lunedì 19 febbraio 2018

Fullmetal Alchemist

Hagane no renkinjutsushi

di Fumihiko Sori.

con: Ryosuke Yamada, Tsubasa Honda, Dean Fujioka, Atom Mizuishi, Yasuko Matsuyuki, Misako Renbutsu, Jun Kunimura, Natsuna.

Fantastico/Avventura

Giappone 2017
















Creato da Hiromu Arakawa e serializzato tra il 2001 ed il 2010, "Fullmetal Alchemist" è lo shonen più rivoluzionario mai scritto, in grado di sovvertire i canoni del genere per creare una narrazione originale, imprevedibile ed adulta nei toni e tematiche.
Ambientato in un mondo immaginario, simile alla Germania dei primi del '900, dove l'alchimia è uno strano mix tra scienza e magia, vede protagonista i due fratelli Edward ed Alhponse Elric, aspiranti alchimisti i quali rompono da bambini il tabù principale dell'alchimia: riportano in vita la madre defunta; la cosiddetta "trasmutazione umana", vietata perchè mai riuscita, costa loro caro: Edward, il maggiore, perde un braccio ed una gamba, poi sostituiti con delle protesi meccaniche (o "automail"), mentre il piccolo Alphonse perde tutto il suo corpo e, per evitare di farlo morire, Edward ne lega l'anima ad una gigantesca armatura. Per riottenere i loro corpi, i due fratelli decidono così di divenire alchimisti di stato, ossia membri dell'esercito in quella che è una vera e propria dittatura militare, unico modo che consente loro di accedere alle conoscenze necessarie; ma sulla loro strada si pareranno ovviamente avversari imprevisti.




Calata in un mondo tra il fantasy e lo steampunk di grande fascino, la storia si disfà del modello classico dello shonen per divenire narrazione vera e propria: non ci sono combattimenti "a turni" con nemici sempre più forti, nè esigui canovacci da seguire per unire un incontro e l'altro; l'enfasi è tutta posta sulla storia, sui misteri del mondo e dell'alchimia, sugli intrighi dei ranghi militari e dei misteriosi homunculus, nonchè sulla crescita dei due fratelli: Edward, più umano nel corpo, è anche il più freddo, mentre il gigantesco Alphonse è il più umano e sensibile.
Formula fresca, perfettamente eseguita in una narrazione che dà ampio spazio all'interiorità dei personaggi ed alla drammaticità degli eventi, riuscendo ad essere sempre appassionante; e che ne ha decretato il successo globale, acuito da due belle serie anime, che ne traspongono i capitoli su piccolo schermo, la prima in modo più libero (e diretta niente meno che da Shò Aikawa, regista di cult quali "Urotsukidoji" ed i primi due oav di "Violence Jack"), la seconda in modo fin troppo fedele al manga.




Riuscita che si estende in parte anche all'adattamento live-action, che arriva nelle sale nipponiche a Dicembre 2017 e nel resto del mondo grazie a Netflix; diretto da Fumihiko Sori, già autore della trasposizione di un altro splendido manga, l'imprescindibile "Ashita no Joe", e girato a Volterra, "Fullmetal Alchemist" è un piccolo fantasy che all'azione sfrenata preferisce la caratterizzazione dei personaggi.




Condensare tutti i volumi del manga in 132 minuti di film era ovviamente impossibile; per il film si è quindi optato per un'azione di adattamento un po' selvaggia: restano tutti i punti salienti del primo arco narrativo, ossia gli homunculus, il dottor Marco e la tragedia dell'alchimista intrecciavite Shou Tucker, ma viene eliminato il villain principale Scar, l'assassino di alchimisti, per dar spazio al complotto interno all'esercito. La storia risulta così compatta, ma purtroppo priva di spunti davvero interessanti: svelata l'identità del vero villain e la sua motivazione, tutto diviene già visto.
A salvare la visione ci pensano così i buoni valori produttivi e la caratterizzazione dei due protagonisti.




Gli effetti speciali, tutti in CGI, sono altalenanti, ma per la maggior parte ottimi; in particolare, il rendering dell'armatura di Alphone a tratti raggiunge vette di fotorealismo inusitate per una produzione non hollywoodiana. L'idea di ambientare tutto il film in Toscana, poi, aggiunge un tocco di fascino in più al mondo degli alchimisti, nonostante lo straniamento dovuto dal vedere attori nipponici in ruoli occidentali.




Grande spazio viene dato ai due protagonisti. Edward è puerile come la sua controparte cartacea, ma per fortuna riesce ad essere credibile anche nei passaggi più drammatici. Ed è qui che il film dà il meglio di sè, regalando momenti toccanti e scioccanti nel secondo atto.
Meno riuscita la narrazione della trama in sè: la condensazione e l'adattamento, al di là dei clichè, portano talvolta ad una superficialità grossolana, come nel caso del ruolo degli homunculs negli eventi.
Inutile sottolineare come questo live-action altro non sia che il primo capitolo di un dittico o trilogia che si spera venga completato e non lasci il discorso inutilmente aperto, come nel caso (purtroppo) di quel "Diamond is Unbreakable- Part I" adattamento de "Le Bizzarre Avventure di JoJo" di Takashi Miike, uscito anch'esso nel 2017 e che resterà privo di conclusione.




"Fullmetal Alchemist" è un piccolo e divertente blockbuster di tutto rispetto; i fan del manga ne apprezzeranno la fedeltà di tono e script, mentre lo spettatore occasionale potrà lasciarsi trasportare in uno spettacolo di routine ma non per questo disprezzabile.

2 commenti:

  1. Anche senza aver mai letto fumetto o visto l'anime, credo che gli darò una chance... visivamente sembra carino. Per passare una giornata può andare!

    RispondiElimina