lunedì 25 ottobre 2021

Halloween Kills

di David Gordon Green.

con: Jamie Lee Curtis, Andi Matichak, Judy Greer, Nick Castle, Will Patton, James Jude Courtney, Anthony Michael Hall, Robert Longstreet, Charles Cyphers, Kyle Richards, Nancy Stephens.

Horror

Usa, Inghilterra 2021















"Halloween Kills" è il sequel di un reboot che già a sua volta era sequel e reboot di "Halloween- La Notte delle Streghe", fatto la bellezza di 40 anni dopo l'originale e che, contando anche i due film di Rob Zombie, era l'undicesimo capitolo della serie. E a giudicare dal risultato, sembrava anche arrivato il momento di staccare la spina a questa serie che ha avuto più bassi che alti. 
"Kills", tuttavia, inietta in parte una ventata d'aria fresca alla serie, necessaria soprattutto dopo l'esito non proprio esaltante del capitolo precedente: anzicché fossilizzarsi sulla schematicità tipica dello slasher horror, cerca di essere un film d'ensamble, portando al centro dell'attenzione e come motore degli eventi l'intera cittadina di Haddonfield. Il risultato, bene o male, paga.


Siamo ancora nella notte di Halloween del 2018. Mentre Laurie (Jamie Lee Curtis), sua figlia Karen (Judy Greer) e la nipote Allyson (Andi Matichak) vengono portate in ospedale, Michael riesce a sopravvivere alla trappola incendiaria, assalendo i vigili del fuoco accorsi sul posto. Nel frattempo, in città, Tommy Doyle (Anthony Michael Hall), assieme ad un'adulta Lindsey (Kyle Richards) a all'ex infermiera di Smith's Grove Marion (Nancy Stephens), decidono di farla finita con la "maledizione" di Michael Myers e aizzano la folla contro il killer mascherato.


Come da tradizione, la riverenza verso l'orginale è d'obbligo: torna il piccolo Tommy Doyle, ora interpretato da Anthony Michael Hall, che, come in "Halloween 6- La Maledizione di Michael Myers" non ha mai superato il trauma della notte del '78 ed è ossessionato dall'assassino con la maschera bianca; e tornano anche l'infermiera Marion e la piccola Lindsey, interpretate dalle attrici originale, dando un senso di continuità totale. Persino il compianto Donald Pleasence appare in un breve ma significativo cameo. Ma questa volta a David Gordon Green non interessa la nostalgia, né l'omaggio cinefilo, adagiando i personaggi e la loro mitologia su di una metafora infiammata sulla violenza moderna.


La violenza non è più solo quella del killer solitario, ma anche quella della comunità che lo ospita, che diviene una versione deformata sino ai limiti del grottesco dei gruppi QAnon e di tutti quei sovranisti che ancora oggi adoperano la violenza a fini sociali, decretando il fallimento della società civile. Michael Myers diviene così il male supremo, in grado di ammaliare chi gli sta intorno, avvelenandone la mente e le azioni, virandole verso una distruttività spicciola e compiaciuta. La rabbia del popolo si fa esaltazione per la giustizia di piazza, la quale, come da copione, non riesce a risolvere nulla, creando più danni che rimedi e finendo per ritorcersi contro gli innocenti. Idea già esplorata in parte nel precedente "Halloween 4- Il Ritorno di Michael Myers", ma che qui diviene tematica centrale.
La trasformazione di Michael in male puro diviene così definitiva, trascendendo la forma fisica per farsi vera e propria idea, che non può essere sconfitta sul piano fisico, poiché intangibile da parte di quello stesso male che è sua prerogativa. E, forse, non esiste una vera e propria soluzione al ciclo di morte innescata, rigenerandosi di volta in volta in forme nuove e più spaventose.


La formula dello slasher viene così spezzata: le morti continuano ad esistere, ma non sono in serie, né i personaggi ricoprono quegli stereotipi solitamente mostrati nel filone. 
Green questa volta calca maggiormente la mano sulla violenza, rendendola talvolta esagerata, virata verso lo splatter puro, rendendo questa incarnazione di Michael Myers tra le più violente apparse su schermo, ma a fare davvero paura è la folla, l'insieme di quelle persone "normali" dalla mente obnubilata, che finiscono per commettere quello che è l'omicidio più disturbante di tutto il film.


"Halloween Kills" riesce così nel doppio intento di svecchiare la saga e configurarsi come un capitolo riuscito, tra i migliori della serie, riprendendo la narrazione metaforica di tanto cinema horror americano anni '70 per riproporla in una riuscita chiave moderna. Non un capolavoro, sia chiaro, né un film che segnerà le sorti del cinema horror a venire, ma un piccolo e riuscito exploit che riesce a convincere.

4 commenti:

  1. Apprezzabile la volontà di portare la saga fuori dai suoi binari consolidati, ma ho finito per guardarlo come un "Venerdì 13" qualunque con le pretese di satira sociale, inoltre il ritmo e molti personaggi mi hanno convinto poco, ben fatto nulla da dire, spero che David Gordon Green abbia un piano per il terzo capitolo, qui ha fatto fin troppa melina a centro campo. Cheers

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    1. Concordo, ma lo considero comunque più interessanti di tanti altri sequel della serie ;)

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  2. Risposte
    1. Non aspettarti un capolavoro, piuttosto un film decente che cerca di dire qualcosa e in parte ci riesce.

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