di Drew Pearce.
con: Jodie Foster, Dave Bautista, Sofia Boutella, Sterling K.Brown, Jeff Goldblum, Brian Tyree Henry, Zachary Quinto, Charlie Day, Father John Misty, Evan Jones.
Azione/Pulp
Inghilterra, Usa 2018
Se c'è una cosa perfettamente riuscita in "Hotel Artemis", è la costruzione di una distopia prossima ventura altamente credibile, dove i cittadini di Los Angeles mettono a ferro e fuoco la città (in modo non dissimile da quanto avviene in questi giorni ad Hong Kong) per protestare contro la privatizzazione dell'acqua potabile, mentre forze di polizia privata tentano di ristabilire l'ordine mediante l'uso della violenza sommaria.
Contesto che tuttavia fa da semplice sfondo ad una vicenda non altrettanto interessante, una storia pulp e sopra le righe incentrata su di una clinica privata per facoltosi criminali gestita in modo ferreo dall'infermiera interpretata da Jodie Foster, la quale si ritrova a fare i conti con una nottata più lunga di quanto si sarebbe aspettata, anche a causa dell'entrata in scena del re del crimine della città.
Personaggio che vive adoperando un codice di condotta ferreo, atto a mantenere l'ordine all'interno di un mondo in preda alla follia, che si muove nervosamente tra le stanze dell'hotel rattoppando gli avventori in modo preciso, grazie ad una tecnologia futuribile eppure mai davvero fantascientifica. Allo stesso modo, il Re Lupo interpretato da Jeff Goldblum è un padrino severo e inflessibile, che non esita a castigare chiunque contravvenga alle regole da lui stabilite.
Se questi due poli, al contempo antitetici e identici, sono interessanti, decisamente più piatto è il resto del roaster di personaggi, composto da due fratelli rapinatori, dalla femme fatale di turno, dal mercante d'armi simil linea comica, dall'assistente forzuto e dall principe del crimine fin troppo attaccato alla figura paterna. I conflitti innescati sono tutto sommato basilari e si risolvono sempre in modo prevedibile, non lasciando spazio neanche all'immaginazione dello spettatore.
La regia di Drew Pearce (già sceneggiatore del bel "Iron Man 3") riesce tuttavia ad imprimere un buon ritmo alla narrazione ed ha un buon occhio per le scene d'azione. Sfortunatamente, laddove riesce perfettamente a creare un macrocosmo verosimile e un microcosmo pulp intrigante (a là "John Wick"), non riesce mai a suscitare una vera emozione o a condurre ad una catarsi che non sia ampiamente prevedibile. Il che è davvero un peccato.
Nessun commento:
Posta un commento