giovedì 8 dicembre 2016

Always- Per Sempre

Always

di Steven Spielberg.

con: Richard Dreyfuss, Holly Hunter John Goodman, Audrey Hepburn, Brad Johnson, Keith David, Roberts Blossom, Marg Helgenberger.

Fantastico/Commedia/Romantico

Usa 1989














Il "periodo serio" che Spielberg ha attraversato a circa metà degli anni '80 ha prodotto, in fin dei conto, un unico exploit degno di nota, ossia il capolavoro "L'Impero del Sole" (1987); ed è ironico il fatto che, a discapito delle ambizioni personali, sia iniziato e concluso con due dei suoi film peggiori, "Il Colore Viola" (1984) ed ovviamente "Always", omaggio sentito al classico "Joe il Pilota" diretto nel 1943 da Victor Flaming.
La venerazione di Spielberg per il vecchio classico non deve stupire: d'altro canto molto del suo cinema, così come quello di molti suoi coetanei, altro non è se non una rielaborazione in chiave moderna di stilemi e trame della Hollywood classica. "Always" può quindi essere visto come una chiusura del cerchio, dove la rielaborazione si fa completa e totale. Peccato che questo remake non abbia né lo charme, né il romanticismo dell'originale.




Perchè alle prese con una love-story ultraterrena, Spielberg si dimostra goffo e poco ispirato. I momenti intimi e divertenti abbondano, ma non sa come colorarli: troppo smielati nelle battute e nell'atmosfera, eppure davvero poco romantici; non si avverte mai davvero il calore che intercorre tra i personaggi di Pete (Dreyfuss), Dorinda (Holly Hunter) ed il "terzo incomodo" Ted (Brad Johnson), se non che per il tramite dell'alchimia tra i tre interpreti. Immerse in una luce crepuscolare fuori luogo, ammantate in immagini patinate e cariche, le situazioni "rosa" divengono subito stucchevoli, mai emozionanti, addirittura fredde alla lunga, anche a causa di inserti comici fuori luogo. L'unica vera emozione la si ha quando appare in scena l'angelo Audrey Hepburn: a 59 anni e alla sua ultima pellicola, l'immortale icona di stile affascina ancora.





Spielberg si ritrova invece a giocare con i clichè come un bambino. La sua mano si fa più sicura nelle sequenze spettacolari. L'ambientazione gli permette di dar sfogo alla sua viscerale passione per l'aviazione, che qui si concretizza totalmente in immagini aeree grandiose, cornice ideale per una storia sull'immortalità.
Cornice che, però, finisce totalmente sprecata: la noia finisce inevitabilmente per farla da padrone, in uno spettacolo tronfio e poco ispirato.



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