lunedì 15 luglio 2013

Pacific Rim

di Guillermo del Toro

con: Charlie Hunnam, Idris Elba, Rinko Kikuchi, Charlie Day, Burn Gorman, Clifton Collins Jr., Ron Perlman.

Azione/Fantascienza/Catastrofico

Usa (2013)
















Nella sterminata fucina di idee che è la cultura pop giapponese, sono due i filoni che hanno maggiormente colpito l'immaginario occidentale: il Kaiju-Eiga, ovvero il "film dei mostroni" tipo Godzilla e simili, e le serie robotiche; il primo filone risale agli anni'50, quando Ishiro Honda plasmò l'incubo post-nucleare nipponico con le fattezze di un dinosauro mutante portatore di distruzione gratuita con il suo "Godzilla the King of the Monsters" (1954); il secondo, invece, affonda le sue radici nei manga di Go Nagai: basti pensare ai super-robot stile Mazinger e Grendizer (noto in Italia come "Goldrake"), le quali trasposizioni animate hanno reso celebre il concept di "Mech vs. Monster" in tutto il globo; l'appropriazione dei due filoni da parte del cinema americano è stata più volte tentata, nel corso degli anni, senza alcun successo, come nei casi del mediocre "Robot Jox" (1989) di Stuart Gordon o, peggio, del kolossal-trash "Godzilla" (1998) di Roland Hemmerich; "Pacific Rim", ultima opera del visionario Guillermo del Toro, è l'unico tentativo serio e conscio di trasporre i due universi sul Grande Schermo senza tradirne l'anima spettacolare e naif: tentativo tutto sommato ben riuscito.


Innumerevoli sono le fonti di ispirazioni di questo kolossal "d'autore"; si parte, ovviamente, dal concept naganiano per antonomasia: la Terra viene attaccata da un nemico alieno dalle fattezze mostruose (proveniente, però, dagli abissi marini anziché dallo spazio profondo), battezzato "Kaiju" appunto, per sconfiggere il quale viene sviluppata una nuova arma, lo Jaeger, un robot antropomorfo dalla stazza colossale; per pilotare ogni singolo robot servono due piloti in interconnessione neurale, chiaro riferimento alla sincronia uomo-macchina vista in "Neon Genesis Evangelion" e in alcuni episodi di "Z Gundam"; la caratterizzazione del robot come mera arma da guerra, inoltre, allontana "Pacific Rim" dalla matrice naganiana per avvicinarlo a Yoshiuki Tomino e al suo celebre "Mobile Suit Gundam", dal quale viene ripresa anche la volontà di dare una psicologia forte e verosimile ai piloti, mentre il mondo nel quale si scontrano Jaeger e Kaiju ha le fattezze post-apocalittiche, ancora, della Neo-Tokyo 3 di "Evangelion", mista al solito connubio post-modernista ripreso dall'immortale "Blade Runner" (1982); paradossalmente, benchè le fonti di ispirazioni siano palesi, del Toro riesce a mascherarle bene: il design degli Jaeger è tutto sommato originale, così come il campionario di armi e mosse a loro disposizione, tra le quali spunta un omaggio gradito alla tradizione: la spada come arma definitiva; stesso discorso vale per quello dei Kaiju, nonostante le loro fattezze ricordino parecchio quello dei mostri meno celebri del filone catastrofico nipponico.


Il grosso budget a disposizione per gli effetti digitali e la bella fotografia del fido Guillermo Navarro permetto al regista messicano di creare uno spettacolo visivo come non se ne erano mai visti sul Grande Schermo: scontri spettacolari tra mostri di acciaio e carne, combattimenti con botte da orbi ben orchestrati, coreografati e, finalmente, ripresi con inquadrature larghe e stabili e montati in modo lineare e non confusionario; l'atmosfera viene garantita dalle splendide giustapposizioni cromatiche: dal blu/ambra dell'interno del Gipsy Danger, al rosso vivo dello Stryker, passando per gli splendidi cromatismi fluorescenti dei Kaiju e del loro mondo; senza contare che il design dei robot, lontano anni luce dall'accozzaglia di ferro e lamiere visto nella serie di "Transfromers", è verosimile e al contempo spettacolare; "Pacific Rim" è, in sostanza, un'orgia visiva: uno spettacolo per gli occhi capace di regalare momenti adrenalinici e catastrofici, anche grazie ad una bella colonna sonora, che per una volta recupera la tradizione hollywoodiana del tema principale elevandolo a tormentone.


Dove il film non convince è nella sceneggiatura: il lavoro di del Toro e dello scrittore Travis Beacham è pallido ed incolore; se la narrazione, totalmente lineare, viene ben ritmata in sede di regia, non convincono le sottotrame lasciate in sospeso e la scialba caratterizzazione dei personaggi; viene da chiedersi quale sia l'insano motivo che porti il Governo Mondiale a sospendere il progetto Jaeger a inizio film e a non rifinanziarlo una volta scoperta la fallacia delle mura di contenimento alla fine del primo atto; l'aver ripreso il topos naganiano del nemico alieno, inoltre, appiattisce ogni drammaticità, riducendo lo "scontro tra titani" a meri incontri di lotta tra mostroni, quando invece nel campo dell'animazione giapponese post-Tomino, l'abbandono del manicheismo buono/cattivo ha da decenni trasformato il filone dei robot in qualcosa di più che un semplice spettacolo di intrattenimento (e in proposito andrebbe recuperato il primo, storico, "Mobile Suit Gundam"); il racconto si arena del tutto nella descrizione dei personaggi: tutti rigorosamente stereotipati; si parte dal protagonista, il solito belloccio americano infallibile e dannato, la sua co-pilota, la bella di turno innamorata del super-eroe a stelle e strisce, il rivale buono a nulla, il capo/figura paterna, ecc...; ma il fondo lo si tocca quando entrano in scena i piloti stranieri: i trigemini cinesi e i fratelli russi sono trattati da mere comparse riempi-schermo, ai limiti del razzismo.



"Pacific Rim", dunque, è una pellicola di intrattenimento onesta e senza pretese: lo spettatore occasionale ne apprezzerà la cura per la componente spettacolare e per l'estetica; quello più smaliziato è avvertito: non siamo davanti al Gundam del Grande schermo, ma ad un semplice revival della tradizione Kaiju-Eiga mista la super robot classico.

EXTRA:

Assonanze e consonanze.








2 commenti:

  1. concordo cobra verde. scrivi delle recensioni fluide e coinvolgenti, tecniche ma non pesanti, bravo! l'espressione orgia visiva mi ha davvero colpito, lo voglio vedere.........

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  2. Caro anonimo, per caso hai frequentato una scuola di cinema a firenze?

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