lunedì 4 novembre 2019

Doctor Sleep

di Mike Flanagan.

con: Ewan McGregor, Rebecca Ferguson, Kyliegh Curran, Jacob Trembley, Carl Lumbly, Carlel Struycken, Cliff Curtis, Emily Alin Lynd, Bruce Greenwood, Zahn McClarnon.

Horror

Usa 2019















Forse solo Mike Flanagan poteva portare su grande schermo le pagine di "Doctor Sleep", vista la forte influenza che lo "Shining" di Kubrick aveva esercitato sul suo esordio, il bel "Oculus- Il Riflesso del Male". E sin dalle prime immagini, è possibile assistere al rispetto che l'autore ha nei confronti del materiale d'origine, in questo caso non tanto il romanzo di King, quanto proprio il capolavoro di Kubrick, al quale Flanagan si approccia con il dovuto rispetto.
Sfortunatamente però, questo confronto vede questo sequel schiacciato dall'eredità dell'originale; e d'altronde non poteva che essere così, visto il suo valore. Ma il difetto di questo adattamento risiede anche nel materiale d'origine, non proprio tra i migliori esiti della letteratura kinghina.



Un sequel che inizia come continuazione di "Shining": sopravvissuti agli orrori dell'Overlook Hotel, Danny e Wendy cercano di rifarsi una vita in Florida. Ancora perseguitato dagli spiriti maligni, Danny riesce, con l'aiuto del fantasma di Halloran, a concepire un metodo per allontanarli definitivamente. Ma 30 anni dopo, il bambino è divenuto un uomo alla deriva, perso nel'alcool e nella dissolutezza. Finché una forza amica non riesce a farlo tornare alla vita. Ma nel frattempo, una nuova minaccia sembra incombere su di lui e su tutti i portatori della "luccicanza".



Una storia debole, quella alla base dello script, un puro pretesto per far tornare in scena Danny ed espandere il mondo di "Shining" con una mitologia vera e propria, che si riallaccia direttamente a quello del multiverso kinghiano, tirando in ballo anche concetti propri della serie de "La Torre Nera". Un racconto tutto basato sullo scontro tra bene e mali intesi come assoluti, dove i fantasmi e i demoni interiori del protagonista vengono usati unicamente per caratterizzarlo.
Storia che avrebbe funzionato meglio laddove King in primis avesse dato una connotazione più sinistra a quelli che sono dei veri e propri villain da fumetto: la comune di Rose, in teoria un branco di mostri affamati di carne umana, non spaventa, complice la sua caratterizzazione di gruppo di moderni hippie viveur a briglia sciolta. Pessima scelta che fa il paio con quello che è un vero e proprio miscasting: Rebecca Ferguson è davvero troppo bella e troppo avvenente per riuscire a incutere vero timore.




Almeno Flanagan, dal canto suo, riesce a dirigere il tutto con mano ferma: l'atmosfera irreale è resa perfettamente grazie all'uso di colori blandi e delle dissolvenze incrociate, ereditate dal predecessore ma usate lo stesso con gusto.
Quando poi viene chiamato a ricreare le scene più importanti dell'originale, non si tira indietro e decide di riportarle in scena in modo naturalistico, senza l'uso di CGI per ricreare il cast originale, che ritorna tutto, ma incarnato da diversi attori, la cui somiglianza con i predecessori talvolta è notevole. Ma, non si sa per quale motivo, ad un certo punto decide di infilare una citazione che non sta né in cielo nè in terra, facendo retrocedere l'operazione a pura nostalgia.



La parte migliore, Flanagan la risparmia per il finale che, purgato da ogni vera forma nostalgica, riporta agli occhi il glorioso passato della storia, riuscendo a reinventarlo in modo autonomo, ma, purtroppo, senza guizzi di sorta.
Ed è forse questo il vero difetto di "Doctor Sleep": al netto di una storia banalotta, vi è una totale mancanza di vere sorprese e idee vincenti che non siano la riproposizione di situazioni passate. Colpa, più che dell'adattamento in sé, di un soggetto che già su carta risultava debole e raffazzonato.

2 commenti:

  1. Difficile tirare fuori da un libro scarsotto, un capolavoro del cinema. Ancora più difficile doversi confrontare con il film di Kubrick che è un eredita pesante. Mike Flanagan è caldo come una stufa e fa un lavoro anche molto buono a tratti, poi purtroppo la malinconia, la voglia di citazioni a tutti i costi (che affligge il cinema moderno) è una zavorra da cui non si scappa. Rebecca Ferguson ha per le mani un personaggio ingrato, ma lei è talmente bella che la vorrei comunque in tutti i film. Cheers!

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