giovedì 6 marzo 2014

Stripes- Un Plotone di Svitati

Stripes

di Ivan Reitman.

con: Bill Murray, Harold Ramis, Warren Oates, John Candy, Sean Young, P.J. Soles, John Laroquette, Judge Reinhold.

Commedia/Demenziale

Usa (1981)
















Una scomparsa improvvisa ed inattesa, quella di Harold Ramis; un lutto che ha colpito non solo il mondo dello showbiz hollywoodiano, ma anche e forse sopratutto la comunità di fans di internet, i quali per una volta hanno dimostrato una sensibilità forte verso un autore artefice, si, di uno dei cult più amati e citati di sempre, ma non troppo attivo negli ultimi anni; inattività in parte forzata, dovuta all'incedere della malattia, che ha lasciato la sua carriera chiusa, purtroppo, da "Anno Uno" (2009), commedia tutt'altro che memorabile nonostante la presenza di un ottimo Jack Black; flop che, fortunatamente, non attenua la fulgidità dei passati lavori di Ramis, il quale, oltre ad aver lanciato la carriera di John Belushi con l'imprescindibile "Animal House" (1978) e co-sceneggiato il mitico "Ghostbusters- Acchiappafantasmi" (1984), ha anche diretto due delle commedie più importanti degli ultimi anni: "Ricomincio da Capo" (1993), variazione del classico di Frank Capra "La Vita è Meravigliosa" (1946) immerso in un contesto ai limiti del fantascientifico, e "Terapia e Pallottole" (1999), satira del gangster movie e dell'ossessione per la psicanalisi che ha fatto da apripista per il capolavoro televisivo "The Sopranos".




Originario dell'Illinois, Ramis comincia la sua carriera nei primi anni '70 come sceneggiatore televisivo e radiofonico, per poi fondare il gruppo dei National Lampoons, sotto la cui etichetta verranno prodotti riviste satiriche, show televisivi e pellicole cinematografiche; fautore di un umorismo sarcastico, perennemente ai confini della demenzialità pura, Ramis viene risucchiato, alla fine degli anni '70, in quella immensa fucina di talenti che è il Saturday Night Live, dove affina le sue capacità di autore scrivendo testi per mostri sacri della commedia americana quali John Belushi, Dan Aykroyd, Steve Martin e Cheavy Chase, ma anche per l'amico Bill Murray, con il quale inizierà fin da subito un fortunato sodalizio artistico che lo vede impegnato anche come attore.
L'esordio di Ramis al cinema è un vero e proprio "battesimo del fuoco", il quale gli spalancherà le porte di Hollywood: la sceneggiatura di "Animal House" (1978), cult mitologico e pellicola fondativa dell'intero filone demenziale ad ambientazione scolastica, del quale il grande autore crea le basi; "Animal House" avvicina Ramis anche al produttore Ivan Reitman, all'epoca reduce dal sodalizio con David Cronenberg, il quale gli permette di continuare la sua carriera come sceneggiatore cinematografico ed esordire anche come attore del Grande Schermo; la loro prima collaborazione è "Stripes- Un Plotone di Svitati" (1981), commedia che sbeffeggia l'istituzione americana per antonomasia, ossia l'esercito, e costituisce una sorta di prova generale per il successivo, cultissimo, "Ghostbusters- Acchiappafantasmi" (1984) e che merita quindi di essere riscoperta.




John Winger (Bill Murray) e Russell Zieskey (Harold Ramis) sono due spiantati senza prospettive; dopo una serie di sfortunati eventi, che portano John a lasciare l'odiato lavoro da tassista e a venire piantato dalla ragazza, i due decidono di arruolarsi nell'esercito per dare una svolta alla propria vita. Arrivati al campo base per l'addestramento, vengono accolti dal ferreo sergente Hulka (Warren Oates, in uno dei suoi ultimi ruoli) e dall'esaltato comandante Stillman (John Laroquette), ed incontrano tutta una serie di veri e propri "casi umani" con i quali saranno protagonisti di una serie di peripezie sempre più demenziali.





E' il 1981: Ronald Reagan è appena diventato il nuovo presidente degli Stati Uniti e la moda dei "machos" sta per esplodere; Reitman, Murray e Ramis hanno però i piedi ancora saldamente piantati nel decennio precedente e decidono di sbeffeggiare il militarismo smontandone ogni luogo comune ed infarcendolo con personaggi caricaturali ed irresistibili; John e Russell non sono degli idealisti, non appartengono ai movimenti controculturali che in quegli anni stavano agonizzando, nè da essi sono fuoriusciti; sono, come il resto del "plotone di svitati", la perfetta rappresentazione dell'americano medio: non troppo intelligente, svogliato e con il chiodo fisso del sesso, che qui diviene un vero e proprio tormentone; entrano nell'esercito per puro opportunismo e per evitare di morire di fame, proprio come faranno qualche anno dopo le loro controparti in "Ghostbusters".
La ferrea disciplina militare viene distrutta con un'ironia leggera, di stampo sarcastico, con il quale i luoghi comuni vengono messi alla berlina; si parte dalla "sveglia alle 500!" controbattuta da un "Signore, secondo me questo plotone riuscirebbe a correre le 5 miglia mattutine se solo riposasse un pò di più, signore!"; i battibecchi tra lo scanzonato Winger e il veterano Hulka sono il terreno di scontro tra due visioni antitetiche della vita: la vecchia guardia para-repubblicana contro il giovane buono e nulla e fiero di esserlo; e gli altri svitati sono un vero e proprio campionario dell'idiozia dell'American Way: Francis "Psycho", esaltato dalla violenza, il soldato Cruiser, il cui volto "da scemo" è l'incarnazione dell'intrinseca demenza del soldato, Ox, che entra nell'esercito per dimagrire (!) e lo stesso Ziesky, che in una scena da antologia confessa le sue simpatie pacifiste dinanzi a tutto il plotone.



Se i soldati "semplici" sono dei comuni "burini", gli ufficiali rappresentano, a loro volta, la mediocrità americana elevata a sistema; oltre l'inossidabile Hulka (nome omen), ancora più graffiante è figura del vecchio generale, che nel vedere il plotone di buoni a nulla mettere in scena una (scompisciante) pantomima, si convince della loro immensa abilità e affida loro l'incarico di sorvegliare la nuova arma segreta americana: un camper corazzato e armato per la guerra!
La stoccata più feroce alla intrinseca idiozia dell'esercito avviene tramite il personaggio di Stillman; ufficiale borioso ed ambizioso, riesce ad essere persino più demente dei due protagonisti; da antologia la scena in cui spia nelle docce del reparto femminile e si eccita guardando la torsione dei loro muscoli, piuttosto che le grazie esposte.




Il lavoro sulla comicità svolto da Ramis e dagli altri due sceneggiatori è a dir poco scintillante; ogni gag viene costruita sulla fisicità degli attori, in particolare di Murray e John Candy, come il duetto nel Pon Pon Club, o su Warren Oates, in uno dei suoi pochi ruoli brillanti; la scrittura, come in "Animal House" e "Ghostbusters" è una vera e propria escalation che accumula situazioni demenziali e che culmina in un climax catastrofico, che qui ha la forma dell'improbabilissimo salvataggio in Cecoslovacchia del camper da guerra, con Murray, Ramis e le soldatesse Sean Young e P.J. Soles nei panni degli eroi, la cui cialtronaggine è a dir poco amabile.
Meglio del climax, c'è solo l'epilogo con i finti giornali, nel quale i personaggi più svitati vengono eletti a vere e proprie icone della cultura popolare americana, mentre l'odioso Stillman viene esiliato al Polo, come minacciava di fare ad un suo sottoposto.




Lo spirito dissacrante e graffiante di "Stripes" non è certo lo stesso del capolavoro di Robert Altman "M.A.S.H" (1970) e non può contare sui valori produttivi o sulla geniale scrittura di "Ghostbusters"; senza contare che la regia di Reitman appare talvolta acerba ed incerta; tuttavia, la disanima sulla stupidità dell'americano medio e sull'idiozia dell'esercito intessuta da Ramis e co. è lo stesso riuscita e, sopratutto, divertente, anche grazie all'ottimo cast. "Stripes" è quindi una pellicola degna di essere vista, rivista e amata per apprezzare ancora maggiormente un talento mai troppo lodato.








EXTRA

Splendidi artwork in omaggio alla memoria:






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