di Joe Johnston
con: Chris Evans, Hugo Weaving, Hayley Hatwell, Tommy Lee Jones, Dominic Cooper, Stanely Tucci, Sebastian Stan, Toby Jones, Richard Armitage.
Supereroistico/Azione/Fantastico
Usa (2011)
Ultimo capitolo del “prologo” a “The Avengers”, “Capitain America- Il Primo Vendicatore” è la trasposizione di uno dei primi (se non il primo in toto) supereroe creato da Stan Lee; apparso per la prima volta nel 1941, Cap era inizialmente parte di un progetto di propaganda bellica durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale; nato per incarnare tutte le virtù americane (pace, libertà, democrazia, ecc..), Capitan America era un Superman a stelle e strisce le cui avventure enfatizzavano la correttezza e la solidità dell’American Way of Life contrapposto ai totalitarismi europei, incarnati dalla nemesi del capitano, il gerarca nazista Teschio Rosso, capo dell’Hydra, sezione speciale delle SS.
A guerra finita, il personaggio
finisce nel dimenticatoio assieme agli opuscoli e a tutto il resto del
materiale propagandistico, finché nel 1961 Lee non lo va a ripescare, lo
reinventa aggiornando le sue storie ai tempi della Guerra Fredda (con in Teschio Rosso
passato guarda caso dalla parte dei Sovietici) e lo inserisce nel neonato
gruppo dei Vendicatori; Cap torna così ad incarnare le virtù americane
contrapposte alla minaccia comunista, ma le sue avventure si fanno più
semplici, meno “politiche”, più votate al puro intrattenimento.
Già nel 1990, la Marvel tentò una
trasposizione al cinema del celebre personaggio, con il pessimo “Capitan
America”, ridicolo film supereroistico diretto da Albert Pyun (uno dei peggiori
registi mai esistiti) nel quale il Capitano è chiamato a sventare la minaccia di
un immortale Teschio Rosso (e di sua figlia Francesca Neri) pronto a bombardare
gli Usa dalla sua base segreta sulla costa amalfitana (!), che il Capitano
raggiunge abbordo di una scassatissima 500 (!!!); inutile sottolineare come
questo tragico (o trucido a seconda dei gusti) adattamento si sia subito
piazzato nella top100 dei peggiori film mai prodotti.
Essendo un vero e proprio pilastro
della vita editoriale della Marvel (nonché membro dei Vendicatori, il cui film
necessita di altre cinque pellicole per essere introdotto…. ), il Capitano meritava davvero una trasposizione “speciale” sul Grande
Schermo; ecco dunque che Kevin Feige compie il miracolo: affida il progetto al
mestierante Joe Johnston e agli sceneggiatori Markus e McFeely, specialisti in
kolossal fantasy per ragazzi e da loro carta bianca (pur sempre nei limiti del "film-episodio", si intende); il risultato è davvero miracoloso: un personaggio
nato 70 anni prima come strumento di propaganda finisce per risultare
simpatico e la storia di cui è protagonista risulta persino coinvolgente.
Merito di una caratterizzazione
azzeccata e di un cast al solito stellare; Steve Rogers diviene così una
giovane recluta ansiosa di servire il suo paese, ed anche quando si trasforma
nel Capitano il suo carattere non muta: resta sempre quello di un umile ragazzetto alle prese con situazioni più grandi di lui, garantendo una forte
empatia verso il personaggio, nonostante la contraddizione di fondo che, fatalmente, lo caratterizza: Cap è il paladino della libertà durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, ma di fatto è un super-soldato, ossia l'incarnazione definitiva del mito dell' "ubermensch" nazista con tanto di capello biondo e mandibola squadrata; contraddizione "storica", che il personaggio si porta dietro fin dalle sue origini nel '41, ma che per fortuna non distrugge la sospensione dell'incredulità; non è da meno la caratterizzazione del resto del
cast, che pur basica, riesce a funzionare, con un Tommy Lee Jones nei panni del
mentore, la bella Hayley Hatwell in quelli della donna soldato agguerrita ed
innamorata, un Hugo Weaving istrionico nei panni del Teschio Rosso (e di nuovo
in un ruolo totalmente èn tavestì dopo il cult “V per Vendetta”) ed un Dominic
Cooper che trasforma Howard Stark nella perfetta sintesi tra Howard Hughes ed
Orson Welles.
La storia, pur essendo concepita
come la classica “narrazione delle origini”, risulta più articolata degli altri
film della Marvel Studios: con un prologo in America e il resto del film
ambientato nello scenario bellico, una serie di missioni che vede Cap agire
come un comune soldato piuttosto che come un supereroe, un omaggio alle origini
“propagandiste” del personaggio che però non si risolve nella semplice
strizzatina d’occhio e scene d’azione tutto sommato ben congegnate, davvero non
ci si può lamentare del lavoro degli autori; soprattutto, l’intera narrazione
non viene mai liquidata come una “prima parte” di una storia da completare con
sequel, prequel o spin-off di varia natura: a differenza di filmacci quali
“Iron Man” o “L’Incredibile Hulk”, gli sceneggiatori creano una narrazione
classica e compatta, composta da inizio, svolgimento e fine, ossia una novità assoluta in
un prodotto Marvel Studios; dulcis in fundo: l’ambientazione bellica d’antan
aggiunge un pizzico di carisma in più al film e lo allontana dagli altri
millemila adattamenti di superuomini su schermo.
Sfortunatamente non tutto funziona sempre a dovere: la regia talvolta è ingessata e non valorizza le sequenze d’azione o,
peggio, quelle drammatiche; gli effetti speciali, inoltre, sono palesemente
falsi e, quindi, ridicoli, togliendo punti al fattore “sospensione
dell’incredulità”, che talvolta va definitivamente a farsi friggere; e tutti i
personaggi secondari (i soldati del gruppo di Cap, Bucky e il Dr.Zola) sono
semplici stereotipi messi in mezzo giusto per fare numero; difetti gravi, ma fortunatamente non fatali, che finiscono per inificiare il valore della pellicola senza però
azzerarlo.
Se tutti i film Marvel fossero
come questo “Primo Vendicatore”, non ci si potrebbe lamentare dell’invasione di
supereroi al cinema: divertente e coinvolgente, l’esordio di Cap nel cinema di
serie A convince, pur non raggiungendo i fasti delle migliori produzioni tratte
da fumetti mainstream; almeno per una volta vale la pena passare due ore in
compagnia di un eroe in calzamaglia targato Marvel Studios.
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