lunedì 13 gennaio 2025

Il Caso Mattei

di Francesco Rosi.

con: Gian Maria Volonté, Francesco Rosi, Luigi Squarzina, Peter Baldwin, Renato Romano, Francesco Graziosi.

Inchiesta/Biografico

Italia 1972


















Rivedendo a distanza di parecchi decenni gli exploit del Cinema Civile ai tempi della Prima Repubblica, sorge spontaneo il dubbio su come determinati argomenti potessero essere trattati in modo così esplicito e diretto al cinema in una nazione famosa per le morti misteriose, le sparizioni improvvise e gli omicidi liquidati in quattro e quattr'otto che spesso celavano realtà ben più spaventose. La regola è che dei misteri, dei veri e propri complotti, del malaffare e delle collusioni si può parlare apertamente, ma per ogni regola esiste pur sempre almeno un'eccezione. 
L'eccezione in questo caso è il famoso Il Caso Mattei, film di inchiesta che Rosi dedica a quello che forse è il principe dei "misteri italiani" a una decina d'anni dagli avvenimenti.



Il 27 Ottobre 1962, l'aereo aziendale sul quale Enrico Mattei, patron dell'ENI, volava dalla Sicilia, viene visto schiantarsi nelle campagne milanesi. I testimoni affermano inizialmente di aver visto schiantare al suolo il velivolo già in pezzi, ma poi ritratteranno affermando di averlo visto collassare per intero. Questo è solo il più semplice dei misteri che riguardano una morte che ad oggi non ha trovato colpevoli e che fatalmente finirà per creare un effetto a cascata che genererà altre due morti illustri.
Poco più di otto anni dopo, Francesco Rosi decide di dedicare una pellicola alla figura del famoso ingegnere e alla sua enigmatica morte. Inizia così a stilare una sceneggiatura con l'aiuto del giornalista Mauro De Mauro, il quale indaga autonomamente sulle ultime ore di Mattei in Sicilia
Tuttavia De Mauro scompare misteriosamente, pare dopo aver effettuato una scoperta scioccante in merito a Mattei e al progetto, poi mai compiuto, della realizzazione di un oleodotto che collegasse la Sicilia alla Tunisia. Tale seconda tragedia finisce per riplasmare il progetto di Rosi, che ora si concentra anche su tale secondo mistero, anch'esso ad oggi privo di effettiva risoluzione.
Il terzo mistero concerne niente meno che la morte di Pier Paolo Pasolini. Poco tempo dopo l'uscita de Il Caso Mattei, anche il grande regista e romanziere decide di approcciarsi al relativo mistero, iniziando a redigere Petrolio, suo ultimo romanzo, pubblicato postumo e incompiuto. Tra le teorie riguardanti la sua morte, avvenuta il 2 Novembre 1975, una riguarda proprio il suo coinvolgimento nella scoperta di retroscena scottanti sull'omicidio Mattei, che avrebbe portato alla sua esecuzione da parte di forze vicine tanto alla DC quanto a Cosa Nostra.



Quella di Mattei resta così un figura legata indelebilmente ad un mistero che genera altri misteri. Ma Rosi non si limita a creare una sorta di resoconto degli enigmi che ne hanno caratterizzato la scomparsa, quanto a crearne un ritratto a tutto tondo. 
La figura che ne emerge è quella di un visionario, un progressista dall'indole fortemente umana devoto alla creazione di un sistema di interconnessione per lo sfruttamento delle risorse energetiche il quale bypassasse il predominio del cartello petrolifero panamericano, quello delle cosiddette "sette sorelle", sette conglomerati che tutt'oggi hanno il predominio sui combustibili fossili, ossia Shell, Exxon, Texaco, British Petroleum, Mobil, Chevron e Gulf. 
Il Mattei di Rosi è un patriota che cerca di emancipare l'Italia dall'ingerenza del lobbisti privati prima ancora che dall'influenza del governo americano, al quale Gian Maria Volonté dona uno slancio vitale palpabile. Questo ovviamente non vuol dire che Rosi ne celi o ne smussi il carattere machiavellico: i giochi di potere tra DC e PCI che ha ordito, oltre che l'opportunismo che talvolta ne caratterizzava l'azione vengono riportati talvolta con piena dovizia di particolari, completando il quadro di un vero e proprio tycoon la cui indole era forse davvero quella di un devoto servo di una patria che, come al solito in Italia, non ne ha voluto apprezzare gli sforzi.



La struttura de Il Caso Mattei va persino oltre quella canonica che il film d'inchiesta aveva avuto fino ad allora, finendo per far confondere ulteriormente il confine tra fiction e documentario. 
Si inizia con la ricostruzione dei primi soccorsi nel luogo del disastro aereo (in una sorta di rimando a Salvatore Giuliano, che già partiva dall'epilogo di una morte dalle tinte fosche per poi ricostruire la vita del personaggio) e già qui Rosi utilizza la camera a mano per ricreare le interviste ai testimoni nel modo più verosimile possibile. Adoperando una struttura a flashback, narra la storia di Mattei e dell'ENI dalla fine della guerra sino alla costruzione dell'azienda nazionale che tanto lustro ha avuto, in un puzzle che si compone poco alla volta, ma sempre in maniera precisa. E con uno stratagemma apparentemente didascalico, fa seguire il suo protagonista da un giornalista al quale illustra la sua attività. Una trovata in teoria scolastica, ma che ad oggi rappresenta il principale centro d'interesse del film come documento storico, fornendo una testimonianza essenziale per comprendere sia il contesto storico che il funzionamento dell'allora AGIP.



Scompaginando ulteriormente la struttura, Rosi inserisce se stesso nella narrazione per dare spazio al mistero della morte di De Mauro. La quarta parete, così come il limite tra ricostruzione e documento, scompaiono del tutto e Il Caso Mattei, in questa sua parte, diventa una sorta di instant-movie che fa da testimonianza pressocché diretta di un altro arcano fatto di cronaca nera.
Il risultato è un'inchiesta che riesce davvero a scavare in una storia torbida finendo per connotare anche possibili soluzioni, come quella della pista dei servizi segreti francesi, pur non sbilanciandosi mai del tutto per dare un'effettiva risoluzione o anche solo un possibile volto dietro al complotto che si disvela in maniera quantomai diretta dinanzi agli occhi dello spettatore. E che viene condotta con un ritmo incalzante anche quando rallenta per dare spazio alla descrizione del ruolo di Mattei all'interno dell'organizzazione della sua azienda.



Ad oggi, Il Caso Mattei rappresenta una visione quasi obbligata per come impartisce una vera e propria lezione sul cinema d'inchiesta. Il suo valore come documento storico è poi innegabile e finisce per eclissare del tutto anche quella carica polemica, pur ancora avvertibile, di j'accuse verso un sistema tipicamente italiano sempre pronto ad annichilire chi cerchi di risollevare le sorti di un sistema-basate talvolta artatamente pilotato verso il fallimento.
Quanto al suo lascito, esso è alquanto strano: pur restaurato dalla Cineteca di Bologna nel 2012, non è praticamente mai stato distribuito in home-video, ma fortunatamente è presente sul catalogo di RaiPlay, oltre ad essere trasmesso in modo abbastanza regolare su Rai 3 e Rai Storia. Persino recuperare una copia in VHS è opera assai ardua, essendo stato editato in tale formato solo in due occasioni: una prima edizione della De Laurentiis-Ricordi, ancora oggi venduta a prezzi alti, e una seconda editata per una retrospettiva sul cinema italiano de L'Espresso.
Si può dire come ad oggi sia un film scomodo, che getta una luce forte, benché chiarificatrice solo in parte, su di un personaggio la cui azione ha infastidito troppi. E se la regola nel cinema dell'impegno civile era che si poteva parlare liberamente di ogni argomento con pochissimi limiti, oggi la regola per poter fruire di quelle testimonianze e opere pare essere quella di poterlo fare solo con i mezzi che lo Stato mette a disposizione, finché questi esisteranno. Possedere una copia de Il Caso Mattei anche solo per preservarne l'esistenza a fronte di una sua possibile cancellazione dalla piattaforma streaming sembra essere un'esigenza trascurabile.

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