X-Men- The Last Stand
di Brett Ratner
con: Hugh Jackman, Halle Barry, Ian McKellen, Patrick Stewart, Famke Janssen, Ellen Page, Anna Paquin.
Supereroistico/Azione
Usa (2006)
Se "X-Men 2" (2003) riusciva nella non facile impresa di intrattenere senza tediare, altrettanto non si può dire di questo "Conflitto Finale", capitolo conclusivo della prima trilogia sui mutanti Marvel; la genesi di questo progetto è a dir poco curiosa: è infatti Bryan Singer a curarne lo sviluppo nelle fasi iniziali, salvo poi abbandonarlo per dedicarsi alla direzione di "Superman Returns" (2006); in cabina di regia viene quindi chiamato Brett Ratner, transfugo guarda caso proprio dal progetto su Superman.
Abbandonata la storia della tregua, gli sceneggiatori introducono un'improbabile trama basata su una "cura" per la mutazione (e si dimenticano di spiegare coma possa un siero iniettato in vena riscrivere l'intero DNA di un individuo), resuscitano il personaggio di Jean Gray, ora promosso a villain, e mettono in scena la fine dello scontro tra la Fratellanza e gli X-Men.
In tutto questo, però, sbagliano clamorosamente la caratterizzazione di ogni personaggio: Wolverine diviene il pater-familias saggio e posato (e vederlo girare sempre in canottiera e jeans declamando paternali è a dir poco risibile), Jean, nel ruolo di Fenice, è un villain messo lì solo per aumentare il tasso di distruzione e Magneto regredisce a boss para-nazista, alla faccia delle sue origini mostrate nel primo film; le new entry Angelo, Bestia e Kitty Pride, invece, sono puri riempitivi, introdotti per movimentare un pò la trama ed inserire l'immancabile storia d'amore a tre.
Dal canto suo Ratner si affida totalmente agli effetti speciali, dirige senza guizzi e senza ritmo, costruendo le scene in modo basico (i dialoghi tra Wovlerine e Rogue) o ridicolo (l'incipit con Angelo, che sembra essersi chiuso in bagno per fare le cosacce da adolescenti!) e dirigendo scene d'azione senza inventiva.
"X-Men: Conflitto Finale" conclude malamente la prima infornata di mutanti Marvel al cinema, ed è un peccato: i personaggi di certo non mancavano di carisma o di belle caratterizzazioni, e nei comics erano presenti centinaia di story-arc interessanti che, se ben trasposti, ben avrebbero potuto intrattenere; ma si sa che Ratner non è un autore, solo un pessimo mestierante.
Nessun commento:
Posta un commento