sabato 18 luglio 2020

The Day After- Il Giorno Dopo

The Day After

di Nicholas Meyer.

con: Jason Robards, JoBeth Williams, Steve Gutenberg, John Lithgow, John Cullum, Amy Madigan, Calvin Jung, William Allen Young.

Usa 1983
















Con lo scoppio dell'emergenza per il COVID-19, a fine febbraio, l'opinione pubblica ha presto obliato quello che sembrava dovesse essere l'incubo principale di questo 2020, ossia il riaffacciarsi della possibilità di un conflitto nucleare, una III Guerra Mondiale in grado di annichilire l'intera civiltà.
Inutile dire che uno scenario del genere non è nuovo e che nel corso dei quasi 50 anni della Guerra Fredda, il cinema ci ha abituato a visioni catastrofiche causate dall'umana idiozia.
Eppure esiste un filone, nato in tv e presto diffusosi anche nelle sale, che oggi sembra essere stato dimenticato o, quanto meno, sostituito nell'immaginario collettivo da quello più strettamente fantastico; un filone che immagina in modo verosimile e vivido le possibilità di un conflitto nucleare, sviluppatosi a partire dai primi anni '80 in Usa e Inghilterra.



Il contesto in cui il filone "catastrofico-verista" è nato è essenziale; nel 1979 l'Unione Sovietica invade l'Afghanistan e gli Stati Uniti appoggiano direttamente la resistenza locale contro le truppe nemiche. Se per un decennio sembrava che la Distensione avesse fatto buoni frutti, ora l'ipotesi di uno scontro diretto tra le due superpotenze sembra sempre più probabile.
In televisione si moltiplicano le produzioni volte a dare una visione credibile al conflitto. L'esito più famoso e rappresentativo resterà "The Day After" di Nicholas Meyer, ma ancora oggi sono apprezzabilissimi altri esponenti come l'inglese "Threads- Ipotesi di Sopravvivenza" (1984), "Testament" (1983) e il canadese "Countdown to Looking Glass" (1984).
Proprio "The Day After", si diceva, rappresenta un primo esempio di fantascienza immaginifica applicata ad uno scenario reale in chiave verosimile; esempio talmente fulgido e riuscito da mettere i brividi ancora oggi.




Trasmesso per la prima volta il 30 Novembre 1983, prima di essere distribuito nei cinema di tutto il mondo, questo tv-movie è in realtà uno dei primi esempi di "cinema televisivo" statunitense. Alla regia troviamo il veterano Nicholas Meyer, che i fan di "Star Trek" ricordano come l'autore di alcune tra le migliori trasposizioni filmiche della serie classica.
L'approccio di Meyer al racconto è quanto mai azzeccato: il punto di vista è quello di persone semplici, il medico Russell Oakes (interpretato con trasporto dal grande Jason Robards), la famiglia Dahlberg, il giovane specializzando in medicina Steven (Steve Guttenberg, al suo primo ruolo importante) il professor Huxley (John Lithgow); persino il soldato McCoy (William Allen Young), a disastro iniziato, perde la sua caratterizzazione di militare per farsi persona comune. L'orrore che testimoniano viene così perfettamente filtrato verso il punto di vista dello spettatore, che si fa vicinissimo agli eventi.



Ancora più azzeccate sono le trovate di lasciare che il conflitto sorga un po' alla volta, restando dapprima sullo sfondo della vita quotidiana per poi farsi prepotentemente protagonista e di velare di ambiguità l'iniziatore del conflitto, che ben potrebbe essere stato l'esercito statunitense. Benchè prodotto negli anni '80, "The Day After" si impone così come perfetto esponente del cinismo e del pacifismo proprio del cinema americano anni '70, riprendendone in pieno l'ideologia.




L'intera narrazione viene spezzata in due parti, il prima e il dopo-bomba. Nella prima parte la tensione monta un po' alla volta, in un climax che si rivelerà annichilente. Nella seconda è l'orrore a dominare: l'orrore della distruzione definitiva e del disfacimento fisico che attende i sopravvissuti, nessuno dei quali arriverà alla fine salvo.




E' proprio la descrizione verosimile dell'inquinamento da radiazioni e della distruzione della civiltà a rendere "The Day After" sconvolgente ancora oggi. Se le immagini del bombardamento non sono invecchiate benissimo anche a causa del budget non esorbitante, quelle del "giorno dopo" non hanno perso un grammo della loro capacità espressiva, rendendo il film di Meyer ancora oggi attuale e sconvolgente.

2 commenti:

  1. Mi hai incuriosito non poco! Ora che ci penso, di Meyer ho visto solo i due Star Trek, II e VI, che tra l'altro sono i migliori della saga...

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