lunedì 2 settembre 2019

Caos Calmo

 di Antonello Grimaldi.

con: Nanni Moretti, Valeria Golino, Isabella Ferrari, Roman Polanski, Alessandro Gassman, Blu Yoshimi, Silvio Orlando, Hippolyute Girardot, Kasia Smitniak.

Drammatico

Italia, Inghilterra 2008
















Una perdita che colpisce all'improvviso, una vita, interiore quanto esteriore, che crolla su sè stessa, alla costante ricerca di un nuovo centro di equilibrio. In queste poche parole è riassumibile "Caos Calmo", la cui costruzione ed incipit riportano alla mente un'altra opera di Moretti, ossia "La Stanza del Figlio"; e se lì l'assenza era data dalla progenie, qui è invece data dal coniuge, personaggio fantasma che non vediamo mai davvero in scena ma la cui perdita sconvolge tutto.
Moretti, ritagliatosi il ruolo di protagonista e co-sceneggiatore, lascia l'onere della regia ad Antonello Grimaldi, ma il risultato è purtroppo castrato da uno sviluppo narrativo troppo chiuso in sé stesso.




Il caos del titolo è, ovviamente, quello emozionale, riprodotto non attraverso la violenta furia interiore, ma tramite l'assenza totale di empatia verso la propria e l'altrui esistenza. Pietro Paladini si distacca da tutti gli aspetti non essenziali della sua vita, dal lavoro, dal rapporto di colleganza, dagli affetti non necessari, che divengono così corpi morti che gli ruotano attorno, senza riuscire mai ad intaccarne lo stoicismo. Unica eccezione è l'affetto della figlia, che diviene l'unico appiglio in un mondo oramai privo di significato.




Se il soggetto è intrigante, lo sviluppo è del tutto piatto. Non c'è una vera catarsi nella vicenda, la risoluzione è sterile e non colpisce davvero. Allo stesso modo, i drammi e gli orrori che circondano il protagonista, sulla carta ai limiti del grottesco, finiscono per essere inconsistenti: dalla moglie del collega con la sindrome di Tourette a Valeria Golino rimasta incinta dell'amante, passando per il solito Silvio Orlando ritratto come sempre nei panni dell'insicuro, ora alle prese con una grossa fusione aziendale e con il contorno di una Kasia Smutniak che fa la bella a spasso, i piccoli-grandi drammi di questi piccoli-grandi personaggi non hanno la minima consistenza, non intaccano l'emozione dello spettatore al pari di come non intaccano quella del protagonista.




Il dramma diviene così una parata di sketch talvolta priva di continuità, dove l'unica enfasi è riservata alla scena di sesso tra Moretti e Isabella Ferrari, in teoria liberatoria e provocante, nella pratica solo semplice pornografia d'autore.
Fortunatamente, Antonello Grimaldi ha un occhio più attento per la costruzione delle scene e usa volentieri crane e dolly per enfatizzare il momento. La piattezza stilistica tipica del cinema di Moretti viene così in parte arginata.



Stile a parte, "Caos Calmo" è l'inconsistenza fatta narrazione, un dramma che vuole essere umano e crudo ma finisce solo per essere insipido e vuoto.

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