con: Francesca Cavallin, Justin Korovkin, Ginevra Francesconi, Maurizio Lombardi, Elisabetta De Vito, Valentina Bartolo.
Horror/Gotico
Italia 2019
---CONTIENE SPOILER---
E' buffo constatare come, talvolta, la medesima storia possa assumere significati antitetici a seconda del contesto in cui viene prodotta. E' il caso di "The Nest", primo vero lungometraggio di Roberto De Feo, il quale, oltre a presentarsi come un prodotto straordinariamente ben confezionato, porta anche a riflettere su diverse tematiche ancora urgenti.
La comprensione della particolarità del film passa necessariamente attraverso la sua visione integrale, tanto che a prima vista potrebbe sfuggire; una volta svelati tutti retroscena, la storia somiglia, forse volontariamente, a quella del "The Village" di Shyamalan, con una comunità di individui che si rinchiude all'interno di una vera e propria bolla fuori dal tempo, per sfuggire all'orrore. Ma se nella pellicola del regista indo-americano questo "mondo nel mondo" resta caratterizzato fino alla fine come una vera e propria oasi di salvezza, in cui il male entra per puro caso, nel film di De Feo il rifugio è caratterizzato sin dal primo istante come un luogo macabro, dove l'asserragliamento porta sicuramente alla salvezza fisica, ma non a quella emotiva o mentale.
E anche andando al di là di ogni possibile lettura ideologica (la quale risulta invero attuale nell'Italia d'oggi giorno), "The Nest" è prima di tutto un perfetto horror gotico, il quale, più che rifarsi alla tradizione italiana del genere, torna indietro sino a quella britannica, riprendendone intuizioni visive e narrative per riformularle in chiave moderna ed efficace.
Piuttosto che affidarsi ai semplici jump-scare, De Feo preferisce costruire un'atmosfera di sottile inquietitudine; sin dalla prima scena, si comprende appieno come vi sia qualcosa di incredibilmente sbagliato e disturbante nei gesti dei personaggi, nel modo in cui parlano o anche semplicemente nelle loro espressioni contratte. E quando il jump-scare fa capolino, in un'unica scena, è efficacissimo, grazie all'uso magistrale del sonoro.
La sensazione di straniamento viene comunicata anche dalla bellissima fotografia, che abbandona le cascate di colore della tradizione nostrana in favore di una palette livida nelle sequenze diurne e altamente contrastata in quelle notturne.
Allontanandosi invece dalla tradizione, De Feo preferisce smontare l'effetto sorpresa attraverso un vero e proprio stillicidio di informazioni: i retroscena della storia e del mondo in cui il tutto viene ambientata arrivano un pò alla volta, lasciando comprendere e somatizzare allo spettatore ogni dettaglio. Tanto che l'unico vero colpo di scena è quello finale, in un certo senso il più debole e scontato tra tutti.
Lo stile visivo di De Feo è ricercatissimo, fortemente caratterizzato da una profondità delle inquadrature che aggiunge un ulteriore tocco di atmosfera. Le immagini, quasi tutte in interni, deformano ambienti e personaggi grazie all'uso sapiente del grandangolo e della trasfocatura e sono talvolta perfette nella ricercatezza delle forme, cosa inusuale per un esordiente e, bisogna ammetterlo, ancora più inusuale per una produzione nostrana.
La riuscita definitiva si deve anche agli sforzi del cast, composto da attori misconosciuti ma dal talento innegabile. Su tutti, sono però i due giovani protagonisti Justin Korovkin e Ginevra Francesconi (quasi una doppleganger di una giovane Jennifer Connelly) a sorprendere per espressività e posatezza.
"The Nest" è in definitiva una piacevole sorpresa: un horror efficace, interessante e bello, che merita di essere scoperto da un pubblico oggi come oggi non più abituato a vedere produzioni italiane di genere in grado di competere (e surclassare) simili prodotti esteri.
DUE multisala nella mia città e proiettano esattamente gli stessi 5 film, di questo ovviamente nessuna traccia, complimenti!
RispondiEliminaAlmeno il Pupi Avati ha trovato spazio nelle cinquanta proiezioni dedicate al Re Leone.
E' una vergogna che non abbia avuto una distribuzione migliore. Purtroppo, anche lì dove è arrivato, non si sono registrati buoni risultati. La colpa, come sempre, è anche del pubblico.
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