1951-2018
Si può davvero ricordare con affetto un personaggio come Carlo Vanzina? Colui che è stato il volto della morte della commedia all'italiana, pur figlio d'arte di Steno, che ha intossicato il nostro cinema con le commediacce un tanto al chilo?
No, sarebbe ipocrita cercare di trovare un che di valore in una carriera che anche nei picchi di maggior qualità ("Sotto il vestito niente", "I Fichissimi", "Febbre da Cavallo- La Mandrakata", "Il Pranzo della Domenica") ha sempre lambito la mediocrità.
Senza contare l'effetto deleterio che il suo lavoro ha causato: assieme al fratello Enrico, a Neri Parenti ed Enrico Oldoini è stato lui l'artefice della distruzione di un genere blasonato e che tanto aveva dato al cinema in generale.
E, come se già questo non fosse abbastanza, bisogna ricordare anche la sua ipocrisia nel paragonarsi a Spielberg o nel rimpiangere i tempi andati in film come "Il Cielo in una Stanza", dove rimpiangeva la spensieratezza degli anni '60 contro il cinismo degli anni '90, e "Torno indietro e cambio vita", dove invece rimpiangeva la bellezza degli anni '90 contrapposta al cinismo del 2015.
Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare e non aver paura nel dire, anche di fronte alla sua scomparsa, che Vanzina è stato una sciagura per il nostro cinema, dal quale, oramai, è impossibile che si riprenda.
Spielberg anche negli esiti meno riusciti o sbagliati della sua filmografia, ha sempre fatto o almeno faceva cinema.
RispondiEliminaA differenza di Vanzina che più che cinema, al più faceva (e ha fatto), televisione (di orrida qualità).
Infatti, poi ci si paragonava per il successo dei suoi film, che venivano visti solo in Italia... che tipo.
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