con: Lane Hughes, Brandon Carroll, Melanie Henry, Hannah Hughes, Jeff Dylan Graham, E.L. Katz, Jennifer Price.
Usa (2009)
---SPOILERS INSIDE---
Subito dopo la fine delle riprese di "Home Sick" (2007), Adam Wingard inizia la produzione del suo secondo lungometraggio, che terminerà solo due anni dopo, nel 2009: "Pop Skull"; più ambizioso del gonzo-slasher degli esordi, "Pop Skull" è un intelligente mix di video arte e cinema di finzione che affonda le sue radici nell'horror psicologico e nel filone del cinema sulla tossicodipendenza, i cui punti di riferimento sono due cult del calibro di "Trainspotting" (1996) e sopratutto "Requiem for a Dream" (2000)
Nel portare in scena la strana storia di depressione post-separazione e dipendenza da sostanze psicotrope di Daniel (Lane Hughes), Wingard abbatte i modelli di riferimento esasperandone lo stile; le visioni lisergiche qui non sono circoscritte a singole scene o eventi: è l'intera pellicola a riprendere lo stato allucinogeno del suo protagonista; la narrazione si sfalda fin dai primissimi fotogrammi: ogni scena viene spappolata e "sparsa" per tutta la durata del film; il mix di paura, nostalgia, dolore e stupefazione prende la forma di clip espressioniste, fatte di primi piani subliminali, loop esasperati, primissimi piani mischiati a rari campi lunghi, il tutto illuminato con monocromie arancio e luci neutre contrastatissime; l'intento dell'autore di ricreare il caos percettivo del suo protagonista è perfettamente riuscito: "Pop Skull" è una vera e propria esperienza sensoriale in grado di disorientare, stordire e spaventare, puro cinema underground che entra dritto nel cervello dello spettatore.
Spettacolare e affascinante, "Pop Skull" è probabilmente l'opera più riuscita ed interessante di Adam Wingard, che con poche pretese e molto stile riesce davvero a far penetrare lo spettatore in una psiche alla deriva senza scadere mai nell'ovvio o nel ricattatorio.
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