lunedì 9 giugno 2014

Ghostbusters- Acchiappafantasmi

Ghost Busters

di Ivan Reitman

con: Bill Murray, Dan Aykroyd, Sigourney Weaver, Harold Ramis, Ernie Hudson, Rick Moranis, Annie Potts, William Atherton, David Margulies.

Fantastico/Commedia/Horror

Usa (1984)












Trent'anni sul groppone e non sentirli; sono poche le pellicole prodotte ad Hollywood che possono vantare un primato del genere; "Ghostbusters" è sicuramente una di queste: mix riuscitissimo di commedia, fantascienza e horror, il cult del trio Reitman/Aykroyd/Ramis compie proprio quest'anno il suo trentesimo anniversario dall'uscita in sala, dimostrando come un'intuizione geniale ed una esecuzione magistrale siano gli elementi vincenti anche per l'intrattenimento disimpegnato.




New York; Peter Venkman (Bill Murray), Ray Stanz (Dan Aykroyd) e Egon Spengler (Harold Ramis) sono tre ricercatori della Columbia University specializzati in parapsicologia; dopo un rocambolesco incidente alla biblioteca pubblica, vengono cacciati dal rettore e decidono di mettersi in affari per conto proprio: fondano i "Ghostbusters", agenzia di "ripulitori" di fantasmi; dopo i primi successi al trio si unisce Winston Zeddmore (Ernie Hudson), disoccupato in cerca di lavoro; insieme il quartetto dovrà affrontare una minaccia extradimensionale: un demone sumero richiamato sulla terra, i cui araldi infestano il frigo della bella Dana Barrett (Sigourney Weaver) e l'armadio del suo vicino Louis Tully (Rick Moranis).




E' il 1984: il Saturday Night Live è stato sconvolto dall'arrivo dei comici canadesi; Ivan Reitman e Hrold Ramis hanno riplasmato la comicità a stelle e strisce infarcendola con uno humor demenziale e distruttivo, che aveva già trovato la sua consacrazione nei precedenti "Animal House" (1978) e "Stripes- Un Plotone di Svitati" (1981); con "Ghostbusters" i due tentano una nuova strada: creare non una semplice parodia horror, quanto una perfetta ibridazione tra il registro della commedia demenziale e quello del genere vero e proprio; una scommessa azzardata, che trovava un suo precedente solo in quel gioiello de "Il Castello Maledetto" (1932), nel quale, però, il grande James Whale faceva risaltare maggiormente il lato comico su quello orrorifico.




In "Ghostbusters" la fusione tra i due registri giunge invece a perfezione: risate e brividi si alternano sapientemente, colpendo sempre nel segno; la comicità viene cucita addosso ai personaggi piuttosto che sulla storia (di per sé seriosa); ognuno dei quattro acchiappafantasmi ha un carattere distinto, foriero di una vis comica unica: Venkman è un Bill Murray a briglia sciolta, che attraversa le scene con un'espressione sarcastica e strafottente irresistibile; Stanz è l'ingenuo e sognatore, che scatena disastri senza volerlo; Spengler è  uno scienziato totalmente avulso dalla realtà da risultare a tratti un pesce fuor d'acqua, l'apripista di tutti i successivi "smanettoni" nerd e geek che Hollywood avrebbe propinato nei decenni a seguire; mentre Zeddmore è il personaggio più opaco: inizialmente concepito per Eddie Murphy, che avrebbe dovuto riempirne il carattere con la sua carica acida e volgare, nelle mani del caratterista Ernie Hudson resta un personaggio poco più che abbozzato, che si distingue tuttavia per la carica pragmatica; e non per nulla è sua una delle battute più celebri e riuscite dell'intera pellicola: "Ray, quando qualcuno ti chiede se sei un dio, tu gli devi dire di si!".




La regia di Reitman si fa più solida e, di concerto con l'ottimo script, crea un nuovo tipo di approccio parodistico; a differenza dei film di Mel Brooks o del trio ZAZ, in "Ghostbusters" non si hanno vere e proprie citazioni dei classici dell'horror o, in genere, delle pellicole di riferimento; si giunge, qui, ad una assimilazione totale del modello, che viene riproposto in chiave squisitamente comica; ecco dunque riapparire i corridoi dell'Overlook Hotel di "Shining" (1980) infestati da un ectoplasma obeso, con i tre acchiappafantasmi che vi si muovono seguiti dalla steadycam sulle note della medesima colonna sonora; o il demone de "L'Esorcista" (1973) rivere nel corpo di una Sigourney Weaver più sexy che mai; Reitman, Aykroyd e Ramis, in pratica, fanno rivivere su schermo i topoi dell'horror moderno ridipingendoli in chiave comica e sarcastica.




Ma al di là della rilettura divertente e divertita, a convincere è la solida trama concepita dal trio; una storia apocalittica, intessuta in una trama stratificata e mai scontata, che riesce a coinvolgere anche grazie alla serietà con il quale viene portata avanti, senza mai cadere nel ridicolo o nel posticcio; anzi: i momenti di tensione non mancano e sono tutti degni di nota; in particolare, è la scena del dialogo tra Ray e Winston sul ponte di Brooklyn a mettere i brividi: un discorso sulla fine del mondo talmente turpe che non avrebbe sfigurato nel più truce horror satanico degli anni '70. Storia che si chiude nel migliore dei modi per un film di puro intrattenimento: con un demone incarnato nel corpo di un pupazzone di zucchero alto venti metri a spasso per Manhattan e i nostri eroi acclamati da una folla in visibilio.




Coronano la perfetta riuscita della pellicola gli ottimi valori produttivi: gli effetti speciali dello specialista Richard Edlund (premio oscar nel 1982 per "Poltergeist- Demoniache Presenze"), che danno vita agli ameni ed inquietanti spettri newyorkesi; la fotografia del compianto Laszlo Kovaks, che immerge una commedia fantastica in colori lividi prettamente metropolitani; la colonna sonora pop firmata da Ray Parker Jr., il cui tema principale è tutt'oggi un tormentone; e il design, con i costumi entrati nell'immaginario collettivo, il logo divenuto un'icona pop ed una delle automobili più desiderate di tutti i tempi: la pacchianissima ed irresistibile Ecto-1.





Ancora fresco e divertente, "Ghostbusters" è un cult il cui status è, per una volta, davvero meritato: un esperimento di ibridazione perfettamente riuscito, una commedia intelligente e brillante capace tutt'oggi di stupire per la qualità della scrittura; non un capolavoro, ma un piccolo grande gioiello di decennio (gli anni '80) che ha dato, in fin dei conti, davvero poco al cinema di intrattenimento meno becero.



EXTRA:

Nel videoclip ufficiale di Ray Parker Jr. appare l'intero cast del film; oltre a Bill Murray, Dan Aykroyd, Harold Ramis e Ernie Hudson, compaiono come guest stars anche John Candy, Chevy Chase e Peter Falk.




Sull'onda del successo mondiale del film, la Columbia produsse una serie a cartoni animati: "The Real Ghostbusters", composta da 134 episodi andati in onda tra il 1986 e il 1991; l'umorismo demenziale e le atmosfere horror della pellicola venivano magistralmente riprese anche in questa versione per il piccolo schermo, la quale si rivolgeva anche ad un pubblico adulto; tra gli sceneggiatori troviamo anche un giovane J.Michael Strackinsky.




Nel 1997 la Columbia produsse anche sequel ufficiale della serie:"Extreme Ghostbusters"; concepita come una serie per giovani adolescenti, presentava un'atmosfera ancora più cupa della serie precedente, ma l'umorismo non era altrettanto trascinante; colpa anche del nuovo cast di personaggi: un gruppo di studenti problematici che affiancava un invecchiato dr.Spengler, il quale non reggeva il confronto con il brillante quartetto originale; a causa dello scarso riscontro di pubblico, "Extreme Ghostbusters" durò un'unica stagione, per un totale di soli 40 episodi.


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