martedì 21 luglio 2015

Terminator Genisys

 di Alan Taylor.

con: Arnold Schwarzenegger, Emilia Clarke, Jay Courtney, Jason Clarke, Matt Smith, J.K. Simmons, Byung-Hung Lee, Cortney B.Vance.

Azione/Fantascienza

Usa (2015)















"Rilanciare il marchio!" è il grido di guerra della Hollywood di oggi, così impaurita dalle novità da produrre solo film basati su storie e personaggi già collaudati; è successo con l'infausto "Jurassic World", succederà con il reboot "pretty in pink" di "Ghostbusters"e accade ora con "Terminator Genisys", sequel-reboot di cui nessuno sentiva il bisogno, tranne gli executives della Paramaount che, agguantati i diritti della creatura di James Cameron, mettono in cantiere questo nuovo capitolo puntando al ribasso: Schwarzenegger torna a vestire i panni dell'icono T-800 101, ma si limita a fare da spalla, Byung-Hung Lee, ormai avezzo ai ruoli di cattivo silente, dà volto al nuovo T-1000 per poco di 20 minuti, mentre i protagonisti sono incarnati da attori poco conosciuti, come la bella Emilia Clarke di "Game of Thrones" e il caratterista Jason Clarke.
Dopo una campagna pubblicitaria volta a demolire il poco appeal e l'endorsment da parte dello stesso Cameron, "Genisys" arriva nelle sale e si dimostra per quello che è: un innocuo e godibile B-Movie con pochissime pretese e valori produttivi.


Se i precedenti "Terminator 3" (2003) e "Terminator Salvation" (2009) si imponevano prepotentemente come kolossal che tentavano di emulare le gesta del secondo capitolo della serie, fallendo miseramente, "Genisys" è semplicemente il tentativo di svecchiare la saga facendo leva sul sempre affascinante tema dei paradossi temporali, che pur rivestendo un ruolo essenziale nella mitologia, ben poca attenzione ha ricevuto in passato. La sceneggiatura non sempre valorizza la portata del tema e talvolta decide volontariamente di creare dei buchi narrativi per dare uno spunto per i film successivi, già annunciati. L'intero concetto di futuro alternativo e di slittamento della linea temporale viene relegato ai soli dialoghi esplicatori, che paradossalmente vengono messi in bocca al laconico Schwarzenegger; ancora più stupefacente, per lo spettatore più navigato, è ritrovare Matt "Doctor Who" Smith nel ruolo di "creatore di destini", come se il film volesse strizzare l'occhio alla cultura pop moderna.
Ma il punto più riuscito sul versante fantastico resta la rielaborazione del futuro da incubo di Cameron, che svestiti i panni dell'improbabile guerra di sangue e piombo di "Salvation", torna ad essere la battaglia post-apocalittica delle origini, con luci laser e neon che incorniciano la lotta tra uomini e macchine creando un bell'effetto.


Divertente anche la trovata di costruire il primo atto come un remake del primo film, con intere sequenze che ne riproducono le scene inquadratura per inquadratura, ricreando su schermo l'effetto di paradosso temporale alla base della trama. E quando la storia prende il via, pur conoscendo il famoso colpo di scena sulla vera identità di John Connor, non ci si può lamentare dell'esecuzione veloce, quasi frenetica dell'azione, che sopperisce alla mancanza di originalità, scansando la noia; pur al netto della pretenziosa love-story tra Kyle e Sarah e dei pessimi dialoghi,


E se la regia del Taylor di "Thor- The Dark World" (2013) non ha guizzi, si può apprezzare lo sforzo del cast di dare credibilità a personaggi monodimensionali; Schwarzy, Emilia e Jason Clarke sono affiatati e salvano a tratti la visione; mentre totalmente fuori posto è Jay Courtney: lineamenti bovini e fascino da suola bucata, il suo Kyle Reese non convince mai.
Alla fin fine, se si sta al gioco, ci si diverte, per quel poco che vale; anche se l'idea di caratterizzare Skynet come un OS che fagocita un'umanità incapace di staccarsi dallo smartphone meriterebbe davvero di divenire un topos fantascientifico vero e proprio.

2 commenti:

  1. Sono d'accordo con te, non sarà un capolavoro ma si lascia guardare. Sostanzialmente è il primo terminator con una diversa allocazione temporale. Anche se tutta la baracca si regge sulle "vecchie ma non obsolete" spalle di Arnold Schwarzenegger, che con il suo carisma riesce a mettere in ombra le pecche del film (troppe, spero che i prossimi film riescano a metterci una pezza). Jay Courtney è un Kyle Reese veramente pessimo, sai già dal primo sguardo che sarà il cattivo di turno.

    L'idea come dici tu di rendere Skynet un sistema operativo non è male, ma è poco o nulla sfruttata. Un vero peccato.

    Il fatto che ormai Hollywood ormai punti tutto su remake e film young aldut è vero, ma non darei totalmente colpa alle major americane, visto la mole di denaro che questi film di media/bassa qualità riescono a procurare (Quella stronzata di Jurassic World si porta a casa 1.522 miliardi di dollari per dire). Semplicemente hanno capito che un brand forte attirerà sempre pubblico, anche se fosse la peggior porcata di sempre. Io per Ghostbuster tremo, ma so già che sarà un successone (non per la qualità ovviamente).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo è anche squallido notare come sia cambiata la concezione dello young adult da parte di Hollywwod: ora tutto deve essere rigorosamente PG-13, niente sangue, niente riferimenti al sesso, né parolacce.

      30 anni fa la cosa che si avvicinava di più allo YA era "Ghostbusters", che aveva imprecazioni e riferimenti sessuali a gogo

      Elimina