venerdì 30 marzo 2018

Maria Maddalena

Mary Magdalene

di Garth Davis.

con: Rooney Mara, Joaquin Phoenix, Chiewtel Ejiofor, Tahar Rahim, Tchéky Karyo, David Schofield.

Storico/Drammatico

Usa, Inghilterra, Australia 2018
















Un'impresa interessante, quella di "Mara Maddalena", ossia rileggere la figura, storica ancor prima che religiosa, della Maddalena come centrale tra gli Apostoli, sorta di versione progressista ( o volendo "ancora più progressista") del Vangelo, che si rifà agli scritti apocrifi per storia e caratterizzazione.
Interessante, ma al contempo soggetta al rischio più ovvio, ossia quella di appiattire lo scontro tra una visione moderna ed inclusivista con quella più arcaica e patriarcale propria della Chiesa e della religione in generale. Trappola in cui purtroppo il film di Garth Davis finisce per cadere in pieno.


Al centro, ovviamente, c'è la Predicazione, la parola del Cristo che invita ad un rinnovamento spirituale. Un Gesù che ha il volto sofferente e lo sguardo torvo di un perfetto Joaquin Phoenix, un profeta tremendamente umano, quasi come quello de "L'Ultima Tentazione di Cristo", il quale è però cosciente della propria natura divina. Un umile tra gli umili, che sviene quando lo calca lo accerchia ed è terrorizzato dal proprio destino di morte, che comunque accetta in quanto parte di un piano superiore.


La Maddalena diviene così la depositaria della sua parola; donna salvata da una vita di sottomissione alla figura maschile, che trova in un uomo diverso da tutti una vera ragione di vita e si fa portatrice del suo messaggio d'amore, nonchè perfetta incarnazione, in quanto donna, quindi misericordia e madre.
Il conflitto contro l'ottusità ed il patriarcato finisce per essere fatalmente cucito addosso al personaggio di Pietro, il quale, pur caratterizzato come un vero credente, resta pur sempre un rivoluzionario materialista, un uomo che travisa il messaggio di salvezza affermando l'esistenza del Regno di Dio in Terra, non in una dimensione trascendentale. Con la conseguenza di una spaccatura con la Maddalena ed una contrapposizione inconciliabile.



Da qui la presa di posizione più ovvia, che risente fortemente della cultura ultraprogressista e sicuramente protestante degli autori: Pietro è insindacabilmente in errore, la Maddalena ha ragione. Non c'è sospensione del giudizio dinanzi ad una posizione che non si condivide, né la fascinazione verso un dogma alieno rispetto alle proprie credenze. Tanto che quel finale risulta ridicolo, con un proselitismo al femminile che nei fatti non si è mai verificato.



Finiscono così alle ortiche i bei dialoghi e le immagini spettacolari, con le ambientazioni dell'Italia Meridionale, aride eppure affascinanti, a fare da perfetta cornice ai tormenti interiori dei personaggi. E vien da chiedersi che cosa sarebbe potuta essere questa rilettura se fosse stata affidata ad un autore più aperto e sensibile, come ad esempio Abel Ferrara, il cui "Mary" resta uno dei capisaldi del cinema spirituale.

Nessun commento:

Posta un commento