di Clint Eastwood.
con: Tom Hanks, Aaron Eckhart, Valeri Mahaffey, Anna Gunn, Mike O'Malley, Delphi Harrington, Laura Linney.
Drammatico/Biografico
Usa 2016
Il cosiddetto "Hudson Miracle" è stato un evento a dir poco sorprendente. Il 15 Gennaio 2009, la notizia dell'atterraggio del volo U.S. 1549 sull'omonimo fiume newyorkese scioccò l'intero mondo. Ancora più spiazzante fu la rivelazione riguardante le circostanze dell'accaduto: non si trattava di un attentato terroristico, ma di un atterraggio di fortuna causato da un puro e semplice caso fortuito. Un imprevisto che non ha causato conseguenze negative ed ha dimostrato la prontezza e la preparazione delle forze dell'ordine di New York in un momento storico ancora fortemente marcato dalla tragedia dell' 11 Settembre. A svettare sui fatti, fu la figura del capitano Chesley "Sully" Sullenberger, veterano dell'aviazione civile e militare che riuscì praticamente da solo a salvare la vita dei 155 passeggeri senza causare danni di sorta alle infrastrutture cittadine. Un miracolo vero e proprio che garantì notorietà al pilota e si impresse a fuoco nella mente del pubblico mondiale come un caso singolare, una storia a lieto fine su di una incredibile tragedia sfiorata.
Una rievocazione degli eventi e della figura di Sullenberger da parte di Hollywood era praticamente cosa dovuta. Ma "Sully" non è un biopic comune: nelle mani di Eastwood, il sommo decostruttore dell'eroismo a stelle e strisce, la storia di Sulleberger diviene un racconto su di un eroe per caso, un uomo comune che è riuscito, un pò per caso, un pò per fortuna, a compiere il miracolo.
Forte di una ricostruzione attenta ai dettagli, al punto da far recitare alcuni dei protagonisti della storia nei panni di loro stessi, "Sully" rievoca i fatti dell' "Hudson Miracle" da più punti di vista, frammentando l'episodio per mostrarne ogni singolo aspetto, da quello umano a quello tecnico.
Ne deriva una descrizione di Sullenberger (un Tom Hanks affiatato ma poco somigliante al vero Sully) totalmente umanizzata e lontana da idealismi di sorto: altri non è se non un uomo comune oppresso dalla notorietà acquisita ed insicuro sulle sue azionei L'atterraggio di emergenza sul fiume era davvero necessario? La risposta, alla fine dell' inchiesta del terzo atto, è positiva, ma il giudizio sull'operato non diviene mai davvero elogiativo. Sully è, nella visione di Eastwood, un semplice essere umano che è riuscito in un'impresa incredibile, non un super-uomo, tantomeno un vero eroe.
A pesare su tutto è l'incognita, l'incertezza del "fattore umano", quell'incalcolabile variabile che ha permesso al pilota di riuscire in un'impresa impossibile da replicare, un mix di fortuna e sangue freddo totalmente avulso da ogni vero e totale controllo.
Una "umanizzazione" quella sul personaggio che però mostra un pò il fianco nel secco finale: ben altro valore avrebbe avuto la pellicola se si fosse spinta sino alla famosa audizione in Senato, ove Sullenberger denunciò senza peli sulla lingua le controverse condizioni lavorative all'interno dell'aviazione civile.
Taglio netto che priva il film di un respiro più ampio. "Sully" in fin dei conti, riesce però a ricostruire l'accaduto con dovizia di particolari e a dare un ritratto credibile del suo protagonista. A tenere fede, in sostanza, a quanto si era preposto, rientrando perfettamente all'interno della filmografia e della filosofia del suo autore.
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