venerdì 12 gennaio 2018

L'Amore Fugge

L'amour en fuite

di François Truffaut.

con: Jean-Pierre Léaud, Marie-France Pisier, Claude Jade, Dani, Daniel Mesguich, Dorothée, Julien Bartheau.

Commedia

Francia 1978














Avevamo lasciato Antoine Doinel alle prese con la vita matrimoniale, non tanto felicemente sposato con la bella Christine e padre di un bel pargolo. Ma "Domicile Conjugal" non è la fine della sua storia, pur se perfetto nella sua parabola; onere che spetta a "L'Amore Fugge", conclusione non proprio riuscita della storia dell'alter ego di Truffaut, che questi dirige per ragioni squisitamente commerciali: il flop de "La Camera Verde" lo ha costretto a far tornare in fretta e furia in azione Doinel e le sue scalcinate relazioni amorose; fretta che non ha pagato: palesemente a corto di fiato, "L'Amore Fugge" è una pellicola che non sa dove andare a parare e nel dubbio decide di puntare sul sicuro e riproporre tutti i clichè del cinema del suo autore.




Una storia che non è continuazione, ma ritorno al passato, quella di "L'Amore Fugge"; ritroviamo Antoine divorziato e nuovamente tra le braccia di una giovane, la bella Sabine (Dorotheè); ma è l'incontro con la sua prima fiamma Colette (Marie-France Pisier) ad innescare il solito tran-tran di amori e tradimenti.
Una narrazione, quella imbastita da Truffaut, totalmente frammentaria, che ripesca intere sequenze da "Domicile Conjugal", "Baci Rubati", dal corto "Antoine e Colette" e persino da "I 400 Colpi" per costruire una storia che riflette sulla crescita del personaggio e le sue disavventure. Così come i nuovi "sketch", che sono anch'essi per lo più flashback, che aggiungono poco o nulla al personaggio, come in quello dove Antoine intraprende una relazione extraconiugale con la bella Dani.
Un personaggio che in realtà non cresce, quello di Doinel. D'altro canto, Truffaut è stato chiaro in proposito: Antoine è un bambino, così come molti uomini (se non tutti) mantengono un che di infantile anche da adulti; questa vena, nel suo alter ego, è più marcata: non c'è stata, nè può esserci vera maturazione per lui, nè umana, né sentimentale; il suo è un personaggio perennemente in fuga, che salta da una donna all'altra, da un amore all'altro in cerca di un'ideale partner perfetta, che sia moglie, amante, madre e sorella, ossia donna totale e definitiva, tipica fantasia della prima adolescenza.




Da qui l'uso dei flashback (in realtà adoperanti anche per aumentare artificialmente la durata di una storia sin troppo semplice) e la rievocazione di quella figura materna che, da strega insensibile, diviene genitrice che ha un suo particolare modo di amare lo scomodo figlio, benchè non ci sia mai il perdono effettivo da parte di quest'ultimo; nè vi è la ricostituzione totale dell'amore con Colette, riagganciato con l'attuale storia di Antoine in virtù della strana relazione che la ragazza intraprende con un uomo che sembra sposato, tanto è distante, divenendo un ideale doppio di Antoine nella sua prima storia con Christine, anche se non a lui speculare.




Ed è la mancanza di una catarsi, di una maturazione effettiva, di una presa di coscienza o di un traguardo vero e proprio che sia a rappresentare il limite implicito del film, che finisce per non aggiungere nulla alle peripezie, nè alla caratterizzazione dello scapestrato ma simpatico personaggio. Si arriva ad un finale dove tutto è come all'inizio, non tanto in una ideale circolarità quanto nella riproposizione di un clichè, lo stesso visto alla fine di "Baci Rubati", dove una situazione di composizione amorosa ben può essere in realtà solo momentanea, come sottolineato genialmente da Truffaut alternando il bacio tra Antoine e Sabine con quello della coppia più anziana ed il flashback in cui Antoine è sballottato nella centrifuga, simbolo della sua burrascosa vita sentimentale.




Un film inutile e posticcio, "L'Amore Fugge". Ma pur sempre un film di Trufaut, quindi garbato e simpatico, che pur non dicendo nulla di rilevante, lo fa con stile, senza essere pesante, nè pedante o noioso; e per questo, è almeno in parte una prova riuscita.

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