mercoledì 22 novembre 2023

I Tre Moschettieri- D'Artagnan

Les trois mousquetaires: D'Artagnan

di Martin Bourbolon.

con: François Civil, Eva Green, Vincent Cassel, Romain Duris, Pio Marmai, Louis Garrel, Vicky Krieps, Eric Ruf, Lyna Khoudri, Marc Barbé, Jacob fortune-Lloyd, Patrick Mille.

Avventura/Storico

Francia, Belgio, Spagna, Germania 2022









Se si pensa alle trasposizioni filmiche del celeberrimo romanzo di Alexandre Dumas padre, vengono in mente solo ed esclusivamente quelle prodotte a Hollywood, nonostante se ne contino in tutto circa una trentina. I tre moschettieri sono stati, in buona sostanza, sempre e comunque appannaggio delle produzioni americane, le quali non sono mai mancate e alcune delle quali sono tutt'oggi apprezzate, come la simpatica rilettura ironica di Richard Lester negli anni '70, quella stielwuxia-pin di Peter Hyams del 2001, l'avvenutura per ragazzi targata Disney del 1993 e la stramba versione steampunk di Paul W.S.Anderson del 2011.
La mancanza di una trasposizione francese contemporanea e degna di attenzione era ai limiti del vergognoso, per questo i produttori della Pathé hanno deciso di ovviare a tale mancanza facendo le cose in grande: una produzione da oltre 70 milioni di euro che trasposta sullo schermo le prime due storie del ciclo, con due film girati assieme e parti di una trilogia da completare, coronata da un cast praticamente tutto francese (ad eccezione della lussemburghese Vicky Krieps che interpreta la regina e l'inglese Jacob Fortune-Lloyd negli ovvi panni del duca di Buckingham) dove spiccano ovviamente i superdivi Vincent Cassel e Eva Green e con la regia di quel Martin Bourbolon che pur confrontandosi per la prima volta con il cinema di stampo avventuroso ha dalla sua la firma su di un pugno di buoni successi commerciali (in patria).
"I Tre Moschettieri- D'Artagnan" è così un piccolo kolossal ambizioso, che vuole dare una passata di modernità ad una storia che più classica non si può; e che bene o male riesce nel suo intento.


Parte del fascino del libro originale è dato dalla capacità di Dumas di unire il romanzo storico "classico" con un racconto da cappa e spada di stampo popolare. Nella sua revisione del passato, Richelieu è un villain che brama quel potere che il raggiungimento della maggiore età da parte di Luigi XIII gli ha negato, mentre le avventure di D'Artagnan sembrano uscite da un feulettion. Il giovane guascone è poi ispirato alla figura del proprio padre, Thomas Dumas, figlio illegittimo di un nobile e una serva di colore, il quale, riconosciuto, è ben presto divenuto ufficiale dell'esercito; durante le campagne napoleoniche, ha servito l'imperatore e sotto le armi ha stretto una forte amicizia con tre commilitoni, i quali erano inseparabili; il suo coraggio lo ha poi portato a distinguersi in più battaglie, rendendolo molto amato tra le truppe.
Su schermo, D'Artagnan ha il volto di François Civil, che ne restituisce alla perfezione la sbruffonaggine, ma anche la spavalda ingenuità; arrivato a Parigi, nel bel mezzo delle guerre di religione del XVII secolo, aspira a diventare moschettiere come il padre e ne incontra ben presto tre: il nobile Athos (Cassel), il gesuita donnaiolo Aramis (Romain Duris) e l'esuberante Porthos (Pio Marmai). I quattro si trovano presto invischiati non solo nella canonica rivalità con le guardie privati del cardinale, ma anche in un complotto volto a destabilizzare la corona, il quale viene ordito dal porporato assieme alla bellissima e fatale Milady (Eva Green).




E' proprio il cast a merita il plauso maggiore: oltre a Civil, ogni attore è perfettamente in parte. Su tutti svetta ovviamente Cassel, che in questa prima parte ha modo di sfoggiare il suo carisma nei panni del personaggio più tormentato, ma anche quello di Eva Green risulta un casting perfetto, nonostante il poco screentime che le venga dedicato. Strana invece la trovata di affidare il ruolo di Richelieu al misconosciuto Eric Ruf, quando invece ad interpretarlo è per tradizione sempre una star o comunque un attore dal sicuro fascino, ma c'è da dire che anche lui funziona a dovere.
La regia di Bourbolon è invece fin troppo pop: al bando ogni forma di classicismo, il cappa e spada qui diventa quello di un episodio di "Game of Thrones" o di un qualunque fantasy degli ultimi dieci anni, con piccoli piani sequenza che seguono i personaggi mentre duellano e montaggio serrato. La visione è sempre chiara e l'azione comprensibile, ma il tutto manca di vera personalità, complice anche una fotografia di stampo para-televisivo.



A saltare all'occhio, semmai, è il tono usato per la narrazione, decisamente cupo. La leggerezza del romanzo cede il passo ad un registro sempre pesante, con la Francia del 1.600 che sembra uscita da un racconto di "Conan il Barbaro" tanto l'aspetto selvaggio e violento è calcato. E' come se il regista avesse in mento proprio i romanzi di George R.R.Martin piuttosto che quelli di Dumas quando ha deciso di costruire le scene. Con l'aggravante che, tono sbagliato a parte, non riesce mai a costruire la giusta tensione quando necessario, né talvolta la giusta enfasi quando serve. 
Alla fine il racconto scorre anche bene, ma si ha la sensazione di un'operazione dove lo spettacolo è stato prediletto all'efficacia, dove i valori produttivi contano più della storia.




Alla fine, questo adattamento sfarzoso e tenebroso bene o male funziona. I buoni valori produttivi e il cast riescono a rendere il tutto divertente e il fascino della storia è ancora oggi immutato. Certo è, tuttavia, che con una regia di miglior mestiere, questo "D'Artagnan" sarebbe stato davvero memorabile.

8 commenti:

  1. Non mi è piaciuto per niente, tutte le musiche sbagliate, tremendamente drammatiche anche se i personaggi se la chiacchierano felici al sole, per non parlare di certi tentativi di rendere moderni i personaggi, non mi ha convinto per nulla. Cheers!

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  2. Tra gli adattamenti dei i tre moschettieri come non ricordare la "trilogia" italiana di Giovanni Veronesi.
    Su cui ogni ulteriore commento sarebbe superfluo

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  3. Vidi il trailer al cinema e pensai Game of Thrones, quindi il mio cervello lo dimenticò istantaneamente. La tua recensione sembra confermarlo... Ma quanti soldi ci avranno perso con questa operazione???

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    1. Da quel che si è capito non è andata benissimo con il primo film, ma contando che lo hanno girato assieme al secondo alla fine qualcosa guadagneranno.

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    2. Se vanno avanti con la cosa... Il girato è un conto, ma postproduzione, montaggio, pubblicità... Son costi alti pure lì!

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    3. Esatto. Il flop è anche strano visto il tono fin troppo moderno e il grosso battage pubblicitario che c'è stato dietro.

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