lunedì 9 ottobre 2023

Talk to Me

di Danny e Michael Philippou.

con: Sophie Wilde, Alexandra Jensen, Joe Bird, Miranda Ottot, Zoe Terakes, Chris Aloisio, Marcus Johnson, Ari McCarthy, Sunny Johnson.

Horror

Australia, Regno Unito 2023















"Talk to Me" è l'horror dell'anno? Probabilmente si, sia a causa del grosso successo di cassetta che ha ottenuto che della penuria di titoli meritevoli distribuiti.
"Talk to Me" è un capolavoro del cinema horror? No, poiché è l'opera di due cineasti visibilmente acerbi; ma questo non gli impedisce di essere un film comunque riuscito e a suo modo originale.
Perché l'esordio in cabina di regia dei fratelli Philippou (youtuber che tuttavia hanno anche lavorato sul set di "The Babadook") cerca e riesce nella non facile impresa di dire qualcosa di diverso all'interno del filone sovrannaturale e di quello delle possessioni, riuscendo al contempo di dare un ritratto credibile di un'anima in pena, coniugando il dramma intimista ad una forma di exploitation.



Il tutto ruota ad un artefatto "maledetto", ossia la mano di una medium che, tramite un semplice rituale, permette di prendere contatto con i defunti e lasciare che questi posseggano per qualche secondo il corpo del medium surrogato. Quando però questa capita letteralmente tra le mani della adolescente Mia (Sophie Wilde), ancora traumatizzata dalla prematura scomparsa della madre, qualcosa non può che andare storto.




Il rituale diventa una forma di sballo. L'ultima frontiera della dipendenza è la possessione spiritica, con i protagonisti Gen Z che passano le serate facendosi invasare dalle anime perse nel limbo terreno. I Philippou vorrebbero quasi creare un ritratto del vuoto pneumatico degli adolescenti, con la loro ossessione per la videoripresa a scimmiottare proprio la loro carriera di videomaker, ma questa loro descrizione costellata di personaggi secondari sgradevoli alla fine non risulta sufficientemente cattiva per poter graffiare davvero.
In compenso, la storia d'orrore come metafora della assimilazione del lutto funziona tutto sommato bene. Mia resta ossessionata dalla possibilità di contattare un piano ultraterreno e il danno accade quando impone all'amico Riley (Joe Bird) di restare in contatto con lo spirito della sua defunta madre oltre il limite di tempo consentito, palesando la sua incapacità di distaccamento dalla persona che ama, ovverosia un'impossibilità di superare la perdita che si mischia con la paranoia ingenerata dalla falsa credenza che la genitrice non si sia semplicemente tolta la vita. Il che la porta ad un punto di rottura ovvio in una costruzione della storia già vista, ma che gli autori riescono a rendere fresca grazie ad una buona esecuzione.




I Philippou riescono in primis a creare un'ottima atmosfera lugubre che schiaccia i personaggi nei momenti clou, ma avvertibile anche in molti di quelli più leggeri. La tensione è ben gestita ed è affidata quasi sempre alle sole performance del buon cast. E quando la violenza fa capolino, riesce ad essere sempre disturbante. Per di più, la svolta finale, benché in parte intuibile, è lo stesso ben gestita.
E va inoltre riconosciuto loro il merito di non aver voluto ricorrere al cliché della possessione demoniaca, sin troppo abusato negli horror sovrannaturali recenti e piccola nota di originalità a coronare il tutto.




Tanto che forse l'unico vero difetto dell'operazione è insito nel fatto di come non siano riusciti a portare su schermo neanche una singola scena davvero iconica, una che fosse in grado di saldarsi nella memoria collettiva ed essere immediatamente associata al film, limitandosi a creare un semplice oggetto-feticcio. Limite forse dovuto unicamente alla loro poca esperienza nel lungometraggio e quindi del tutto scusabile. 

2 commenti:

  1. Ti dirò, non mi ha detto nulla a livello di sinossi. Ma prima o poi gli darò una possibilità.

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    1. Si, ad una lettura la storia è quanto di più trito si possa immaginare, ma il film funziona ;)

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