lunedì 25 marzo 2013

Superman IV

Superman IV: The Quest for Peace

di Sidney J.Furie

con: Christpher Reeve, Gene Hackman, Magot Kidder, Mariel Hemingway, Jon Cryer, Mark Pillow.

Fantastico/Supereroistico

Usa (1987)














I magri incassi ai botteghini di "Superman III" e "Supergirl" convinsero, a metà degli anni '80, i Salkind a cedere i diritti di sfruttamento cinematografico di Superman, i quali finirono nelle mani della Cannon, casa di produzione all'epoca specializzata in pellicole di genere dal budget medio-basso; caduta in disgrazia all'inizio degli anni'90, la Cannon all'epoca godeva ancora di un buon nome, nonostante l'estrema bassezza qualitativa delle sue produzioni; il che le permise di ottenere l'intero cast dei precedenti film al completo, compresi Christopher Reeve e Gene Hackman; gli attori, però, tutt'oggi si vergognano di aver preso parte allo scempio conosciuto con il nome di "Superman IV".






Sulla carta il progetto aveva, al solito, tutti i numeri per funzionare: lo script, curato in parte dallo stesso Reeve, ormai innamoratosi del personaggio, vede Superman, preoccupato per l'imminente catastrofe nucleare, infrangere il giuramento di non intromettersi nella Storia umana e bandire dalla Terra tutte le armi nucleari, ergendosi, così, a tutore della Pace; nel frattempo, Lex Luthor, fuggito di prigione, riesce a clonare il supereroe e a crearne la perfetta nemesi: un Uomo Nucleare (Mark Pillow), il cui tocco radioattivo è in grado di distruggere il perfino il corpo dell'Uomo d'Acciaio; dal punto di vista affettivo, invece, il nostro supereroe deve vedersela con un inedito triangolo amoroso: Lacy Warfield (Mariel Hemngway), nuova direttrice del Daily Planet, si innamora perdutamente di Clark, mentre Lois (Margot Kidder) continua la sua love story con l'alter ego Superman.






Di carne a fuoco, quindi, c'è ne è per tutti i gusti: commedia, avventura, azione, al solito mescolati in un unica pellicola; il pezzo forte, però, è un altro: la caratterizzazione che Reeve dà all'eroe; Superman ora è il paladino della Terra intera, non più del solo American Way of Life, viaggia per tutto il mondo aiutando i deboli e riceve perfino il dono delle lingue, parlando in russo all'inizio della pellicola; il personaggio riscopre così le sue origini messianiche divenendo il simbolo della distensione tra Usa ed Urss, tema che in quegli anni veniva frequentata anche dal cinema commerciale (basti pensare a film come "Rocky IV" del 1985 o "Star Trek VI: Rotta verso l'Ignoto" del 1991)
Le buone intenzioni, però vengono frustrate irrimediabilmente da una realizzazione oltre i limiti del trash; lo scarso budget che la Cannon mette a disposizione al regista impone forti tagli negli effetti speciali, che così divengono palesemente falsi e, quindi, ridicoli; davvero non si riesce a credere alle scene di volo o, peggio ancora, alle parti ambientate nello spazio, che sembrano uscite da un B-Movie degli anni '60 piuttosto che da una produzione della seconda metà degli '80; semplicemente ridicola la scena della nascita dell'Uomo Nucleare, risolta con una sequenza in animazione 2d che sembra uscita pari pari da un cartone animato da due soldi; ignobile, poi, il design dello stesso personaggio: uno svedesone pompato, del tutto inespressivo, vestito con uno sgargiante costume da carnevale e che parla con la voce di Gene Hackman (!!!); un villain, in pratica, senza nè arte, né parte, che avrebbe potuto funzionare come nemesi dell'Uomo d'Acciaio solo in un cartone animato.






Il regista, Sidney J.Furie, dal canto suo è una personalità del tutto peculiare: inglese di origine, sale alla ribalta negli anni '60 con la spy-story "Ipcress" (1965), che lancia la carriera del grande Michael Caine; arrivato in America, prosegue la sua carriera in gloria con il bel western "A Sud-Ovest di Sonora" (1966), dove dirige l'inedito duo Marlon Brando/John Saxon; a partire dagli anni '80, però, si perde in una serie di produzioni da due soldi, divenendo un mestierante a buon prezzo; chiamato a dirigere una pellicola non facile, dato lo scarso budget, fa del suo meglio, riuscendo per lo meno a non annoiare.







"Supoerman IV" è una pellicola brutta ai limiti dell'inguardabile, che pone termine alla carriera filmica del mitico supereroe, il quale tornerà sul grande schermo solo nel 2006, quasi venti anni dopo.

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