venerdì 20 dicembre 2024

Uno Rosso

Red One

di Jake Kasdan.

con: Dwayne Johnson, Chris Evans, Lucy Liu, J.K. Simmons, Kiernan Shipka, Bonnie Hunt, Kristofer Hivju, Mary Elizabeth Ellis.

Fantastico/Commedia

Usa, Canada 2024















Si vocifera che il budget effettivo dietro a Uno Rosso sia di circa 350 milioni di dollari. Se fosse vero (ed è possibile che lo sia, visto che  IMDB.com riportano tale dato) vuol dire che è davvero arrivato il momento di rivedere il modo in cui Hollywood brucia i suoi milioni. Perché se è necessario un budget equivalente a quello di Avatar per portare in scena una storia in cui Babbo Natale scompare e due tizi devono ritrovarlo, con giusto tre divi nel cast e uno script che non presenta chissà quali voli pindarici, vuol dire che o le star di Hollywood guadagno troppo o i produttori non sanno fare il loro dovere.
Fa poi ridere il fatto che questa megaproduzione abbia floppato alla grande, incassando poco più di cento milioni in sala; e benché stia andando benissimo in streaming, si sa che non è quello il modo in cui gli studios guadagnano davvero.
Ma al di là dei numeri, cosa offre davvero questa storiella di Natale al pubblico? Nulla, se non un spettacolo orgogliosamente mediocre.



Mediocrità che inizia dalla trama: Babbo Natale (Simmons) è stato rapito. La responsabile è la strega dei ghiacci Gryla (Kiernan Shipka), che vuole sfruttarne i poteri per punire chi è sulla sua lista dei cattivi. Per salvarlo, l'addetto alla sicurezza del polo nord Calloum Drift (Johnson) si unisce all'hacker e truffatore di second'ordine Jack O'Malley (Chris Evans), coinvolto inizialmente nel rapimento.
Una tramucola già vista, sviluppata come un buddy movie stiracchiato dove non paga neanche l'alchimia tra Evans e The Rock. Tutto, in essa, è già visto, tanto che sembra di assistere ad una sorta di strana variazione di quel Qualcuno Salvi il Natale con Kurt Russell che già aveva presentato un Santa Clause palestrato, unito a quel Red Notice che già aveva messo in coppia il serio The Rock con un truffatore tanto geniale quanto cretino, solo che qui Ryan Reynolds non ha potuto partecipare, quindi si è ripiegato sull'ex Capitan America.



Al di là della storiella, si avrebbe anche una moraluccia su come ci sia sempre del buono nelle persone, la quale è talmente basilare da non meritare neanche attenzione. Oltre che una specie di "contro-morale" su come il consumismo abbia distrutto la bellezza del Natale, solo che è talmente blanda da risultare oscenamente inutile, oltre che soppressa proprio quando si decide di stabilire che in fondo anche il consumismo non distrugge la bellezza delle persone. Non per nulla sono Mattel e Hasbro a pagare per la maggior parte dell'invasivo product placement. Ecco perché bisogna detestare la bella strega cattiva anche quando utilizza il suo potere su quel primo nome della lista dei cattivi pur presentato come una persona genuinamente e gratuitamente spregevole, alla faccia della commedia dei buoni sentimenti.



Persino laddove il film dovrebbe brillare per i valori produttivi, finisce per risultare opaco. 
La costruzione del mondo, in teoria ameno, dove coesistono tutti i miti e tutte le leggende possibili risulta piatto, basato com'è su design poco ispirati per le creature e tanta CGI talmente mediocre da far sembrare questo blockbuster costato quanto le fantasmagorie di James Cameron una robetta pensata per lo streaming. L'unica trovata simpatica sono i troll, veri e propri "troll di Internet" nel senso letterale del termine, portati però anch'essi su schermo con un'animazione da accatto.
Non paga poi aver voluto usare questa CGI a buon mercato per animare anche qualsiasi animale, da quelle renne che di fantastico hanno solo la grossa stazza (che si sarebbe tranquillamente potuta ottenere con delle vere renne e qualche trucco ottico) a quel comunissimo pollo usato come diversivo nel covo di Krampus, fatto in CGI solo per buttare soldi.
Proprio la sequenza nel castello del fratello cattivo di Babbo Natale è in fondo la cosa "meno peggiore" del film, con tanto di effetti prostetici e semplice trucco per crearne gli abitanti, unica concessione alla vera bellezza filmica in circa due ore di film. Peccato però che neanche il personaggio in teoria più facile da rendere simpatetico riesca a brillare, impegnato com'è in quel torneo di power slap che lo rende sin troppo idiota per risultare davvero simpatico.


Tanto che ci si chiede perché buttare tanto soldi per un risultato che nelle sue parti migliori è dimenticabile, in quelle peggiori genuinamente brutto. Si potrebbe credere alla volontà di creare uno spettacolo dedicato unicamente ai più piccoli, il che rende la decisione di spendere così tanto ancora più incomprensibile. Resta il fatto di come questo Uno Rosso rappresenti la perfetta dimostrazione di come a Hollywood non solo siano finite le idee, ma anche la volontà di creare prodotti dignitosi.

2 commenti:

  1. Che dire allora di Kraven-Il cacciatore.
    Il cui unico 'merito" e quello di aver (forse) messo la pietra tombale sopra il SSU.
    E sul blockbuster idiota/demenziale cui Hollywood ci ha abituato da trent'anni a questa parte.

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    1. Appunto: un merito che sia uno ce l'ha XD
      E almeno non è costato quanto il pil di una nazione.

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