con: Zach Galligan, Phoebe Cates, Corey Feldman, Hoyt Axton, Keye Like, Frances Lee McCain, Dick Miller, Polly Holliday, Judge Reinhold, Harry Carey Jr., Chuck Jones, John Carradine, Jonathan Banks.
Fantastico
Usa 1984
Si potrebbe discutere a lungo su quale sia il film che incapsuli meglio lo spirito del cinema degli anni '80. La risposta più corretta sarebbe il capolavoro di William Friedkin Vivere e Morire a Los Angeles, vero e proprio distillato di tutto quello che il decennio rappresenta e non solo per il cinema.
Tuttavia, se ci si concentra sul filone del cinema per ragazzi, il cosiddetto "cinema spielberghiano", il cerchio ovviamente si restringe a giusto un pugno di film, tra i quali figurano ovviamente il capostipite E.T. oltre che l'amatissimo I Goonies. E poi c'è Gremlins, quello che potrebbe essere visto come una variazione sul tema, ma che in realtà riprende tutti i topoi di quel tipo di cinema e li eleva al livello successivo; il quale proprio quest'anno festeggia i suoi primi quarant'anni e che non poche grane causò al buon Steven all'epoca della sua uscita in sala.
Questo non perché la relativa lavorazione sia stata burrascosa e neanche per l'esito che ha avuto una volta giunto in sala. Al contrario, pare che la collaborazione tra Spielberg e Joe Dante funzionasse davvero, nonostante quest'ultimo abbia dovuto trattenersi con le sequenze più orrorifiche; il successo poi di certo non è mancato, pur in quell'affollata estate del 1984.
I problemi Spielberg li ha avuti con la MPAA, che dinanzi ai suoi film non sapeva davvero che pesci prendere. Indiana Jones e il Tempio Maledetto, Poltergeist e appunto Gremlins erano sicuramente pensati per un pubblico di ragazzini piuttosto che per adulti (persino l'exploit horror iretto da Tobe Hooper), ma presentavano scene e atmosfere cupe, spaventose, a tratti genuinamente violente, tanto da non poter essere etichettate con il PG solitamente dato ai film per i quali è richiesta la presenza di un adulto. Allo stesso tempo, non erano certo tanto cupi e tanto violenti da richiedere il rating R, solitamente dato agli horror.
L'associazione ha dovuto così coniare appositamente il famigerato PG-13, che imponeva ai minori di 13 anni la presenza di un adulto in sala, aumentando la soglia per le ammissioni. Per Spielberg è stato in parte uno smacco, vista la sua nomea di regista e produttore di film per famiglie.
Poco male, perché con un budget di 11 milioni di dollari, Gremlins ne ha incassati ben 164 e ad oggi resta forse il più rappresentativo del suo filone proprio per come riesce a coniugare tenerezza e spaventi, dolcezza e anarchia. Merito di Joe Dante, ovviamente, che ha anche avuto la felice idea di renderlo un film natalizio, aumentandone la portata iconica.
Alla base di tutto c'è uno script di quel Chris Columbus che qualche anno dopo dirigerà quel Mamma, ho perso l'aereo anch'esso parte del filone per ragazzi, ma che qui aveva inizialmente inteso la storia delle pestifere creaturine verdi come un horror vero e proprio. I gremlins altro non sono che esserini del folklore britannico, la cui nomea è dovuta principalmente agli anni delle due guerre mondiali, quando le industrie pesanti dovevano produrre veicoli in fretta e furia quindi senza apportare quei controlli necessari al loro funzionamento; capitava spesso che questi subissero dei guasti improvvisi, dovuti a pezzi che si staccavano o compenti che si rompevano apparentemente senza motivo, da cui l'invenzione fantasiosa di questi esseri che si divertivano a smontare i congegni tecnologici per cibarsi dei singoli pezzi. Leggenda che già era alla base dell'episodio cult di Ai Confini della Realtà intitolato Incubo a 20.000 Piedi, nel quale un giovane William Shatner assisteva impotente ad un gremlin che sabotava l'aereo di linea su cui è imbarcato (e che poi Spielberg avrebbe fatto trasporre a George Miller nella sua rievocazione cinematografica della serie, nel 1982).
Per Columbus, Spielberg e Dante, i gremlin diventano degli arcani esseri esotici che inizialmente hanno la forma del tenerissimo Gizmo (letteralmente "congegno"), un mogwai (termine di origine mandarina traducibile come "diabolico"), un essere dalle origini ignote, forse asiatiche, forse no, il quale si ritrova in America dove viene venduto come regalo di Natale all'inventore Randall Peltzer (Hoyt Axton), che lo regala al figlio Billy (Zach Galligan). Prendersi cura di un mogwai è però più difficile di quel che si pensi: non bisogna dargli da mangiare dopo la mezzanotte, non bisogna bagnarlo, né esporlo a fonti di luce troppo intense. Billy, ovviamente, non osserva le regole e il tenero orsacchiotto genera i terribili gremlin, che iniziano a mettere a ferro e fuoco la cittadina di Kingston Falls.
Il setting è il primo elemento da considerare per comprendere la genuina bellezza del film. Kingston Falls non è una semplice cittadina della provincia americana, è in un certo senso l'ideale della cittadina di provincia americana, fissa com'è nel suo set volutamente artificiale, incorniciata in un'atmosfera natalizia che le dona un'aura ancora più surreale e onirica.
Non un setting verosimile, ma volutamente filmico, come se fosse la cittadina di provincia standard che fa da ambientazione a tutti i tipici film americani; non per nulla, è interamene ricostruita nel back-lot degli Universal Studios, con scenografie comparse in decine di altre produzioni a partire dagli anni '60, delle quali la più riconoscibile è quella di Ritorno al Futuro; tanto che non ci si potrebbe meravigliare se Billy incappasse in James Stewart o in uno dei personaggio del classico La Vita è Meravigliosa; un paragone in realtà voluto dagli autori, tanto che il personaggio della terribile speculatrice Mrs. Deagle è praticamente una Harry Potter in versione femminile.
Dante crea così un'atmosfera fiabesca che passa necessariamente attraverso la fascinazione cinefila, la quale si avverte anche nelle piccole e gustose citazioni: in una scena verso la fine, è possibile vedere la macchina del tempo di L'Uomo che visse nel Futuro oltre che Robby, l'iconico robot de Il Pianeta Proibito o anche apprezzare la presenza di John Carradine nei panni del reverendo; così come il cameo del mitico cartoonist Chuck Jones, che disvela l'altra influenza dietro il film, ossia i classici dell'animazione slapstick americana come i Looney Toons.
Se il mondo in cui si muovono deriva da reminiscenze filmiche, i gremlin sono invece dei veri e propri Looney Toons in tre dimensioni, appunto. L'indole distruttiva e dissacrante è proprio quella dei cartoon della Warner, ma Dante, in ossequio alle origini seriose del film, ne devia praticamente sempre l'azione verso la cattiveria vera e propria. Tanto che la scena nella quale perseguitano la madre di Billy creando un pandemonio in cucina è costruita praticamente ricalcando il primo attacco del licantropo ne L'Ululato, solo con i mostriciattoli al posto serial killer lupino e con tanto di smiley che ne marca il luogo del delitto.
Di fatto, anche nella forma "sanificata" che Dante ha portato in scena, Gremlins è un horror vero e proprio, dove l'atmosfera sospesa contribuisce a creare un senso di straniamento che talvolta diventa vera e propria oscurità. La violenza, tra l'altro, non manca, anche se si limita ad abbattersi sui mostriciattoli, come nella citata scena della cucina, dove uno dei gremlin viene fatto a pezzi in un frullatore con tanto di schizzi di sangue verdastro; o nel bellissimo finale, dove il capobranco Ciuffo Bianco si liquefa fino alle ossa in un tripudio di dettagli degno di uno splatter vero e proprio.
La natura spassosa dei piccoli mostri viene invece lasciata libera nella divertente sequenza del pub, dove Dante si diverte a creare delle piccole vignette comiche che li vedono alle prese con gag pasticcione talvolta davvero irresistibili.
E' proprio questa commistione di serio e faceto, di simpatia e repulsione, di tenerezza e orrore che rende Gremilins unico. E forse la scena che ne incapsula questa natura discordante ma armoniosa è anche una delle più celebri, ossia il monologo di Phoebe Cates sul perché odia il Natale, con il racconto di come sua padre sia morto perché ha cercato di interpretare Babbo Natale, rompendosi il collo mentre si calava nella canna del camino. Una storia raccapricciante resa del tutto disturbante dalle buone intenzioni del genitore e dall'ambientazione natalizia, un contrasto tra il candore delle feste e il turpidume della morte (la cui estrema estrema stupidità la rende ancora più insostenibile) che si fa giustapposizione per toccare contemporaneamente due corde emotive lontane (parimenti a quanto ha poi fatto Tim Burton con l'intero Batman Il Ritorno).
Una giustapposizione che dovrebbe passare anche dagli opposti dati dall'estrema simpatia di Gizmo e l'estrema ripugnanza dei gremlin, ma ben si può eccepire come anche questi ultimi siano tremendamente simpatici.
Come classico del cinema per ragazzi, Gremlins è però a suo modo lontano dall'effettivo paradigma del filone, a partire dal fatto che il protagonista Billy non è un adolescente nel senso stretto del termine, quanto un giovane uomo già alle prese con i problemi comuni di ogni ragazzo della sua età, ossia il lavoro e le responsabilità. Allo stesso modo, anche la sua relazione con la bellissima Kate non è la classica storia d'amore tra un imbranato e la cheerleader, anzi fin dall'inizio l'attrazione di quest'ultima nei suoi confronti è già palese.
L'appartenenza al filone è data dalla formula classica dello stesso, ossia "ragazzini che combattono forze sovrannaturali", oltre che dalla paternità spielberghiana (e si potrebbe dire anche per la presenza di Corey Feldman). Se si tiene conto di come esso vi rientri, si può tranquillamente affermare come Gremlins possa essere considerato il migliore per come faccia sua questa formula e la rielabori in modo del tutto originale. Merito della direzione di Dante, che ha saputo costruire il tutto come una fiaba con una morale, ossia la base su cui molto cinema horror è costruito; riuscendo, al contempo, ad esaltare gli elementi propri degli stilemi fiabeschi intessendo un'atmosfera unica, sospesa tra sogni e realtà prima ancora che tra orrore e tenerezza o tra horror e cartoon.
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