mercoledì 25 settembre 2013

The Amazing Spider-Man

di Marc Webb

con: Andrew Garfield, Emma Stone, Rhys Ifans, Sally Field, Dennis Leary, Martin Sheen.

Supereroistico

Usa (2012)



















Nonostante l'infima qualità artistica, la trilogia sull'Uomo Ragno diretta da Sam Raimi ha scalato (letteralmente) la classifica dei film più visti di sempre, infrangendo ogni record di incasso possibile ed immaginabile sopratutto con il suo ultimo, orrendo, capitolo; la collaborazione tra Raimi e la Sony per la prosecuzione delle avventure dell'arrampicamuri scarlatto sembrava dovesse durare a lungo, e infatti un quarto capitolo della saga entrò in cantiere già all'indomani dell'uscita di "Spder-Man 3" (2007); tuttavia, dissidi tra il regista e la produzione ne bloccarono lo sviluppo: Raimi voleva infatti girare il nuovo film in 3d nativo, mentre la Sony faceva pressioni per una meno costosa conversione tridimensionale in post-produzione; la rottura tra il regista e la produzione portò la Sony anche la perdita dell'intero cast di attori, che si schierò apertamente con il regista; tuttavia, un quarto film sull'Uomo Ragno era un imperativo: non potendo proseguire le avventure dello Spider-Nerd di Raimi, si opta per un reboot della serie, operazione che poi sarà applicata anche ai franchise di Daredevil e dei Fantastici Quattro, guarda caso anch'essi personaggi Marvel pessimamente portati al cinema; la "resurrezione" del Ragno viene affidata ad un regista proveniente dal cinema indie e con un solo lungometraggio alle spalle, Marc Webb, il quale, nomen omen, raccoglie la pesante eredità di Raimi e ricrea il personaggio da zero; contrariamente ad ogni aspettativa, il suo lavoro può dirsi miracolosamente riuscito.


"The Amazing Spider-Man" è in tutto e per tutto una rinascita del personaggio, che viene riplasmato da capo partendo da una diversa testata a fumetti con protagonista Spider-Man, quell' "Ultimate Spider-Man" che, a partire dal 2000, ri-narrava in chiave moderna le avventure dell'Uomo Ragno già su carta; Peter Parker torna così ad essere un adolescente, a frequentare il liceo, ad invaghirsi di una bella ragazza (questa volta Gwen Stacy) e a coltivare la passione della fotografia; nel rileggere le origini dell'eroe, Webb usa un tono più cupo e drammatico: abbandonate le atmosfere solari e gli inserti da commedia, Peter Parker non è più un semplice nerd in cerca di riscatto, ma un adolescente problematico alle prese che le insidie quotidiane (i bulli) e con il non facile rapporto con gli zii; il menage familiare, per la prima volta, non è idilliaco: vediamo Peter litigare apertamente con le figure genitoriali, e quando queste vengono a mancare, il dolore del ragazzo si fa vivo e pulsante, riuscendo a colpire davvero l'attenzione dello spettatore; merito di un ottimo cast, con un superbo Martin Sheen nei panni dello zio Ben, e sopratutto di Andrew Garfiled, la cui espressività riesce davvero a bucare lo schermo.


Il punto di riferimento nella reinvenzione del personaggio è "Il Cavaliere Oscuro" (2008) di Nolan: Webb copia a piene mani dal lavoro fatto dai fratelli Nolan su Batman; Spider-Man diviene così anch'esso un personaggio complesso, dotato di luci ed ombre; la città in cui si muove sembra uscita da un noir metropolitano, è sporca e buia; lo stile "realista" cede il passo ad un iperealismo fantastico tutto sommato molto verosimile; e talvolta le stesse inquadrature sembrano prese di peso da "Batman Begins" (2005), come nella scena in cui Peter prova il lanciaragnatele sui tetti.


Derivatività a parte, a colpire positivamente è la presenza di una storia compatta: Peter è alla ricerca dei suoi genitori, misteriosamente scomparsi quando era bambino; è questo il punto di partenza che lo porterà ad acquisire i poteri e a scontrarsi con la nemesi di turno, questo volta incarnata dall'animalesco Lizard; e nel ritrarre lo scontro tra eroe e villain, Webb dimostra buone doti di regista d'azione, regalando sequenze action adrenaliniche (lo scontro a scuola) e ben coreografate; il gusto per l'estetica del regista, va detto, talvolta vacilla, come nell'uso della body-cam, davvero fuori luogo; talaltra riesce a confezionare belle sequenze partendo da idee non proprio brillanti, come l'uso degli inserti in prima persona: se sulla carta l'uso del punto del personaggio per le scene di salto poteva far somigliare il film ad un videogame non interattivo, alla luce dei fatti si rivela come un'idea tutto sommato gradevole.


Punto di forza ulteriore è dato dalla buona caratterizzazione dei personaggi: la differenza tra buoni e cattivi è sottile, mai netta; lo stesso Curt Connors più che un villain vero e proprio è una vittima dei suoi stessi esperimenti, ma a differenza del Doc Ock di "Spider-Man 2" (2004) non vi sono pretese drammaturgiche nella sua caratterizzazione, nè la volontà di darne una lettura positiva a tutto tondo; e per fortuna: almeno così si evita l'ennesimo corto-circuito narrativo; anche i personaggi di contorno risultano ben definiti, su tutti fa piacere vedere l'introduzione di una vera caratterizzazione per Flash Thompson, bullo redento e non più macchietta messa lì per movimentare il primo atto, e sopratutto Zia May, ora figura materna a tutto tondo.


Al contempo, questo nuovo Spider-Man rappresenta, purtroppo, l'apice della moda hollywoodiana del film-episodio; ogni sottotrama viene lasciata aperta per i sequel, molti dei personaggi più importanti dell'universo dell'Uomo Ragno vengono lasciati fuori dal film per essere introdotti nei futuri "capitoli" e molti aspetti della storia non vengono approfonditi; Webb, chiamato a svolgere un lavoro di puro mestiere e privato del final cut, si vede così escludere dal montaggio molte scene atte a rivelare la verità sui poter del protagonista ed altre considerate "troppo forti" per un pubblico di adolescenti (su tutte, l'arrivo di Lizard alla scuola); ne esce una pellicola divertente, ma monca, nel quale ci si appassiona ai personaggi e alle singole scene, ma non alla storia in toto, che risulta inevitabilmente sconclusionata.


Derivativo e incompleto, "The Amazing Spider-Man" resta pur sempre il miglior film sull'Uomo Ragno in circolazione; i fans di Raimi si mettano l'anima in pace: un filmino diretto da un mr.nessuno è riuscito lì dove uno dei più promettenti autori americani ha fallito, ossia dare dignità ad un mito del fumetto su pellicola.

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