mercoledì 25 maggio 2022

Esterno Notte (Prima Parte)

di Marco Bellocchio.

con: Fabrizio Gifuni, Margherita Buy, Toni Servillo, Fausto Russo Alesi, Daniela Marra, Gabriel Montesi, Paolo Pierobon, Gigio Alberti.

Storico/Drammatico

Italia, Francia 2022













Ci voleva un peso massimo come Marco Bellocchio per risollevare le sorti della fiction Rai: era dai tempi di "La Meglio Gioventù" che un prodotto televisivo del servizio pubblico non era così riuscito. Nel frattempo, nel mare magnum di orrore catodico assortito, persino le operazioni più ambiziose ("Sanguepazzo") o anticonvenzionali ("Il Sangue dei Vinti") si sono rivelate come malriuscite, quando non del tutto vomitevoli.
A Bellocchio, invece, il polso non manca, la voglia di raccontare neanche e arriva persino a citare, in modo forse non voluto, il mitologico "Pinocchio" di Comencini, riuscendo a creare un prodotto atipico per gli standard televisivi, scostante, mai riconciliatorio e fermamente cinematografico nella forma, benché la scrittura sia più vicina al medium televisivo.




Nel riportare in scena i giorni del sequestro Moro, Bellocchio crea un'ideale "altra faccia" del capolavoro "Buongiorno, Notte", rievocando e re-immaginando gli eventi dal punto della classe dirigente, di quei volti che osservavano stoicamente le esequie di Moro sulle note di "Shine on you crazy diamond". Ogni episodio segue un personaggio in particolare, le sue reazioni, il modo in cui il dramma ne ha influenzato l'esistenza, sia sul piano materiale che psichico, mentre il mondo si ferma a causa degli eventi.
Il primo è dedicato a Moro, interpretato con piglio strasberghiano da un sorprendente Fabrizio Gifuni. A Bellocchio non interessa tanto il politico, la cui linea conciliatoria con il PCI lo ha portato alla rovina, in un modo o nell'altro, quanto l'uomo, il padre di famiglia, il nonno amorevole, l'essere umano convinto di fare del bene, di perseguire una via di pace contro gli avversari che avrebbe portato alla fine della violenza.
Sullo sfondo, l'Italia brucia, il conflitto extraparlamentare raggiunge l'apice, con i brigatisti ritratti come veri e propri terroristi, idealisti persi in un'idea di rivalsa sociale distruttiva e per questo tanto elitaria quanto il distacco della classe dirigente che tanto vorrebbero sostituire.




Nel secondo episodio seguiamo gli sforzi di Cossiga, all'epoca ministro dell'intero, per trovare i rapitori; ma soprattutto seguiamo il suo disfacimento psico-fisico: la paranoia per lo stato dell'amico e mentore lo porta ad un invecchiamento precoce e al declino mentale. Bellocchio ritrova il gusto per la descrizione psicoanalitica dei personaggi come nel suo cinema degli anni '80 e crea lo spaccato di una vita in pezzi, di un uomo teoricamente geniale portato oltre il limite dalla tragedia. Enfatizzando una vena grottesca in parte già presente nel primo episodio, qui trova una nuova dimensione espressiva in grado di conferire un tocco maggiormente espressivo alla narrazione.




Il terzo episodio è dedicato a Paolo VI, interpretato da un Toni Servillo al solito magistrale, portando in scena gli sforzi della mediazione tra le Chiesa e le organizzazioni eversive, tragicamente falliti. La figura del Papa è tratteggiata in modo deciso come una vittima del sequestro, schiacciata dai sensi di colpa, dilaniata dalla malattia così come dal rimorso. E quella di Moro viene mostrata come quella di un martire, l'agnello sacrificale di una classe politica irredenta e gaudente, persa nelle elucubrazioni dei propri interessi, pronta ad immolare un ingenuo idealista per il proprio tornaconto.
Un episodio riuscito, dove però il ritmo si fa a tratti troppo lento, rendendo la visione in sala a tratti troppo pesante, anche se sempre interessante.




Il ritratto che emerge è impietoso, magnificamente venato di grottesco. Una rappresentazione che si ferma ai limiti dell'iperbolico in un perfetto equilibrio tra verosomiglianza storica e drammaturgica e concessioni artistiche che crea una forma espressiva penetrante.
In questa sua prima parte, "Esterno Notte" è un piccolo capolavoro di impegno e forma, un'opera potente ed incredibilmente vera, punto d'arrivo inesorabile di un artista forse perfino sottovalutato qui in Italia.

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