martedì 9 ottobre 2018

Sette Note in Nero

di Lucio Fulci.

con: Jennifer O'Neill, Gabriele Ferzetti, Marc Porel, Gianni Garko, Ida Galli, Jenny Tamburi, Fabrizio Jovine.

Thriller

Italia 1977















---CONTIENE SPOILER---


Sono pochi i film di Fulci ad essere stati ben accolti durante la loro uscita nelle sale, pochissimi se si tiene conto del suo periodo "di genere". Tra questi però rientra "Sette Note in Nero", thriller a tinte sovrannaturali che il maestro diresse nel 1977; nato grazie alla collaborazione con Dardano Sacchetti, che da qui con lui inizierà un fortunato sodalizio, "Sette Note in Nero" fa della decostruzione e dell'anticlimax i suoi imperativi, ritrovando una forma di originalità in un filone all'epoca abusato e che risulta riuscito, benchè lontano dai migliori esiti dello stesso.



Ci sono echi di Poe e del finto rivale Argento nella trama che Fulci e Sacchetti imbastiscono; in particolare quelli di "Profondo Rosso", saccheggiato  per l'incipit: una veggente assiste "a distanza" ad un omicidio consumatosi anni prima, in una remota villetta di campagna, con il cadavere che viene sepolto tra le mura domestiche. Ma Fulci, da buon terrorista dei generi, si allontana chilometri dal modello di riferimento, che sembra invece sbeffeggiare; laddove Argento fa del climax il pezzo forte dei suoi gialli, Fulci decostruisce totalmente il meccanismo dell'indagine; e laddove Argento si diverte ad imbastire una tensione che sfocia nello splatter, Fulci asciuga le morti sino quasi a bandire la violenza, che torna giusta in un paio di inquadrature, tra i quali quella della morte iniziale della madre della protagonista, in realtà un'autocitazione tratta da "Non si sevizia un paperino".




La costruzione di "Sette Note in Nero" è scissa in due parti opposte. Nella prima, Fulci e Sacchetti portano in scena la classica caccia all'uomo del "whudunnit", costruita con tutti i crismi del genere, compreso il red herring di turno; nella seconda, regista e sceneggiatore svelano le carte e sovvertono quanto mostrato in precedenza: le visioni della protagonista non appartengono al passato, bensì al futuro; il meccanismo del thriller viene ribaltato: non contano più il chi ed il perchè, rivelati tramite i meri dialoghi, quanto il modo in cui la protagonista riuscirà ad uscire dalla situazione di pericolo.
La tensione viene così cucita addosso alla singola scena, non più alle apparizioni del killer o all'identità dello stesso, in vero entrambi dettagli alquanto inutili in tutto il film.




Fulci disinnesca di conseguenza ogni tensione relativa al disvelamento dell'identità del colpevole, creando quello che, più che un thriller, è un mystery anomalo. Con due conseguenze essenziali: l'anticlimaticità porta spesso alla mancanza di una vera e propria tensione, che si recupera solo nella seconda parte del film, la più riuscita a conti fatti; il procedural iniziale appare, in secondo luogo, freddo e non regala più di tante emozioni.




"Sette Note in Nero" è, di conseguenza, il film più intellettuale del periodo di genere di Fulci, dove lo svecchiamento della formula classica del "giallo" conduce alla dissertazione totale dei suoi luoghi comuni, con la conseguenza di non riuscire ad intrattenere al pari di altre sue prove; è sicuramente un'opera riuscita, ma che purtroppo non può vantare la tensione morbosa di "Una Lucertola con la Pelle di Donna", nè la vena critica di "Non si sevizia un paperino", tantomeno la ferocia di "Lo Squartatore di New York". E', semmai, un esperimento interessante e riuscito nella forma, prova di come un "genere" possa funzionare anche solamente sul piano strettamente teorico e risultare lo stesso interessante.

2 commenti:

  1. Parlerai anche di Joe d'Amato,Umberto Lenzi,Enzo G.Castellari,Sergio Marino e Luigi Cozzi.

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  2. Per il momento no, anche perchè avrei poco da analizzare e troppo da demolire XD

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