venerdì 13 settembre 2024

Beetlejuice Beetlejuice

di Tim Burton.

con: Michael Keaton, Winona Ryder, Jenna Ortega, Catherine O'Hara, Monica Bellucci, Justin Theroux, Willem Dafoe, Arthur Conti, Burn Gorman.

Commedia/Fantastico

Usa 2024













Tim Burton oramai è ufficialmente alla ricerca di una rinascita artistica. Complice anche la pessima esperienza avuta con Dumbo, ha realizzato di aver perso quel qualcosa che lo rendeva speciale, che gli permetteva di creare pellicole davvero memorabili non solo per i nomi degli attori che vi prendevano parte, veri e proprio pezzi di pop-art apprezzati da tutti, un passato che ben pochi cineasti possono vantare.
Beetlejuice Beetlejuice è quindi il film del "ritorno alle origini" con il quale Burton porta a compimento un progetto iniziato oltre trent'anni fa. A fronte del successo dell'originale Spiritello Porcello, un sequel pare fosse entrato in cantiere già nei primi anni '90; un primo script fu redatto dal compianto Warren Skaaren, che già aveva revisionato quello dell'originale, e vedeva Betelgeuse fuggire dal mondo dei morti per concupire una giovane parigina; ma la morte dell'autore, di concerto con gli impegni presi da Burton per Batman il Ritorno e Nightmare Before Christmas hanno portato a cassare questa prima incarnazione di Beetlejuice 2; il quale ritorna giusto qualche anno dopo come Beetlejuice goes hawaian, con una sceneggiatura talmente delirante che praticamente nessuno ha voluto toccarla.
Trentasei anni dopo il primo exploit, Michael Keaton torna così a vestire i panni del bio-esorcista e Burton torna a dare fondo alla sua creatività per dar vita alle sue peripezie. E va detto: Beetlejuice Beetlejuice sfoggia una forma decisamente più interessante rispetto agli exploit burtoniani degli ultimi quindici anni (Frankenweenie a parte, si intende); peccato però che resti il più classico dei legacy sequel che si possa immaginare.


















Trentasei anni sono passati anche per i Deetz. I Maitland? Liquidati fuori scena con una lacuna nel regolamento che li ha permesso di "trapassare" definitivamente (e di non spendere soldi per il de-aging software). Nel frattempo Lydia è divenuta una sensitiva televisiva e ha avuto una figlia, Astrid (Jenna Ortega) con un primo marito deceduto male, mentre ora frequenta l'arrivista Rory (Justin Theroux). Tutto va bene? Non proprio: papà Deetz muore male anche lui e per tutto il film non è interpretato da Jeffrey Jones, viste le sue condanne per detenzione di materiale pedopornografico. Il lutto è l'occasione per Lydia, Astrid e la matrigna Delia (Catherine O'Hara) per ricucire i rapporti. Ricucitura che interessa anche la misteriosa Delores (Monica Bellucci), defunta succhia-anime che viene risvegliata da un inserviente maldestro (Danny DeVito) e che ora è in cerca di Betelgeuse (Keaton); il quale, a sua volta, se la spassa ancora come bio-esorcista ciarlatano.



















Un legacy sequel che ha il difetto mortale di tutti i legacy sequel, ossia la venerazione per l'originale, aprendosi con un volo sulla cittadina di provincia che diventa di punto in bianco un diorama e chiudendosi con le folli nozze del mostro, proprio come nel 1988. E' stato facile per tanta critica incensarlo per lo stile visionario e le trovate slapstick, ma BeetleJuice Beetlejuice, come da copione, non fa altro che riprendere e riproporre il passato; le differenze sono pochissime, come la mancanza della palette cromatica a là Mario Bava per le sequenze ambientate nell'aldilà, sostituite da colori decisamente più convenzionali; l'omaggio a Bava ora si sostanzia essenzialmente nel flashback dove si spiegano le origini di Betelgeuse e Delores, tra l'altro narrate in italiano anche nella versione originale; altro? L'omaggio al mondo della disco music, che da qualche anno Burton sembra apprezzare e l'uso di una scena animata totalmente in claymotion, stranamente blanda, tanto che più che a Burton e alle sue fantasmagorie la mente corre al pur simpatico Happiness of the Katakuris di Takashi Miike, dove l'animazione era però volutamente scialba.
Per il resto nulla di quanto appare su schermo è nuovo; anzi, Betelgeuse si limita a sfoggiare i suoi look più celebri (il completo a strisce con gli anfibi e lo smoking bordeaux) ma non il suo primo look con lo spolverino, il design di Delores è una fusione tra la Sally di Nightmare Before Christmas e La Sposa Cadavere, mentre il Betelgeuse Bebè sembra più che altro un omaggio alla scena più divertente del mitico Splatters- Gli Schizzacervelli di Peter Jackson.



















Da un punto di vista strettamente narrativo, le cose vanno invece un pelino meglio: lo script almeno non è una fotocopia sbiadita del primo e, anzi, cerca di dire qualcosa di nuovo; perché poi questo qualcosa debba essere una storia pseudo-femminista su quattro donne e il loro rapporto con i compagni tossici non è chiaro, ma evidentemente agli sceneggiatori di Mercoledì non è venuto niente di meglio in mente.
Troviamo così Lydia alle prese con uno spasimante falso e arraffone non poi tanto diverso dallo Spiritello Porcello che cerca ancora di concupirla, Astrid alle prese con una cotta che si rivelerà a dir poco pericolosa e Delia a piangere un marito che invece era davvero un'anima gemella, fatto veramente strano soprattutto se si pensa ai trascorsi di Jeffrey Jones. Delores, d'altro canto, è una semplice villain, ma almeno funziona come perfetto controaltare al bio-esocrista ciarlatano più simpatico del cinema; e Burton ha la decenza di limitare al minimo sindacale i dialoghi della Bellucci, che come sempre quando si tratta di sfoggiare la sua inesauribile bellezza funziona a dovere.

















Si hanno così tre tracce narrative che si intersecano tra di loro; al bando la satira di costume, Beetlejuice Beetlejuice alla fin fine è una semplice commedia sulla guerra dei sessi e sull'accettazione di sé stessi, nulla più e nulla meno; la sceneggiatura non sempre riesce a tenere insieme le sequenze necessarie, che talvolta sembrano un po' forzate, come il flashback baviano, ma per la maggior parte il tutto scorre bene. Questo nonostante Burton a tratti non riesca a imporre il giusto ritmo, forse anche a causa del cast: Jenna Ortega fa sostanzialmente il suo classico personaggio da adolescente problematica senza impegnarsi più di tanto, Winona Ryder neanche cinquant'anni riesce a tenere la scena, Willem Dafoe è tutto sommato sprecato, l'unica che davvero dimostra grinta è Catherine O'Hara, davvero scatenata; quanto a Michael Keaton... il suo carisma è sempre lì e fa sua ogni scena, ma quella genuina pazzia e quell'entusiasmo strabordante del passato si percepiscono solo a tratti.

















Si potrebbe quindi etichettare Beetlejuice Beetlejuice come un sequel dignitoso ma modesto e lo si potrebbe anche tranquillamente detestare. Eppure, ha qualcosa che lo rende lo stesso divertente, che permetterebbe anche allo spettatore più cinico di divertirsi; c'è qualcosa in quest'alchimia ottenuta riciclando il passato che per una volta non urtica, né annoia; per una volta e da davvero molti anni a questa parte, l'entusiasmo di Burton si avverte davvero, pur al netto dei difetti di direzione; sarà perché gli ultimi exploit dell'ex enfant prodige di Burbank sono stati al meglio mediocri, sarà perché in generale quella del legacy sequel è una moda che ha generato davvero pochissimi esiti degni di nota, questa volta ci si riesce almeno a divertire.

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