lunedì 21 dicembre 2015

Star Wars- Il Risveglio della Forza

Star Wars- The Force Awekens

di J.J.Abrams.

con: Daisy Ridley, John Boyega, Adam Driver, Harrison Ford, Peter Mayhew, Carrie Fisher, Mark Hamil, Domhnall Gleeson, Oscar Isaac, Andy Serkis, Lupita Nyong'O, Gwendoline Christie, Max Von Sydow, Anthony Daniels, Kenny Barker.

Fantastico/Avventura

Usa 2015











---CONTIENE SPOILERS---


Dieci anni dopo "La Vendetta dei Sith" (2005), il fandom di "Star Wars" non è più lo stesso. Appurata la fallacia di Lucas, subite le delusioni della "nuova trilogia", stanchi delle nuove edizioni dei primi tre film che ogni due o tre anni si affacciano sugli scaffali, i fans sembrano (o sembravano) più smaliziati verso il loro oggetto di culto.
Eppure, quando fu annunciata la lavorazione de "Il Risveglio della Forza" in molti gioirono. Forse per il coinvolgimento di J.J. Abrams, che già riuscì a rilanciare il marchio di "Star Trek" nel 2009. Forse per il semplice fatto che questo nuovo "episodio" avrebbe fatto da seguito a "Il Ritorno dello Jedi" (1983), ossia avrebbe continuato la storyline più amata.





Fatto sta che questo nuovo exploit è il primo film della saga ad essere stato concepito e prodotto per fini unicamente ed esclusivamente commerciali, ossia far conoscere il marchio a quei giovanissimi che non hanno nemmeno potuto conoscere in sala la "nuova trilogia" e far tornare in sala gli amanti di vecchio corso. Tolto di mezzo di demiurgo Lucas, l'intera operazione poggia sulle spalle di Abrams, ma sopratutto degli esecutivi Disney, che non hanno badato a spese e compromessi pur di far contenti i fans: tornano di forza tutti i personaggi più amati interpretati dal cast originale, oltre che Lawrence Kasdan, sceneggiatore di quel "L'Impero Colpisce Ancora" (1980) giustamente osannato.
Il paradosso puro è che questa operazione giostrata a tavolino per piacere a tutti e per forza può dirsi vincente, a discapito della palese derivatività.




Dalla trilogia classica ritornano tutti gli elementi che ne fecero la fortuna. Primo fra tutti quello dei "cattivi", i nazisti spaziali che opprimono i buono, ora definiti "Nuovo Ordine". Questa volta, la crudeltà di questi miliziani non viene celata dietro la sola distruzione di un pianeta, ma sbattuta in faccia fin dalla prima scena, con la fucilazione degli innocenti. Tornano di peso anche le ambientazioni: un pianeta deserto, qui chiamato Jakku al posto del classico Tatooine, uno innevato, ossia la roccaforte del Nuovo Ordine, e persino uno boscoso; tris di ambientazioni nostalgiche, dietro le quali si cela un forte manierismo di scrittura.
Quasi tutti gli elementi che compongono la storia di base sono anch'essi ripresi dai vecchi film. Anche qui la trama prende le mosse da un mcguffin occultato all'interno di un droide che per caso viene raccolto da un'abitante di un pianeta desolato, la quale sogna di fuggire via, ossia la giovane Rey (Daisy Ridley), che seguirà le vie della forza anche grazie ai consigli di una piccola e determinata creatura aliena, Maz Kanata (Lupito Nyong'O), al seguito del cui incontro avrà una visione degli eventi futuri. I cattivi sono nuovamente capeggiati da un genio del male sfregiato, il signore dei Sith Snoke (Andy Serkis), guidati in battaglia da un cavaliere del lato oscuro, Kylo Ren (Adam Driver), nonchè da un irreprensibile ufficiale simil SS, il generale Hux (Domhnal Gleeson). La battaglia finale si combatterà nei pressi di una super-arma imperiale, la stazione Starkiller, nuova e più imponente Morte Nera, della quale i nostri eroi dovranno disattivare gli scudi per permettere ad un asso dell'aviazione, il pilota Poe Dameron (Oscar Isaac), di bombardarne il punto debole.
In sostanza: proprio come avveniva nel precedente film di Abrams "Star Trek: Into Darkness" (2013), che saccheggiava parti de "L'Ira di Khan" (1982), anche qui si ha un sequel-reboot composto con i pezzi più amati dei film più amati dei fans. La sensazione di dejà-vu è forte e la natura strettamente nostalgica-commemorativa diviene quasi ridicola a causa del numero spropositato di citazioni che vengono letteralmente sputate in faccia allo spettatore.
Eppure, "Il Risveglio della Forza" risulta, al di là di tutto, estremamente riuscito sul piano narrativo ed estetico grazie agli sforzi di regista e sceneggiatore.




Kasdan riesce a caratterizzare a dovere il terzetto di protagonisti inediti. Rey, sebbene inizialmente ricalcata sul giovane Luke Skywalker, convince per la sua carica vitale, degna erede della tradizione di eroine della saga, nonchè per i dubbi che affliggono il suo cammino sui passi della Forza, non più una linea dritta come avveniva in "Guerre Stellari" (1977), bensì un sentiero fatto di vera paura e dolore. Il giovane Finn (John Boyega), il cui nome di battesimo e la storia di origini rimandano direttamente alla distopia di "THX1138" (1970), è uno dei personaggi più sfaccettati dell'intera serie: uno stormtrooper che si ribella all'omologazione, ma non diviene subito un eroe, quanto uno scavezzacollo che riesce a trovare il coraggio solo per salvare la sua bella compagna. Il villain Kylo Ren, novello Darth Vader, ha anch'esso dei tratti caratteriali "grigi" che aumentano la profondità della narrazione: un jedi questa volta davvero sedotto dal potere del Lato Oscuro, ma ancora dilaniato dai sentimenti paterni. Un antagonista che, dal terzo atto in poi, viene svestito in parte della sua carica intimidatoria per farsi personaggio completo, via di mezzo tra la vittima e il carnefice.
Persino il ritorno di Han Solo, interpretato da un 73enne Harrison Ford che ancora sprizza carisma da tutti i pori, porta ad una forma di approfondimento del personaggio: un ex eroe tornato a fare il pirata per dimenticare il tradimento del figlio, il quale ama ancora come tale.
E a differenza del passato, non mancano momenti nei quali l'azione rallenta, il ritmo si rilassa per permettere di dare spazio ai personaggi, ai loro sentimenti e alle loro relazioni, piuttosto che all'azione dura e pura, permettendo allo spettatore, neofita o veterano che sia, di avvicinarvisi, evitando di schiacciarli a meri pupazzi in un gioco di luci e suoni.



Il tocco di Abrams trasforma le battaglie in veri e propri spettacoli visivi. Abbandonati i green-screen e la CGI ad oltranza, il cineasta si rifà al Lucas prima maniera, con effetti pratici, location e animatronici. Il mondo di "Star Wars" non è mai stato così vivo e credibile su schermo e le sequenze d'azione, grazie all'uso di set fisici, abbondano di movimenti di macchina che le rendono finalmente cinetiche e rutilanti. E come Kasdan in sede di scrittura, anche  Abrams non ha paura di rallentare il ritmo, di concedersi un avvicinamento ai personaggi e finanche un finale triste, dove gli eroi per una volta non trionfano, ma devono fare i conti con il lutto anche quando raggiungono i loro scopi.




Pur con i suoi difetti, "Il Risveglio della Forza" è un buon esempio di cinema disimpegnato interessante. Un ritorno alle atmosfere e agli elementi che resero celebre la creatura di Lucas riletti in chiave moderna, più attenta al contenuto che non al mera forma.

3 commenti:

  1. Star Wars VII è stato una mezza delusione per me, sembra una sorta di remake dell'episodio IV in versione 2.0. Si sente la mancanza di osare qualcosa fuori dagli schemi classici della saga per non scontentare nessuno. Comunque visivamente e registicamente rimane un film dal grande impatto.

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  2. Purtroppo è questo lo stato delle cose ad Hollywood: dare al pubblico ciò che vuole, nulla di più, nulla di meno, puntare sul sicuro per avere un guadagno assicurato. Una mentalità fetida che difficilmente cambierà a breve.

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    1. Sono d'accordo, ma d'altronde perché cambiare se è la stessa maggioranza del pubblico a chiederti un determinato tipo di film? Hollywood non ha tutti i torti.

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