di John Francis Daley & Jonathan Goldstein.
con: Chris Pine, Michelle Rodriguez, Justice Smith, Sophia Lillis, Hugh Grant, Regé-Jean Page, Chloe Coleman, Daisy Head, Spencer Wilding, Will Irvine.
Fantasy/Commedia
Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Islanda, Australia 2023
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando "Dungeons & Dragons" era considerato come una vera e propria appendice alla bibbia di satana e per dissuadere i ragazzini dal giocarci venivano fatti film per tv dove un giovane Tom Hanks si perdeva nelle caverne dimostrando come un gioco da tavolo causasse confusione nella percezione del reale, in quel "Mazes & Monsters" oggi ricordato solo per quanto fosse indicibilmente stupido. E ne è passata tanta anche da quando il marchio di Wizards of the Coast è arrivato al cinema, nel 2000, anticipando di un anno il ritorno in auge del fantasy dovuto al successo de "Il Signore degli Anelli- La Compagnia dell'Anello", configurandosi come un vero e proprio capolavoro del ridicolo involontario, nel quale è ancora oggi affascinante guardare un Jeremy Irons che, cosciente della cavolata a cui ha deciso di prendere parte, crea una performance talmente sopra le righe e cartoonesca da diventare strabiliante e ipnotica.
Oggi come oggi, con la rivalutazione della "cultura" geek e il culto degli anni '80, D&D è diventato un passatempo pop largamente accettato anche da quella fetta di pubblico che magari fino ad una quindicina d'anni fa mai avrebbe ammesso in pubblico di amarlo.
Ma quel penoso exploit filmico restava una macchia sulla reputazione del celebre gioco di ruolo, che lo ha praticamente bandito dai media audiovisivi per vent'anni, come una sorta di condanna allo scadere della quale un nuovo film è stato messo in cantiere, forse anche per risollevare le casse dell'azienda, rimasta a galla solo grazie all'acquisizione da parte di Hasbro. E se il primo film era una "cosa" che dimostrava un livello di incompetenza talmente elevato da risultare a tratti incredibile, tanto che finiva per configurarsi come una pellicola a suo modo interessante e divertente, "L'Onore dei Ladri" è invece un film dove tutto raggiunge livelli di dignità, ma nel quale nulla alla fin fine è davvero memorabile.
La prima cosa a saltare all'occhio (e già dai trailer) è il tono scanzonato con il quale viene ammantata tutta la storia; forse per evitare per scadere nel trash come nel primo film, a questo giro si è deciso di non prendere storia e personaggi troppo sul serio e, in pieno stile "scrittura millennial", battutine e sarcasmo la fanno da padrone all'interno di una trama comunque seria. Il fatto che poi dietro l'operazione ci siano John Francis Daley e Jonathan Goldstein, ossia i padrini dell'Uomo Ragno del MCU non era affatto garanzia di riuscita; fortunatamente, non si arriva mai a detestare il party di personaggi sarcastici protagonisti, anche grazie all'ottimo cast, formato da un gruppo di attori al solito affiatati e simpatici, capitanati da un Chris Pine che come sempre è una garanzia nel ruolo dello smargiasso con il cuore d'oro.
La storia in sé stessa è poi una piccola variazione del canone fantasy classico dove non c'è un vero e proprio "cammino dell'eroe": benché il protagonista effettivo sia l'Edgin di Pine chiamato a recuperare anche un immancabile mcguffin, la narrazione è più corale ed è strutturata come un caper, dove il ladro dall'anima buona deve anche e soprattutto recuperare l'amore della figlioletta (con inevitabili echi di "Ant-Man"). Non un'epica guerra tra bene e male assoluti (elemento che viene inserito solo nel finale), dove non ci sono neanche battaglie spettacolari; non un fantasy nel senso convenzionale del termine, quindi, quanto un cappa e spada vecchia scuola ambientato nei Forgotten Realms.
Il tutto, però, retto da uno script non proprio perfetto, che presenta diversi difetti i quali sarebbero stati facilmente evitabili. Si parte in primis dalla presentazione di un mondo i cui elementi spesso restano solo abbozzati o citati alla svelta; se le linee generali sono chiare e le varie razze sono bene o male le stesse viste in qualsiasi altra opera fantasy, chi non ha dimestichezza con D&D si chiederà davvero perché tanto astio nei confronti dei tiefling (e persino cosa effettivamente siano) o cosa sia quello strano oggetto rotondo che lo stregone Simon usa per eseguire le magie.
Anche la storia di per sé stessa a tratti non funziona, con la minaccia dei Maghi Rossi che di fatto non trova una vera risoluzione, forse per permettere la creazione di un seguito diretto. Così come lasciata sullo sfondo è tutta la sottotrama riguardante Doric (Sophia Lillis) e il suo regno d'adozione, inserita solo per dare un background a quello che purtroppo resta il personaggio più blando del cast.
Gli altri personaggi, per fortuna, funzionano meglio. Edgin è il classico furfante buono, ma riesce a non essere piatto anche grazie allo sforzo di Pine. Il maghetto Simon (Justice Smith) è anch'egli un archetipo stravisto, quello del giovane dotato che deve prendere fiducia in se stesso, ma finisce anch'esso per funzionare. Il paladino Xenk (Regé-Jean Page)funge poi da aiutante e mentore, ma viene simpaticamente lasciato fuori dai giochi per la maggior parte della durata del film. Mentre Holga (Michelle Rodriguez) è la dura dal cuore d'oro e la linea umoristica riguardante la sua attrazione per gli Halfling è anche l'aspetto comico più simpatico (con tanto di cameo di Bradley Cooper nei panni dell'ex marito premuroso).
Simpatica è anche la trovata di cucire il ruolo dei personaggi d'azione alle due donne, la quale funziona perché, miracolosamente, non si insiste sul fatto che siano, appunto, due donne che picchiano come bruti.
In generale, questo ritorno ai Forgotten Realms funziona, ma non incanta. La storia è basilare e i personaggi non sono nulla di trascendentale sul piano della caratterizzazione; il sense of wonder è praticamente assente, anche a causa di una regia funzionale, piatta e palesemente derivativa (con tanto di abuso di panoramiche "jacksoniane" per i paesaggi), oltre che di un comparto tecnico che va dal sufficiente al mediocre, con effetti in CGI talvolta vistosamente fasulli.
Tutti difetti che non distruggono la visione e che permettono comunque a "L'Onore dei Ladri" di risultare piacevole. Ma non memorabile, a differenza del film del 2000, il quale era innegabilmente davvero memorabile, anche se per i motivi sbagliati.
Si, tutto fila liscio. Anche troppo.
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