con: Arnold Schwarzenegger, Jamie Lee Curtis, Tom Arnold, Tia Carrere, Bill Paxton, Eliza Dushku, Charlton Heston.
Azione/Commedia
Usa (1994)
E' il 1994: Schwarzenegger è la più grande stella di Hollywood; nulla gli è negato dopo i successi stratosferici di "Terminator 2" (1991) e "Atto di Forza" (1990); strapagato dagli studios, ultra-amato dal pubblico e ancora dotato di un senso dell'umorismo autoironico in grado di conquistare critica e pubblico, lo scultoreo golem dallo sguardo infantile viene coinvolto dalla Fox in un progetto che, sulla carta, sembra lontanissimo dalle sue corde: un remake di "La Totale!", commedia spionistica francese campione di incassi in patria nel 1991, ossia un progetto totalmente antitetico a quelli cui di solito è protagonista.
Schwarzy aveva già preso parte a commedie di successo quali "I Gemelli" (1988) e "Un Poliziotto alle Elementari" (1990), nelle quali Ivan Reitman aveva svelato il suo lato genuinamente comico con buoni esiti (sopratutto commerciali); ma con "True Lies" il macho per antonomasia si prende per la prima volta in giro: rilegge il suo ruolo di duro in chiave ironica fino ai limiti del parodistico.
E con lo star power acquisito, Schwarzenegger riesce a portare al timone del progetto l'amico James Cameron, per quella che sarà la loro ultima collaborazione, l'ultimo grosso successo commerciale dell'attore e l'ultimo film veramente memorabile per il regista; oltre che il suo ennesimo film del record, con un budget di 117 milioni di dollari, di nuovo il più alto per l'epoca.
Budget e regia che garantiscono un divertimento unico; Cameron, in gran spolvero, crea sequenze adrenaliniche e spettacolari, trasformando il film in un susseguirsi di scontri e sopratutto inseguimenti, dove ogni spostamento diviene una sarabanda di veicoli in corsa che si scontrano, si ribaltano, esplodono e carambolano tra loro; tra tutte, è ovviamente la scena più stramba di tutto il film ad incantare: l'inseguimento con il cavallo, che culmina con Schwarzy appeso alle redini mentre penzola da un grattacielo, in un mix riuscito di tensione ed umorismo slapstick divenuto giustamente un cult.
Ma è ovviamente il tono ironico e divertito con cui tutto viene condotto a rendere "True Lies" una visione piacevole ed unica; regista e attore riprendono tutti i topoi dell'action e li rivoltano; non arrivano alla parodia nuda e pura, né alla lettura ai limiti dello sfotto stile "The Expendables", ma operano in modo più fine, trasformando l'agente della CIA simil-James Bond a stelle e strisce in un marito geloso, che imbastisce una folle operazione sotto copertura per riconquistare sua moglie; piuttosto che in una figura parodistica, Trasker è un comune eroe action con tutti i crismi: atleitco, ironico, forzuto e violento del quale viene svelato anche il retroscena familiare, quel "dietro le quinte della missione" che solitamente viene lasciato al di fuori della narrazione; il confronto con la moglie e la figlia, persone ordinarie, diviene l'humus ideale per imbastire equivoci e gelosie volte a disvelare la parte più divertente del personaggio, nonchè quella più inedita, che trasforma Trasker da 007 donnaiolo incallito a padre di famiglia geloso fino all'ossesso.
La trasformazione del topos caratteriale si fa quindi spunto per tutta la parte centrale del film, nella quale Cameron si diverte a sovvertire tutti i personaggi, trasformando il donnaiolo Simon in un imbecille sottomesso e, sopratutto, la casalinga Helen in una bomba sexy, che le curve morbide e sensuali di Jamie Lee Curtis rendono indimenticabile. E l'alchimia del cast funziona a meraviglia: Schwarzenegger regge la scena ottimamente sia nelle numerose sequenze d'azione, ma anche e sopratutto in quelle ironiche; la Curtis regala il suo ultimo ruolo "hot", imprimendosi nell'immaginario collettivo come la perfetta incarnazione della sensualità matura, Tia Carrere riprende i panni della femme fatale bondiana in chaive libica, mentre un compassato Charlton Heston si diverte ad utoparodiarsi nel ruolo del bellicoso capo della CIA.
Per 141 minuti si è scossi, ammaliati, divertiti ed incuriositi dalla perizia di Cameron e soci, che trasformano il pop-corn movie in una perfetta macchina ad orologeria, incastrando alla perfezione ogni ameno pezzo e regalandoci il loro ultimo, magnifico, exploit prima di perdersi in produzioni di second'ordine o, peggio, deliri autoriali privi di senso; e forse anche in questo "True Lies" trova una sua ulteriore valenza: il canto del cigno di una coppia che al cinema di genere ha dato tanto e che da qui in poi si perderà per sempre.
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