domenica 1 dicembre 2019

Keoma

di Enzo G.Castellari.

con: Franco Nero, William Berger, Orso Maria Guerrini, Olga Karlatos, Gabriella Giacobbe, Antonio Marsina, Joshua Sinclair, Donald O'Brien, Woody Strode.

Spaghetti Western

Italia 1976















Lo Spaghetti Western (o Western all'Italiana che dir si voglia) ha vissuto il suo periodo d'oro tra il 1964 (anno d'uscita di "Per un Pugno di Dollari") e il 1978, quando il filone mostrava ormai la corda. Negli anni '80 e '90 si sono avuti altri esponenti del genere (si pensi, su tutti, a "Tex e il Signore degli Abissi"), ma il periodo di forza era ormai passato. Tuttavia, per pura convenzione, l'anno terminale viene identificato, solitamente, con il 1976 e l'uscita di "Keoma", quello che ne viene considerato come l'ultimo vero esponente, poiché prodotto in un periodo in cui sembrava che il filone potesse perdurare.



Un'epica, quella di "Keoma", ordita da Luigi Montefiori, alias George Eastman, portata in scena da un Enzo G.Castellari in stato di grazia, che impone uno stile virtuosistico ad ogni scena, facendo ampio uso di flashback, movimenti di macchina fluidi, con la cinepresa che si muove sinuosa sui set, girovagando tra i volti dei personaggi, nonché sperimentazioni sui ralenty e i diversi tempi di impressione che rievocano il cinema di Sam Peckinpah, anche, tra l'altro, per l'uso delle musiche, adoperate in un modo simile a quanto visto in "Pat Garrett & Billy the Kid".



Un western anomalo, che poggia totalmente sulle spalle del suo protagonista, incarnato da un Franco Nero all'apice del carisma. Un giustiziere mezzo sangue chiamato a riportare la giustizia in un mondo quasi post-apocalittico: dopo la fine della Guerra Civile Americana, la società sembra essere crollata nella violenza e soffocata dalla sopraffazione. In un villaggio colpito dalla peste e in mano ad un malvagio ex ufficiale confederata, Keoma cerca di salvare una donna incinta (la Karlaotos, bellissima anche qui) e, sopratutto, è chiamato a misurarsi con i suoi fratelli, che sin da piccolo lo disprezzavano per la sua natura di mezzosangue.




Una figura cristologica, quella di Keoma, un uomo che ha perso sé stesso e persegue un'idea assoluta di giustizia, raddrizzando i torti e aiutando i più deboli. Un eroe sospeso tra la sabbia della terra e suggestioni ultramondane, con un'incarnazione della morte, un'anziana signora, che lo segue ovunque vada. Un uomo disilluso come da tradizione, ma ancora stretto tra l'affetto per il padre e per il mentore, incarnato dal mitico Woody Strode.
Castellari dirige il tutto con mano sicurissima e ammanta il tutto in un'atmosfera amarissima, con toni apocalittici per le gesta dei personaggi, che si muovono in un mondo dannato, lontano anni luce dai miti del west classico o crepuscolare, come pure dalla terra amara dello Spaghetti.



E sebbene la storia risulti piatta, persa com'è in una contemplazione perenne di fatti e situazioni senza cercare davvero una catarsi o un colpo di scena, appiattendosi su di una trama sin troppo semplice, la regia riesce a rendere il tutto epico e memorabile, una delle ultime incursioni dello Spaghetti Western che meritano davvero di essere recuperate e messe vicino ai classici riconosciuti.

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