venerdì 29 marzo 2013

Beetlejuice- Spiritello Porcello

Beetle Juice

di Tim Burton

con: Michael Keaton, Geena Davis, Alec Baldwin, Winona Ryder, Jeffery Jones.

Fantastico/Commedia

Usa (1988)












Dopo aver lavorato per anni come illustratore e animatore presso la Disney e aver realizzato un paio di splendidi cotrometraggi, Tim Burton esordisce al lungometraggio nel 1985, con "Pee-Wee's Big Adventure", pellicola divertente, ma impersonale, in cui il ruolo del geniale autore americano è ridotto a quello di mero mestierante.


Nel 1988. ottenuto un cospicuo budget e la pressoché totale libertà creativa, Burton dirige quello che può essere considerato il suo vero esordio, "Beetle Juice", commedia fantastica con venature horror, in cui l'autore fissa per sempre il suo stile e i temi che, bene o male, lo accompagneranno per tutta la carriera.
Dopo un incidente stradale, i coniugi Adam e Barbara Maitland (Alec Baldwin e Geena Davis), novelli sposi, si ritrovano defunti e confinati nella loro villa in campagna; i guai cominciano quando una famiglia di vivi acquista la casa e irrompe nella non-vita dei due; per liberarsi degli incomodi, i Maitland decidono di rivolgersi allo strambo Beetlejuice (Michael Keaton), spettro folle e demente specializzato in "bio-esorcismi".


La fantasmogoria gotica di Burton irrompe così per la prima volta su schermo, con effetti fantastici; lo stile dell'autore è palesemente influenzato dal gotico dei primi del '900 (il design di personaggi ed ambienti, in particolare, si rifà alle illustrazioni per bambini dell'epoca), ma la sua genialità è unica: Burton mischia il gotico vittoriano con il pop americano, l'espressionismo di Robert Weime con l'horror della Universal, lo stop motion di Svankmajer ai modellini in cartapesta.


Il risultato è originale e abbagliante: per tutta la durata del film le invenzioni stilistiche, gli effetti scenografici e le maschere dei personaggi, disegnate dallo stesso Burton, danno vita ad una sorta di parata di Halloween filmata, riempiendo l'occhio di colori caldi giustapposti a scenografie polverose; con Burton il design diviene cinema: le sue inquadrature, fatte di grandangoli eccessivi e movimenti di macchina basilari, sono del tutto subordinate alla valorizzazione scenografica, donando allo stile estetico la dignità di un vero e proprio personaggio.



L'estetismo gotico e visionario, però, non è il centro assosulto ed unico della pellicola: "Beetle Juice" è anzitutto una commedia sovrannaturale esilarante e goliardica; Tim Burton comincia qui il suo discorso sulla filosofia del diverso: il "freak", qui rappresentato da i due spettri protagonisti e dal personaggio di Winona Ryder, è protagonista assoluto ed il solo foriero di vera dignità; la diversità, intesa come non-omologazione ai valori estetici e sociali, per Burton è l'effettiva normalità: ad essere mostruosi non sono i fantasmi o le creature oltremondane, ma i normalissimi vivi che invadono la privacy dei Maitland; I Deetz sono il perfetto opposto dei Maitland: laddove questi ultimi sono umili e tranquilli, perfetto esempio della famiglia piccolo-borghese americana, i primi sono snob e superbi, metafora della borghesia pseudo-intellettuale, foriera solo del vuoto della mente; la loro "normalità", infatti, cela una serie di vizi e stupidità che Burton svela con complicità, ma senza autocompiacimento: la sua è un'analisi acuta e divertita, mai davvero polemica. Geniale è anche il modo con cui l'autore descrive l'Oltretomba: un apparato burocratico in panne, immerso in colori saturi e crepuscolari, in cui i morti attendono "per sempre" di essere collocati da qualche parte, sorta di reminiscenza kafkiana immersa nel profondo degli Stati Uniti e nella cultura pop.


Perfetto controaltare di tale visione del freak è quella che, invece, l'autore riserva per Beetlejuice: introdotto come elemento iconoclastico, lo "spiritello porcello" svela, quasi subito, la sua natura arraffona ed individualista; Beetlejuice altro non è che l'incarnazione del lato peggiore dell'attitudine imprenditoriale americana; una volta iniziata la sua attività, egli si intromette sempre di più nella vita dei Maitland per ottenere sempre di più: più spazio (infesta il plastico di Adam), più lavoro (cerca in tutti i modi di convincere i coniugi a proseguire con le burle), fino a reclamare la mano della giovanee "viva" Lydia, climax definitivo che simboleggia l'edonismo individualista insito nel personaggio. Michael Keaton si dimostra semplicemente perfetto per il ruolo: divertente e divertito, è un ciarlatano non morto dalla lingua forcuta e dai modi rozzi ed istrionici, le cui battute e la cui mimica sfondano lo schermo e si imprimono definitivamente nell'immaginario collettivo.


"Beetle Juice" è una pellicola divertente, graffiante, visionaria, folle e perfettamente riuscita: il primo vero lavoro di Tim Burton e tutt'ora uno dei suoi migliori.

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