite, in teoria ragazza sofferente, finisce per ricadere nello stereotipo della innamorata folle, Ajak decide di salvare l'umanità perché diversa dalle altre milioni di razze che invece ha spazzato via... in cosa non è dato sapere; Kingo ad un certo punto esce di scena forse perché si annoiava, mentre Tena è protagonista dello scambio di battute più cretino del film: in merito al suo scontro con il deviante Kro le viene detto che la vendetta per la morte dell'amato Gilgamesh non la aiuterà a superare il dolore, ma lei risponde che la morte del rivale invece forse l'aiuterà... in che modo? Vendetta e morte non sono la stessa cosa? E come? E lo stesso Kro viene appiattito, trasformato in un semplice mostro senziente in cerca anche lui di vendetta per la sua razza, tutto già fatto e già visto.
Va dato però un merito alla Zhao nella scelta del cast multietnico, qui non forzata data la natura di essere creati a immagine e somiglianza dell'intera umanità e del fatto che le loro figure sono presenti nelle mitologie di tutti i popoli. Peccato però che poi decida che l'indiano Kingo debba diventare una superstar di Bollywood, spostando l'asticella dal fair play alla presa in giro.


Sempre riguardo ai personaggi, la Zhao ha ammesso candidamente di essersi ispirata alla Justice League di casa DC, arrivando persino ad elogiare il Superman di Zack Snyder; l'influenza è però così forte da trasformare il pantheon di eroi in vere e proprie copie delle loro fonti di ispirazione: tralasciando il fatto che Makkari sia una velocista vestita di rosso, dato il fatto che anche per Flash l'ispirazione è data dal dio Mercurio, non si può non vedere in Ikaris un Superman senza mantello o in Thena una Wonder Woman vestita di bianco e sempre il lei e in Phastos delle lanterne verdi mancate, rendendo il tasso di originalità ancora più basso.
Va dato merito all'autrice di aver creato un film diverso sul piano estetico, facendo ricorso a set naturali piuttosto che ai soliti green-screen piatti (tra l'altro con grande sorpresa di Kevin Feige, che forse era davvero convinto che le uniche immagini possibili al cinema fossero quelle fatte in post-produzione), ma la palette di colori usata non rende per niente giustizia allo stile lisergico e psichedelico del fumetto, facendo perdere in parte spettacolarità alle immagini.


Anche al netto dei suoi grossi difetti, come pellicola di intrattenimento, bene o male, questo adattamento funziona: nonostante la storia basilare e i personaggi piatti, riesce ad intrattenere per tutta la sua durata e a risultare diverso e migliore rispetto agli esiti peggiori del MCU. Certo che, vista l'eredità di Kirby e del suo folle universo, un tale risultato è forse davvero  poco.

2 commenti:

  1. Hai visto la serie Tv sugli Inumani?
    Inizialmente anche gli Inumani avrebbero dovuto avere un film.
    Poi abortito e diventato una serie TV.
    Anch'essa abortita

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    1. Ciao, ho preferito evitarla: già dal trailer sembrava irritante, non stupisce che sia stata abortita, ma sono quasi sicuro che prima o poi quei personaggi rispunteranno nel MCU.

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