mercoledì 6 gennaio 2021

Highlander- L'Ultimo Immortale

 
Highlander

di Russell Mulcahy.

con: Christopher Lambert, Sean Connery, Roxanne Hart, Clancy Brown, Beatie Edney, Sheila Gish, James Cosmo, Alan North, Jon Polito.

Fantastico/Avventura/Azione

Inghilterra 1986

















Definizione vuole che un film, per poter essere definito "cult", debba essere stato un flop alla sua uscita in sala per poi essere riscoperto negli anni, come successo a pellicole amatissime quali "Blade Runner" e "La Cosa". Ironia vuole che alcuni tra i cult più amati di sempre ("1997: Fuga da New York", "Mad Max 2", "Dawn of the Dead", "Profondo Rosso", solo per citarne alcuni) siano invece stati anche degli ottimi successi di cassetta, inificiando tale teorema. In una ideale zona grigia svetterebbe "Highlander", tra le pellicole di culto più riverite di sempre, il quale non è stato tecnicamente un flop: grande successo in Europa e Asia, è stato ignorato unicamente in Nordamerica, causa una pessima campagna promozionale portata avanti dalla Cannon, misteriosamente disinteressatasi al film dopo averne acquistato i diritti di distribuzione.
Definizione calzante o meno, quello di "cult" resta comunque un epiteto perfetto per una pellicola strabiliante e che nel corso degli anni non ha perso un grammo della sua freschezza.


Tutto comincia con lo sceneggiatore Gregory Widen il quale, poco più che ragazzo, compie un viaggio nella natia Scozia, dove resta folgorato da un'esposizione di armature: e se ci fosse stato un uomo che, immortale, le abbia indossate tutte?
Da questo seme nasce l'idea di un immortale destinato a duellare con i propri simili finché "non ne resterà solo uno". Lo script viene venduto ai produttori Peter Davis e William Panzer, all'epoca reduci dall'ultimo Peckinpah di "Osterman Weekend", i quali lo fanno rimaneggiare per alleggerirne i toni, considerati sin troppo cupi per un fantasy d'avventura. Al timone del progetto viene messo quel Russell Mulcahy che, purtroppo, non si ripeterà più ai medesimi livelli, ma che all'epoca aveva già diretto quel piccolo gioiello di "Razorback". Per le musiche vengono ingaggiati i Queen, i quali attraversavano l'unico periodo poco prolifico della loro carriera e che, innamoratisi del film, decidono di scrivere ben sette canzoni anzicché le due per le quali erano stati contattati, creando, alla fine, quell' "A Kind of Magic" che ne ripristinerà i fasti. Concludono l'ensamble di talenti, il caratterista Clancy Brown, semplicemente perfetto nei panni del villain, un Christophe Lambert dalla recitazione al solito acerba, ma il cui fascino trasuda da ogni frame e, ovviamente, il mitico Sean Connery, che divora la scena e ritrova la fama in quello che resterà uno dei suoi ruoli più iconici.


Il fascino di "Highlander" è immane. Una storia epica e romantica raccontata con un gusto strepitoso e che rende il tutto ancora più coinvolgente, a partire dalla mitologia. Poco o nulla viene detto sugli Immortali: non si sa chi siano davvero e la misteriosa "ricompensa" per la quale lottano non è che una forma di coscienza collettiva che permette loro di mettere a frutto la conoscenza accumulata nei secoli e sottratta agli avversari sconfitti. L'aura di mistero che li circonda, magistralmente lasciata tale anche quando, nella narrazione, dovrebbe essere rivelata dal personaggio del mentore Ramirez, rende la storia ancora più curiosa e bizzarra, impossibile da non amare.


Laddove le motivazioni della battaglia restano ignote, del tutto perfettamente caratterizzati restano i personaggi principali, a partire dal protagonista Connor MacLeod. In una duplice narrazione, duplice è anche il protagonista: ragazzo che impara la via spada e prova sulla sua pelle lo stigma del diverso nei flashback, uomo saggio e forte nel racconto contemporaneo. MacLeod non è il classico "eroe" che il cinema fantastico spesso offre, non compie un cammino formativo vero e proprio, se non in modo parziale e la sua maturazione resta sottointesa, celata in una storia mai mostrata, come a dire che non è stato un episodio particolare a renderlo maturo, quanto l'esperienza accumulata nei suoi 400 anni di vita.
Allo stesso modo, Ramirez non è il classico mentore della letteratura fantasy. Benché saggio e benché ricopra il ruolo di maestro per MacLeod, ha un senso dell'umorismo spiccato, è sagace, quasi un ragazzo nel corpo di un adulto che ha fatto tesoro della sua esperienza, ma non ha mai abbandonato la gioia del vivere, pur essendo in vita da quasi duemila anni.
Un discorso simile può essere fatto per il Kurgan: imponente e mostruoso, ha una vena d'umorsimo che si manifesta soprattutto in epoca moderna, che lo rende se non pazzo, quanto meno sopra le righe, regalando alcuni dei momenti migliori del film, come la sequenza della chiesa, che culmina nella frase di culto "E' meglio bruciare subito che spegnersi lentamente!", la quale avrà un'influenza tangibile su tutta la cultura grunge sviluppatasi a partire dalla fine degli anni '80.


Ciò che rende del tutto irresistibile il film è la regia di Mulcahy; formatosi nel mondo dei videoclip e vero e proprio pioniere del "genere", usa un ritmo incalzante ed un montaggio ai limiti del sincopato per ogni scena; le sequenze d'azione brillano per la complessità della regia così come per le ottime coreografie, mentre le transizioni temporali e l'uso dei flashback è a dir poco sublime: la cavalcata nei secoli diviene così un flusso di immagini quasi ininterrotto, che rallenta solo per concedere spazio ai personaggi e alla loro interiorità. Magnifico, ovviamente, l'uso delle canzoni dei Queen, con la struggente "Who wants to live forever" a sottolineare la sequenza più commovente e la bella "One year of love" ad incorniciare la riscoperta dell'amore; non da meno è lo score di Michael Kamen, epico e roboante, perfettamente adatto alle sontuose immagini.


Ancora oggi godibile e straordinariamente moderno nella messa in scena, "Highlander" è un film immortale al pari dei suoi personaggi, che sa regalare emozioni ad ogni visione.


EXTRA

Impossibile, purtroppo, non menzionare la (quasi del tutto) pessima eredità del film.

Primi fra tutti, i sequel, tra i più brutti che un cult possa vantare.


Nel 1990 esce "Highlander II- The Quickening", che inizia laddove il primo film si era concluso: MacLeod è onnisciente e con la sua sapienza messa a disposizione della scienza, crea uno scudo per difendere la Terra dalle radiazioni solari, divenute letali a causa della scomparsa dello strato di ozono. In un futuro distopico, l'Highlander ritrova un suo vecchio nemico, il generale Katana, e riscopre le sue origini: gli immortali sono alieni in esilio. Inutile sottolineare l'idiozia dello script, sia nell'annacquare il mito alla base del film che nella costruzione di una storia di vendetta senza né capo, nè coda. Da salvare, quanto meno, la regia di Mulcahy, sempre ottima, il che rende questo primo sequel tra i brutti film meglio diretti di sempre.



Nel 1995 è il turno di "Highlander III", il quale ignora bellamente il prequel per ricollegarsi al primo film. Dal passato di MacLeod giunge un altro mostruoso immortale in cerca di potere. Tutto già fatto e già visto, ma almeno l'idiozia del secondo film è lontana.



Esce nel 2000, "Highlander: Endgame", che ricollega i film alla serie televisiva. Connor e Duncan MacLeod si ritrovano a dover affrontare un gruppo di immortali capitanati da un predicatore pazzo, ex compaesano di Connor. Suona simpatico, ma non lo è: la storia è piatta e ridicola, i personaggi caratterizzati al peggio e la regia semplicemente orrenda. Al confronto, "Highlander II" è un'opera d'arte.


Nel 2005, l'ultima pellicola, in attesa del futuro remake annunciato da almeno una decina d'anni. "Highlander- The Source" vede Duncan MacLeod alle prese con uno strano "cacciatore di immortali", mentre è alla ricerca della fantomatica "fonte", nella speranza di rigenerare un mondo morente. Nelle intenzioni dei produttori di Sci-Fi Channel, doveva essere il pilota di una nuova serie televisiva, trasformato poi in film-tv a causa dello scarso riscontro ottenuto. E a ragione: la storia è stupida, la direzione pessima e su tutto aleggia una coltre di ridicolo insostenibile, vedere per credere.



Ma il destino televisivo di "Highlander" ha anche portato i frutti migliori. Durata dal 1992 al 1998, "Highlander- The Series" segue le avventure di Duncan MacLeod, pronipote di Connor, nella sua strenua lotta contro altri immortali. Datata ma simpatica, è stata la fonte di ispirazione principale per molti serial di avventura-fantasy degli anni '90, "Buffy l'Ammazzavampiri" in primis, come ammesso dallo stesso Joss Wheadon, il quale è stato fortemente ispirato dalla continuity orizzontale degli episodi, per l'epoca cosa inedita.


Nel 1998 arriva lo spin-off "Highlander- The Raven", incentrato sul personaggio di Amanda, immortale ladra e amante occasionale di Duncan. Misto tra action fantasy e poliziesco, non ha ottenuto il successo sperato e si è concluso dopo una sola stagione.



Nel 1994, infine,  arriva "Highlander- The Animated Series", cartone animato che segue le avventure di Quentin MacLeod, discendente di Connor e Duncan che si muove in un futuro post-apocalittico. Pensata per un pubblico di giovanissimi, è durata giusto un paio di stagioni e non presenta motivi di interesse di sorta per un adulto.




Decisamente più riuscita e interessante è la seconda incarnazione animata: "Highlander- The Search for Vengeance" è un film anime ottimamente diretto dal maestro dell'action Yoshiaki Kawajiri, un'avventura veloce e compatta che rappresenta il miglior sequel del cult originale, unica visione realmente consigliata.

2 commenti:

  1. Un cult che amo particolarmente, nonostante di recente abbia notato parecchi difetti che da piccolo non vedevo. Per me comunque resta uno dei miei preferiti

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    1. Anch'io ci sono cresciuto. Molti sono dei piccoli difetti di scrittura, ma è anche normale in un fantasy.

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