Animazione/Post-Apocalittico/Romantico
Giappone 2022
Netflix sta puntando tutto sugli anime. Tra produzioni dirette, esclusive in distribuzione e remake live-action dei classici, il gigante dello streaming ha le idee chiare, ossia ritagliarsi un posto d'onore in un mercato in crescita globale..
Ovviamente non tutte le ciambelle riescono con il buco il primo live-action ufficiale, l'orrendo remake del bellissimo "Cowboy Bebop", si è rivelato un cocente flop. Gli accordi in esclusiva per la distribuzione hanno creato problemi alle singole case di animazioni, basti vedere il caso dello Studio David e i ritardi relativi alla produzione di "Stone Ocean", sesta, attesissima, parte de "Le Bizzarre Avventure di JoJo". Per quel che riguarda la produzione diretta, invece, "Bubble" è qui a fare da testimone diretto dei risultati. I quali, manco a dirlo, lasciano a desiderare.
Per questo suo exploit, Netflix ha cercato di fare le cose in grande: alla regia ha chiamato Tetsuro Araki, salito agli onori per aver curato la direzione di praticamente tutti gli episodi del cult "L'Attacco dei Giganti". Al character design quel Takeshi Obata che ancora oggi trova riscontro per il lavoro svolto su "Death Note". Dulcis in fundo, tra gli sceneggiatori spicca Gen Urobuchi, responsabile del sorprendente "Puella Magi Madoka Magica". Un dream team vero e proprio che porta in scena una storia alla Makoto Shinkai, riprendendone stile, tematiche e persino la palette cromatica... finendo per confezionare un prodottino anonimo e dal fiato cortissimo, che regala emozioni stantie e tanti sbadigli.
Sono passati cinque anni da quando Tokyo è stata invasa da una serie di bolle che ne hanno causato l'alluvione. Ridotta ad una città fantasma, l'ex capitale è ora casa di gruppi di ragazzetti che si sfidano a gare di parkour tra le macerie. Tra questi spicca Hibiki, il quale viene salvato da una strana ragazza, chiamata Uta, la quale sembra avere una strana correlazione con il fenomeno apocalittico.
Una storiella esile esile, sia nelle premesse che nell'esecuzione. L'apocalisse misteriosa è manco a dirlo l'incipit di forse 3/4 dei prodotti di animazione moderni e non. Si potrebbe scomodare direttamente il mai dimenticato "Akira", ma dato che il punto di ispirazione è Shinkai è più probabile che gli autori abbiano puntato al filone sekaikei, dove però la tragedia è già avvenuta. Ma non bisogna cantare vittoria per la novità: nel finale si profila una nuova apocalisse che i protagonisti devono ovviamente scongiurare.
In questa Tokyo sommersa, si radunano dei ragazzi, per lo più orfani. Vai poi a capire perché, visto che tutto quello che fanno è gareggiare a rotta di colla per spartirsi i viveri necessari alla sopravvivenza. Atto di ribellione verso la società? Noia? Esibizionismo? Chi può saperlo, l'importante è avere su schermo il solito coacervo di stereotipi impegnato in azioni spettacolari.
E di stereotipi di certo non mancano a "Bubble": Hibiki è il più classico "bel tenebroso" che come da copione si scopre avere un passato triste. Mentre Uta è la più classica waifu "magica", misto di tutte le Nezuko, Cheza, Nyu e Rei Ayanami che si siano viste e riviste nel corso di circa trent'anni di sekaikei al cinema e in televisione. L'unica novità è data dalla forma del loro rapporto, che non si limita al non-detto proprio del cinema di Makoto Shinkai, ma per una volta si esprime in modo diretto, limitandosi tuttavia ai soli dialoghi.
Tutti gli altri personaggi rientrano bene o male nei luoghi comuni di tanta animazione nipponica: il rivale, questa volta meno convinto del solito, il senpai che salva la situazione, il giovane impulsivo che si caccia nei guai (che sembra un Naruto dei poveri) e la scienziata prosperosa. Senza contare un gruppo di antagonisti, gli Undertaker, che brilla per stupidità: conciati come se fossero fuggiti da una produzione dello studio Gainax, impegnati in pose improbabili che dovrebbero risultare disturbanti, sono cattivi perché usano degli stivaletti tecnologici che permettono loro acrobazie improbabili e soprattutto perché si sono permessi di monetizzare le corse tramettendole sul web. Che gaglioffi!
In tutto questo, Araki ripropone il suo mix di animazione 3D e classica, con i protagonisti che corrono tra le macerie come avveniva ne "L'Attacco dei Giganti", con le scarpette a spruzzo al posto dei moduli per il movimento tridimensionale. E a parte questo, non trova un modo per rendere interessante uno script esangue, che cerca di rifarsi al meglio di Shinkai ma riesce solo a tirarne fuori il peggio quando decide di accostarsi alla tradizione favolistica per creare una storia d'amore impossibile del tutto improbabile e, quel che è peggio, fredda.
"Bubble" è una pellicola dimenticabile, chiaramente pensata per piacere agli otaku ma che paradossalmente forse sarà più apprezzata da chi non mastica animazione nipponica, data la mole di cliché che vi imperversa. Di sicuro non il miglior biglietto da visita per lo steaming della grande N, che ha anime decisamente migliori in catalogo.
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