lunedì 26 agosto 2013

Constantine

di Francis Lawrence

con: Keanu Reeves, Rachel Weisz, Shia LaBeuf, Tilda Swinton, Djimon Hounsou, Pruitt Taylor Vince, Peter Stormare.

Fantastico

Usa (2005)
















---SPOILERS INSIDE---

Il personaggio di John Constantine è un vero e proprio pilastro del fumetto d'autore americano; creato niente meno che da Alan Moore nel 1984, Constantine è inizialmente il "virgilio" di Sawmp Thing, un comprimario che, nella ri-elaborazione del personaggio, illustra alla creatura della palude i suoi nuovi poteri; stregone cinico e ironico, british fin nel midollo e fisicamente modellato sullo Sting dell'epoca, il personaggio suscita fin dalla sua prima apparizione una forte curiosità nel pubblico, tanto che la Vertigo decide di dedicargli una testata tutta sua; al momento dell'inaugurazione, però, Moore si tira indietro, affermando di aver creato il personaggio sulla base delle bozze Stephen Bisette e Jon Totleben e di non voler avere nulla a che fare con la sua serie; per i testi viene quindi ingaggiato lo sceneggiatore Jamie Delano, che imposterà tutto l'universo del personaggio, sancendone il successo; "John Constantine: Hellblazer" è tutt'ora il comic indipendente (pur targato Vertigo-Dc) più longevo della storia, sebbene sia stata di recente annunciata la sua chiusura con il numero 300, per convertirlo in una testata mainstream, alla faccia delle sue origini e connotazioni.


Il segreto del successo del fumetto è dovuto alla formula di Delano e soci; Constantine non è un supereroe, ma uno stregone da quattro soldi, tabagista convinto, alcolizzato occasionale, perennemente depresso e alla disperata ricerca di un riscatto impossibile; alle prese con evocazioni sfuggite di mano, poltergeist atavici in cerca di vittime, piani di sette segrete, ma anche con le macchinazioni di santi e arcangeli, le sue avventure sono vere e proprie disavventure, nelle quali lo stregone deve vedersela con i peggiori demoni dell'inferno, puntualmente sfanculati in un tripudio di humor nero da oscar, e, ancora peggio, con esseri umani viscidi e cinici; a farla da padrone è un'atmosfera cupa e disperata, acuita, nel corso degli anni, dai vari sceneggiatori che hanno preso parte al comic, tra i quali si contano vere e proprie leggende della narrativa a fumetti britannica, quali Garth Ennis, Warren Ellis e Peter Milligan; senza contare l'apporto di Brian Azzarello, unico statunitense ad essersi cimentato con il personaggio e responsabile dello story-arc più cupo e disperato dell'intera serie.


Si sa che quando Hollywood decide di adattare una storia non originale sul Grande Schermo lo fa "con l'accetta", in modo da renderla appetibile al pubblico delle masse; il lavoro fatto con "Hellblazer" in tal senso è esemplare: tutti i punti di forza del fumetto di partenza sono stati trascurati, il personaggio, da cinico e beffardo sfanculatore di demoni e dei, diviene una sorta di agente segreto del Vaticano, alla faccia della mancanza di manicheismo e della cattiveria anticlericale presente in origine, e finanche il suo iconico trench viene lasciato da parte, in favore di un abbigliamento sbarazzino stile Men in Black dei poveri; l'umorismo nero e cinico viene trasformato in comicità da due soldi, talvolta involontaria; tutti i personaggi di contorno (Chas, Papa Midnite, Satana e l'Arcangelo Gabriele) cambiano connotazione fisica e caratterizzazione per adattarsi agli stereotipi del cinema a stelle e strisce: Chas è l'amico sfigato, che crepa e rinasce come angelo (!), Papa Midnite è il nero buono e amorevole, alla faccia della cattiveria da stregone vodoo che aveva su carta, mentre Gabriele è solo un villain a sorpresa; dulcis in fundo: da inglese di Manchester, Constantine diviene americano di L.A., per di più con il volto inespressivo e i modi sciatti della recitazione di Keanu Reeves, attore la cui monoliticità non è mai troppo lodata (si, sono ironico).


La complessità delle storie di base e sopratutto la loro intrinseca anti-spettacolarità mal si adattano alla trasposizione in un blockbuster; ecco dunque che gli sceneggiatori Brodbin e Cappello tirano fuori una storiucola da due soldi, derivativa, piatta e con scarsissimi echi noir, tanto per portare in scena il personaggio; che, rimodellato come una sorta di "guerriero del bene" sfoggia finanche un improbabile pistolone caricato ad acqua santa, manco fosse Hellboy. A decretare il fallimento dell'operazione ci pensa però la scialba regia di Lawrence, che credendosi il John Carpenter di "1997: Fuga da New York" (1981), gira le sequenze action con un piglio minimale e scarno, senza però l'inventiva del grande autore, immerge ogni scena in un'atmosfera cupa, puntualmente vanificata dalla stupidità dell'intreccio e dell'umorismo, e si affida a trucchetti da due soldi per creare tensione, quali il volume sparato a mille e gli effetti in CGI.


Nulla dello splendido fumetto originale si ritrova nei fotogrammi sbiaditi di questo "Constantine", soltanto l'ennesima riprova dell'idiozia degli studios quando si tratta di approcciarsi al media fumettistico.

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