mercoledì 15 maggio 2019

5 cm al secondo

Byôsoku 5 senchimêtoru

di Makoto Shinkai

Animazione/Drammatico

Giappone 2007

















Amore e destino, una lontananza nel tempo e nello spazio (forse) impossibile da vincere, il sentimento come forza totalizzante, sia essa costruttiva che distruttiva; con un pugno di opere, Makoto Shinaki si è imposto, in poco meno 20 anni, come uno dei filmmaker dell'animazione nipponica più amati; merito del suo stile secco (chiaramente influenzato da Hideaki Anno), eppure incredibilmente poetico, che trova nel suo ultimo lavoro, "Your Name.", perfetta maturazione, ma i cui semi sono perfettamente ravvisabili anche nella sua opera seconda, "5 cm al secondo".




Con una durata di poco più di 60 minuti e diviso in tre episodi, distinti e al contempo interconnessi, "5 cm" narra la storia di Takaki e Akari, dalla preadolescenza all'età adulta; una storia di "non-amore", ove il sentimento, presente e pulsante sino ad essere un'ossessione, non trova praticamente mai coronamento, venendo costantemente vanificato dalle avversità più mondane.
La lontananza, in primis, con i due giovani intralciati da chilometri e chilometri di linee ferroviarie. Il primo episodio, "Il capitolo dei fiori di ciliegio", è un lungo viaggio di un Takaki tredicenne verso Akari, trasferitasi fuori Tokyo; quella che era la sua migliore amica diviene il suo primo amore, man mano che la distanza si assottiglia. Takaki è qui soggetto, protagonista di una storia dove combatte contro le avversità avvicinandosi ad una parte della vita a lui sconosciuta.



"Cosmonauta", il secondo episodio, vede un Takaki diciottenne divenire oggetto dell'amore di una sua compagna di classe, Kanae. La lontananza tra i due è questa volta metaforica: Kanae si avvicina fisicamente all'amato, il quale resta però emotivamente distaccato da tutto; Takaki è adesso, al pari del razzo spaziale che i due ragazzi vedono decollare, un corpo perso nella ricerca di un qualcosa di invisibile e remoto, il desiderio inconscio di coronare l'amore con l'ormai perduta Akari.



Il terzo capitolo, che da il nome al film, è anche il più breve e secco. E' il 2008, Takaki, ormai adulto, vive a Tokyo ed è reduce da una fredda storia di passione con una collega. Una mattina crede di incrociare Akari, ma destino vuole che i due non si reincontrino; Takaki decide così di chiudere il suo cuore; l'arco narrativo è dunque completo: dalla scoperta del sentimento alla sofferenza per la sua mancata soddisfazione, sino all'alienazione, la perdita (volontaria?) di ogni sensibilità.



Sul piano narrativo, Shinkai combina due stili solo apparentemente opposti, ossia la pura immagine con il fluviale flusso di coscienza, dato dai monologhi interiori dei protagonisti. La sensazione isolamento trova perfetta forma in inquadrature che si concentrano sui dettagli, che lasciano volentieri i volti fuori dal campo, quasi a oggettivizzare i protagonisti. La voce pensiero, sempre presente, si fa così pura riflessione sulla mancanza, sull'assenza di quell'oggetto del desiderio che causa una tristezza sempre presente, eppure sempre trattenuta, per questo infinitamente straziante.
Sullo sfondo, Shinkai descrive un mondo in cui la tecnologia compie passi da gigante, passando dalla lettera scritta agli sms; una tecnologia che, tuttavia, non permette mai davvero alle persone di ritrovarsi, divenendo anch'essa motivo di alienazione, al pari della labirintica metropoli e dell'infinita campagna.



Se la riflessione sull'alienazione data dallo spazio e dal tempo è riuscita ed emozionante, meno riuscita è la scelta di chiudere l'ultimo capitolo in modo decisamente anticlimatico, lasciando che la storia scivoli via verso il nulla, castrando quello che invece sarebbe dovuto essere il centro nevralgico della riflessione. Nonostante questo, "5 cm al secondo" resta un melodramma originale, prova dell'estro di una nuova leva di quell'infinita fucina di talenti che è l'animazione nipponica.

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