lunedì 17 luglio 2023

Space Adventure Cobra


di Osamu Dezaki.

Animazione/Fantastico/Avventura/Azione

Giappone 1982























Il fatto che "Space Adventure Cobra" sia praticamente sconosciuto in Italia è davvero una stramba anomalia, sia a causa del fatto che l'animazione nipponica è divenuta parte del substrato nazionalpopolare da quasi cinquant'anni, sia a causa dell'enorme successo che ha riscosso in patria così come negli Stati Uniti e in Francia, dove Cobra è un personaggio amato al pari del similare Lupin III, vero e proprio calco dal quale in un qualche modo ha preso vita.
Oscurità dovuta in primis al fatto che, sempre per motivi mai chiariti, tutte le opere che lo vedono protagonista non sono praticamente mai giunte ufficialmente nel Bel Paese: il manga originale viene dato alle stampe nei primi anni '90 ad opera della Play Press, solo per chiudere la pubblicazione dopo appena cinque numeri, l'anime televisivo originale è tutt'oggi inedito, così come il revival del 2010 e la precedente serie OAV del 2008. Solo il lungometraggio del 1982, nato come apripista per la serie televisiva, si è timidamente affacciato nei negozi sotto forma di VHS in primis e di DVD in tempi più recenti, senza suscitare alcun clamore (nonostante l'ottima edizione italiana) e senza che un versione in alta definizione sia mai neanche stata annunciata.
Cobra e le sue rutilanti e sexy avventure restano così appannaggio dei soli cultori di anime retro, i quali sono così gli unici a conoscere l'iconico anti-eroe di Buichi Terasawa; il che è davvero un peccato laddove si tiene conto della simpatia di questa sua stramba e simpaticissima opera.



"Space Adventure Cobra" esordisce su Weekly Shonen Jump nel 1978 e riscuote subito un buon successo tra i lettori; il motivo è anche semplice, ossia la più totale mancanza di vera originalità: le avventure di Cobra, benché calate in un'ambientazione futuribile di stampo fantascientifico, sono in tutto e per tutto simili a quelle di Lupin III, vuoi per toni, vuoi per ritmo. Le differenze con quest'ultimo, tolto il contorno sci-fi di stampo comunque fantasy, sono poche e riguardano più che altro un tasso di erotismo più elevato, con il pirata spaziale perennemente circondato da donne mozzafiato agghindate in abitini striminziti che ne esaltano le forme, e una violenza grafica leggermente maggiore, con Cobra che non si fa problemi a freddare i nemici anche a tradimento.
A livello caratteriale, Cobra e Lupin potrebbero quasi essere lo stesso personaggio: anche Cobra è un ladro gentiluomo che spesso si ritrova a collaborare con la giustizia, personificata dalla Space Patrol, più che altro per il comune interesse a distruggere l'odiata Gilda dei Pirati Spaziali. Anche Cobra è un cascamorto, anche se meno allupato della creatura di Monkey Punch, e anche lui è un gigione dal sorriso sbruffonesco ma dall'animo tutto sommato nobile.



A rendere il tutto simpatico è così la penna di Teresawa, che sa come far muovere il suo pirata spaziale, la sua inseparabile compagna di avventure sintetica Amaroid Lady e i personaggi che di volta in volta li accompagnano nelle loro avventure. Oltre al suo gusto per l'esagerazione e per la citazione "colta": Cobra è davvero un personaggio "bigger than life", una sorta di James Bond che riesce sempre a fuggire dalle situazioni più impervie con i suoi gadget, fantascientifici anche per il futuro in cui vive, come l'iconica psychogun impitanta nel suo braccio sinistro, che spara raggi laser creati dalla sua forza di volontà i quali possono colpire qualunque bersaglio deviando la traiettoria a piacimento; o anche i sigari che a seconda dei casi possono essere esplosivi o contenere un respiratore.
Il suo sorriso smargisasso è poi ripreso da quello del mitico Jean-Paul Belmondo, i cui lineamenti sono facilmente rintracciabili nel design.
E in questo mix di avventura e azione nel quale la fantascienza è solo una trovata estetica, Terasawa riesce a stupire inserendo una citazione inaspettata: l'incipit del manga vede il protagonista vivere la vita di un'altra persona, la quale scopre di essere il pirata spaziale Cobra solo dopo aver effettuato una simulazione virtuale nella quale ha sognato di esserlo; si scopre così come in realtà, cinque anni prima, avesse deciso di farsi cancellare la memoria, cambiare i connotati e assumere un'identità diversa per sfuggire ai propri nemici, in quello che è un vero e proprio adattamento del dickiano "We will remember for you the wholesale" fatto dodici anni prima del cult "Atto di Forza".



Nei primi anni '80, si decide di trasporre su schermo le avventure del pirata spaziale più guascone di sempre; per farlo si opta per un piano distributivo in parte inedito, ossia far precedere la trasmissione della serie televisiva dalla distribuzione un lungometraggio cinematografico, cosa successa, con ottimi esiti, per la seconda serie di  (sembra quasi inutile dirlo) "Lupin III". Il film di Cobra viene affidato al grande Osamu Dezaki, che poi farà da regista principale alla serie, e arriva in sala a pochi mesi di distanza dalla trasmissione del primo episodio, rivelandosi però un successo solo tiepido. E rivederlo oggi non si direbbe, visto che "Space Adventure Cobra" è un perfetto film anime di puro e spensierato intrattenimento escapista, diretto con brio e tanto mestiere.



Il lungometraggio salta l'introdizione "dickiana" del personaggio e presenta un Cobra già tornato in azione, il quale prende subito contatto con la bella cacciatrice di taglie Jane. Dezaki rielabora l'arco narrativo più famoso del manga, quello delle trigemini Royal, che Cobra aiuta a sfuggire dalle grinfie della Gilda dei Pirati prima e poi nella quest per la scoperta del tesoro lasciato loro in eredità dal defunto padre anch'egli famoso pirata spaziale.




Nel film la storia non viene semplicemente adattata, quanto del tutto rielaborata. Le tre sorelle Jane, Dominique e Catherine (chiamate in onore, rispettivamente, della Fonda, della Sanda e della Denevue) sono ribattezzate Flower al posto di Royal e non sono più le eredi di un celebre pirata, bensì le principesse di un lontano pianeta mitologico dove l'amore è una forma di energia e il cui dominio può consentire alla Gilda di assurgere a tirannide intergalattica. Anche la nemesi storica di Cobra, lo spaventoso androide Crystal Boy, qui passa dall'essere un semplice contract killer incaricato di ucciderlo a capo della Gilda. Viene poi introdotto il personaggio del professor Topol, sorta di Buddha cosmico onnisciente che aumenta il tasso di amenità.
Come rielaborazione, la storia funziona, lasciando intatte le dinamiche tra i personaggi principali e la drammaticità del tutto, pur omettendo interi passaggi in teoria essenziali. Lo spirito frizzante e gaio di Terasawa resta anch'esso intatto, ma grazie al tocco di Dezaki, che qui può esprimersi in piena libertà, il tutto assume una veste psichedelica che lo rende definitivamente irresistibile.



La regia è sempre stilizzata e trasforma ogni singola scena in un volo onirico immerso in colori sgargianti. Dezaki sperimenta costantemente con la costruzione del fotogramma inerconnettendo e giustapponendo forme e colori per creare la soluzione più amena possibile, senza però rinunciare ai marchi di fabbrica del suo stile, come i flare o la tripla ripetizione delle inquadrature per enfatizzare le situazioni clou, soluzioni che aveva letteramente inventando per risparmiare sulle animazioni in televisione e che sono diventate sinonimo della regia degli anime almeno fino agli anni '90. Il risultato è una festa visiva dove ogni fotogramma risulta ricercato e vivido, un vero e proprio capolavoro di estetica che sarà surclassato per intensità solo un anno dopo dall'adattamento di "Golgo 13".
Il tocco estetico finale lo da lo splendido character design di Akio Sugino, che non solo riesce a trasporre con fedeltà lo stile sgargiante di Terasawa, ma ha anche l'ottima idea di ricreare da zero il design delle sorelle Royal, che acquistano anch'esse un'aura di psichedelia con le loro acconciature colorate, aumentando il tasso di lisergicità della visione.




Tanto che se non fosse per un combattimento spaziale fiacco a metà film e un finale sin troppo anticlimatico, il lungometraggio di "Space Adventure Cobra" potrebbe quasi essere considerato un piccolo capolavoro anime; così com'è resta pur sempre una perla di stile, oltre che un ottimo biglietto da visita per chiunque voglia iniziare a perdersi tra le avventure dell'anti-Harlock per eccellenza.

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