lunedì 15 giugno 2015

Jurassic World

di Colin Trevorrow.

con: Chris Pratt, Bryce Dallas-Howard, Vincent D'Onofrio, Irrfan Khan, Ty Simpkins, Rick Robinson, B.D. Wong, Omar Sy, Kathy McGrath.

Avventura/Fantastico

Usa (2015)















"Jurassic Park" inteso come "saga cinematografica" non ha mai avuto un reale motivo per esistere. A differenza di altre saghe più riuscite che hanno visto la collaborazione del dinamico duo Spielberg & Lucas, quella del parco preistorico partiva da una premessa che si esauriva già nel primo film: lo spettacolo impagabile di vedere sul grande schermo dei dinosauri ricreati in modo credibile, tramite le prodezze dell'allora neonata CGI. E di fatto, tolti gli stupefacenti effetti digitali e gli incredibili animatronici, il primo "Jurassic Park" (1993) era una pellicola poco riuscita, con una tensione scarsa, troppi tempi morti ed un unica scena da antologia: l'attacco finale dei velociraptor.
Un primo sequel era naturalmente inevitabile: nel 1997, "Il Mondo Perduto- Jurassic Park" già dimostrava l'impossibilità di ricreare la formula del predecessore con la medesima efficacia una volta svanito il sense of wonder iniziale. E nel 2001, "Jurassic Park III" si adagiava sul canone dell'esagerazione più pura riuscendo ad imporsi come una delle pellicole involontariamente comiche più fastidiose di sempre.
Quindi, se già 14 anni fa il parco di divertimenti di Spielberg avrebbe fatto bene a chiudere i battenti, ci si chiede con quale coraggio i produttori della Universal e lo stesso Spielberg si siano voluti presentare al pubblico con un quarto capitolo da nessuno richiesto ed incredibilmente stupido e vecchio, che, a discapito dello strepitoso successo di cassa che sta riscuotendo, pianta un ultimo chiodo nella bara del franchise.


La più grande sorpresa del film la riserva la sceneggiatura, stesa da ben quatto soggetti e piena zeppa di incongruenze, stereotipi ed idiozie assortite al punto da disintegrare la sospensione dell'incredulità definitivamente.
Non si riesce a credere all'incidente causato dall'Indominus Rex, che riesce a fuggire da una gabbia priva delle più basiche predisposizioni di sicurezza nonostante sia stata concepita per un predatore geneticamente modificato all'interno di un parco per dinosauri in un modo nel quale i pachidermi giurassici sono stati riportati in vita da oltre vent'anni e che ha più volte affrontato crisi dovute alle scarse misure preventive.
Non si riesce a credere al personaggio di Claire (la bellissima e bravissima Bryce Dallas-Howard, al solito sprecata), CEO preso a pesci in faccia da chiunque, rimproverata per non aver avuto figli (nel 2015 Dopo Cristo), donna in carriera finto-emancipata pronta a cadere tra le braccia del maschio alfa di turno e che di punto in bianco si trasforma in una novella Ellen Ripley in grado di correre sui tacchi a spillo. Non si riesce a credere all'Owen di Chris Pratt, vero e proprio cartonato dell'eroe d'azione: laconico, sporco, rude, idealista e sempre e comunque vincente, le cui schermaglie amorose con Claire sono forzatissime e fuori luogo. Non si riesce a credere ai due ragazzini, talmente stereotipati da sprofondare sin da subito nella caricatura del ragazzino geniale ma infantile e dell'adolescente arrapato, ma comunque capaci di resuscitare jeep vecchie di vent'anni all'occorrenza. Nè si riesce a credere alla stupidità dell'ingegnere genetico di B.D. Wong, che crea il predatore perfetto per sole ragioni di marketing.


Persino il messaggio ecologista proprio di tutte le creature di Michael Chricton e ben presente nei primi due film della serie, qui è annacquato e del tutto risibile. Con l'entrata in scena del personaggio di Vincent D'Onofrio si ha definitivamente la certezza del grado di idiozia dei "buoni": possibile che un ex soldato non sappia che l'uso di animali in guerra risale all'antichità e che l'utilizzo di velociraptor addestrati per operazioni militari, con le dovute precauzioni, eviterebbe tutte le vittime collaterali proprie degli odierni conflitti bellici?
Tant'è che alla fine non è difficile patteggiare per i guerrafondai dinanzi alle minacce che di volta in volta si abbattono sul parco. E quando Owen paragona una specie estinta da milioni di anni a causa della selezione naturale alle odierne specie animali, si capisce come tutto il sottotesto sia pretestuoso, oltre che scritto da un gruppo di radical chic privi di idee concrete.


Il colpo di grazia lo da la regia piatta di Trevorrow, mestierante che al suo secondo lungometraggio e primo kolossal non sa che pesci prendere, non riesce mai a creare vera tensione e infila risvolti ironici semplicemente ridicoli.
E alla fine della corsa, scesi da questo ottovolante di celluloide gonfiato a film, ci si accorge di come più che un sequel, "Jurassic World" sia un vero e proprio remake del primo film, dal quale riprende pedissequamente le situazioni e sinanche i personaggi, limitandosi ad aggiungere solo una sequenza: l'attacco degli pterodattili, omaggio ad Hitchcock che rende il tutto ancora più derivativo e fastidioso.

2 commenti:

  1. Sono pienamente d'accordo con te, un film veramente brutto. Quello che funzionava in Jurassic park nel 83, non può funzionare nel 2015. Fin dal trailer si capiva che sarebbe stata una baracconata, ma speravo che fosse divertente da vedere come "Pacific Rim" , invece è stata una delusione totale.

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  2. E poi fantastico notare come abbiano ingrandito l'attrazione di Jurassic Park al parco della Universal: non è che questo film è in realtà uno spottone?

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