giovedì 27 aprile 2023

Cocainorso

Cocaine Bear

di Elizabeth Banks.

con: Keri Russell, Alden Ehrenreich, Ray Liotta, O'Shea Jackson, Isaiah Whitlock Jr., Brooklyn Prince, Christian Convery, Margo Martindale, Jesse Tyler Ferguson.

Grottesco

Usa 2023













Un orso sniffa della cocaina e dà di matto. Una storia assurda, talmente strampalata da essere incredibile. E talmente incredibile che poteva solo essere vera: nel 1985, l'ex poliziotto e noto contrabbandiere di stupefacenti Andrew Thorntorn getta dal suo aereo, per motivi mai chiariti, un intero carico di circa 70 kili di cocaina nelle foreste nordamericane, gettandosi anch'egli solo per trovare la morte. Un orso del luogo, trovato parte del carico, ne assume involontariamente un po'.
Ovviamente nella realtà il plantigrado è deceduto dopo aver sniffato neanche due grammi, ma questo piccolo aneddoto è sufficiente per innescare l'immaginazione: 
"Cocainorso" diventa così una sorta di rielaborazione grottesca e ai limiti del demenziale dell'accaduto, che Elizabeth Banks porta in scena in modo tutto sommato convincente.



Tolto di mezzo Thornton nei primi minuti, la storia si concentra su di un gruppo di personaggi immaginari eterogenei: i due criminali da strapazzo Eddie e Daveed (Alden Ehrenreich e O'Shea Jackson) incaricati dal boss Sidney White (Ray Liotta, nella sua ultima apparizione, al quale il film è dedicato) di recuperare il carico perduto; la bella infermiera Sari (Keri Russell), alla ricerca della figlia persa nei boschi; il detective Bob Springs (Isaiah Whitlock Jr.), anch'egli sulle tracce della droga; nonché la ranger locale Liz (Margo Martindale), trovatasi nel bel mezzo del casino.



"Cocainorso" è quasi una parodia dei film sugli animali feroci, quei B-Movie straight-to-video da quattro soldi con CGI da accatto, totalmente basati sulla premessa basilare di un grosso animale che fa una strage e talvolta sul ridicolo involontario. La Banks, dal canto suo, gioca sull'assurdità del tutto elevando il tono ben oltre i limiti dell'assurdo, con un'orsa ricreata in computer graphic palesemente fasulla e impegnata nelle attività più demenziali, delle quali sniffare e sbudellare gli umani sono solo le più ordinarie.
Il risultato è ai limiti del trash cosciente, ma sfortunatamente non riesce a raggiungere lo status di pellicola demenziale irresistibile che sulla carta avrebbe ben potuto avere.



Non paga la scelta di aver voluto moltiplicare i personaggi, con trame che si incrociano alla bene e meglio e che finiscono per annacquare le situazioni piuttosto che contribuire a crearne di nuove. Il ritmo, così, diventa subito altalenante, facendo passare troppo tempo tra un'assurdità e l'altra. 
Il tono è costantemente sopra le righe, ma non tutte le gag sono riuscite: se quelle con l'orsa hanno la giusta carica di demenzialità, quelle con i personaggi umani avrebbero potuto essere più grottesche e ilari. Con la conseguenza che la noia talvolta fa capolino, ammazzando parte del divertimento.



La Banks si fa certo perdonare l'imbarazzante exploit di "Charlie's Angels" e la ancora più imbarazzante relativa campagna promozionale, ma avrebbe davvero dovuto osare di più. Le va comunque riconosciuto il merito di essere riuscita ad inserire in un film demenziale una morale sulla maternità senza scadere nello stucchevole, cosa davvero non da poco.

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