lunedì 17 ottobre 2022

Halloween Ends

di David Gordon Green.

con: Jamie Lee Curtis, Andi Matichak, Rohan Campbell, Nick castle, Will Patton, Kyle Richards, James Jude Courtney, Rick Moose, Stephanie McIntyre, Candice Rose, Keruan Harris, Marteen, Emily Brinks, Joey Harris.

Thriller/Horror

Usa, Regno Unito 2022











---CONTIENE SPOILER---

"Halloween Ends" è davvero il peggior film di tutto il franchise? Ovviamente no. E non solo perché sarebbe davvero difficile fare peggio di "Halloween Resurrection", ma anche perché presenta delle idee più interessanti persino rispetto alla "Trilogia di Thorn".
"Ends" è semmai un film ridicolmente malriuscito, la cui ambizione aurea si scontra con un'esecuzione talmente deficitaria da divenire a tratti genuinamente deficiente nel senso puro del termine, prova di come David Gordon Green e Danny McBride non siano riusciti a fare un buon lavoro nonostante l'intera ciurma di sceneggiatori che hanno portato a bordo. Ovvero di come non sono, a conti fatti, le persone migliori per creare un horror dotato di serie ambizioni.




Avevamo lasciato "The Shape" alle prese con il massacro dei paesani giustizialisti di Haddonfield nel 2018 e, non si sa come, non si sa perché, in qualche modo è poi sparito dalla circolazione per rifugiarsi nelle fogne del paesino.
Un anno dopo, il giovane Corey Cunningham (Rohan Campbell) è uno squattrinato di belle speranze che arrotonda facendo il babysitter. Ma ad Haddonfield, si sa, la Notte delle Streghe è dedicata al dio della morte, quindi ecco che il pestifero infante che il giovanotto è chiamato a custodire muore a causa di un incidente; il che non impedisce alla popolazione di etichettare Corey come un assassino.
Due anni dopo, Corey è un paria che si arrabatta come può, schivando gli insulti dei concittadini. Nel frattempo, Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) è uscita dall'isolamento e ha iniziato a scrivere un libro sulla sua vita, mentre cerca di ricostruirla con la nipote Allison (Andi Matichak), resa orfana dagli eventi dei film precedenti...




Esistono due tipi di male: un male assoluto ed esterno alla comunità ed un male ad esso interno, generato dalla stessa e che giunto a maturazione è pronto a distruggerla. Questo è il tema di "Ends", snocciolato tramite dialoghi talmente didascalici da divenire scolastici, tanto da essere abbelliti dall'immancabile citazione nietzschiana. Corey è il "nuovo male", un male creato dall'ostilità della comunità, generata dalla paranoia, che prende forma grazie all'odio che gli viene vomitato addosso. Non c'è distinzione, ad un certo punto, tra vittima e carnefice e la prima è pronta a diventare la seconda quando ha assorbito abbastanza malvagità, tanto che persino la bella e innocente Allison si incammina suo malgrado in un sentiero del genere.
Trovata di certo non nuova: guarda caso la stessa cosa stava accadendo negli anni '80 nel franchise di "Venerdì 13", dove Tommy Jarvis sarebbe dovuto diventare il nuovo Jason Voorhees dopo essergli sopravvissuto e aver riportato un insormontabile trauma; e il fatto che "Halloween" si rifaccia al suo epigono più celebre chiude in un certo senso il cerchio, anche se da un punto di vista strettamente estetico, Corey ricorda l'Arnie di "Christine", tanto per restare in tema carpenteriano. 
Trovata che ha di certo il suo fascino e che ben avrebbe potuto funzionare in mani competenti, ma che qui non funziona mai.




La trasformazione di Corey è talmente stereotipata da scadere nel ridicolo. Non si può non ridere quando Green ne sottolinea lo status di "cattivo ragazzo" facendogli indossare un giubbotto di pelle mentre fa le sgommate con il motorino o mentre si avventura nella notte con la bella Allison alle spalle sulle note di "Come 2 Me" di Johnny Goth.
Come se questo non fosse abbastanza per madare alle ortiche la sopportazione, Green e McBride scindono il film in due parti, dove solo la seconda è un thriller a tinte horror, mentre la prima, forse per mimare la struttura del primo film della serie, è una forma di "preparazione" che dovrebbe raccontare le origini di Corey, ma che finisce per essere una sfibrante commedia romantica tra questi e Allison, i due ragazzetti belli e dannati, giustapposta a quella tra Laurie e Frank, i due vecchietti ancora innamorati, con la noia a fare da padrone.




Quando è l'orrore ad entrare finalmente in scena, la regia si dimostra priva di nerbo e inventiva, usando unicamente jump-scare ed effetti splatter per comunicare tensione, scadendo anche qui nel ridicolo e arrivando persino a non disdegnare la violenza gratuita.
E quando invece è la "morale" a dover tenere testa, il film crolla definitivamente su sé stesso: da un lato il tono è declamatorio e retorico sino allo sfinimento, dall'altro la caratterizzazione dei personaggi di supporto, quel "male ordinario" che inavvertitamente crea mostri, è così iperbolico da sembrare uscito da una commedia. Passi anche per i ragazzini bulli stronzetti d'ordinanza il cui "capo" trova persino una ragion d'essere nella sua funzione di specchio deformato di Corey, ma non si può davvero non ridere dinanzi al medico arrapato reo di aver promosso l'infermiera porca e di pensare al fantacalcio durante le ore di lavoro, neanche si fosse in una commediaccia di Nando Cicero.
E quando alla fine il duo di autori decide di chiudere la leggenda di Michael con quello che è un linciaggio rituale, il controsenso con il capitolo precedente porta davvero ad una risata isterica incontenibile: possibile che l'indignazione per Capitol Hill sia già stata dimenticata?




Tra sbadigli e risate involontarie, "Ends" brucia tutto il suo potenziale e chiude malamente una trilogia della quale si salva solo il secondo capitolo. Il che è un peccato perché l'idea alla base è anche interessante e Rohan Campbell, con quel suo volto a metà strada tra Kit Harrington e il Michael Rooker di "Henry - Portrait of a Serial Killer" era davvero perfetto per il ruolo.

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