con: James Lorinz, Patty Mullen, Joseph Gonzalez, Charlotte Helmkamp, Joanna Ritchie, J.J.Clark, Carissa Channing, Louise Lasser, Shirley Stoler, Beverly Bonner, Helmar Augustus Cooper.
Commedia/Demenziale/Splatter
Usa 1990
"Se dovete guardare un film quest'anno, fate che sia Frankenhooker". Parole di Bill Murray, che in quel 1990 sembra sia davvero stato colpito dalla genuina follia dell'allora ultima fatica di Frank Henenlotter.
Una fatica in parte lontana da quella che fino ad allora era stata la sua filmografia, ma che ne era la perfetta continuazione: con Basket Case aveva intessuto un racconto drammatico e umano immergendolo in un'atmosfera fetida, mentre con Brain Damage aveva fuso la metafora sulla tossicodipendenza con un gusto spiccato per il grottesco. Frankenhooker, invece, abbandona ogni velleità per abbracciare totalmente il lato più camp del suo cinema, finendo per essere una semplice commedia splatter demenziale.
Un progetto che nasce dall'incontro tra Henenlotter e James Glickenhous, ossia lo specialista in sleazesploitation regista del cult del filone revenge movie Executioner e produttore del Maniac Cop di William Lustig.
Il progetto iniziale di Henenlotter è però quello di ottenere i fondi per il purtroppo mai concretizzatosi Insect City, cosa che per l'appunto non avverrà mai; in compenso Glickenhous è interessato a creare un seguito di Basket Case, il quale entra in produzione sempre nel 1990, assieme proprio a Frankenhooker; l'idea per la stralunata commedia pare che girasse per la testa a Henenlotter già da qualche anno, ma la sviluppa per davvero, a quanto pare, solo durante il pitch meeting con Glickenhous, tanto che ottenuto il via libera ha dovuto scrivere in fretta e furia una bozza di sceneggiatura.
Questo forse spiega la struttura sbilenca del film, con la maggior parte del minutaggio spesa dietro al giovane protagonista Jeffrey Franken, nomen omen in quanto "neuroelettricista", che piange la morte della bella fidanzata Elizabeth; il piano per riportarla in vita rianimando la testa con un fulmine e ottenendo un corpo usando parti di prostitute morte copre praticamente tutto il film, con la vera carne della storia, ossia le gag con protagonista la "frankenbattona" del titolo, che finisce per occuparne solo una timida porzione.
Volendo aguzzare lo sguardo, in Frankenhooker si potrebbe anche scorgere il gusto per la sleazesploitation presente nei precedenti film, con alcune delle scene ambientate a Times Square girate in stile guerriglia che finiscono per portare su schermo le vere prostituite newyorkesi di fine anni '80. E volendo aguzzare davvero molto lo sguardo, si potrebbe vedere in tutto il film una critica all'industria del sesso e persino all'ossessione maschile di possedere il corpo della donna, di farlo suo smontandolo e ricostruendolo a piacimento, con tanto di beffarda giustizia karmica stile Tales from the Crypt nel finale. Ma sarebbe davvero una lettura generosa: Frankenhooker essenzialmente è e vuole essere una commedia demenziale. Il suo valore alla fin fine è tutto qui.
Come commedia horror demenziale tutto sommato funziona anche, visto che inanella almeno un paio di scene simpatiche. La prima, che oggi sarebbe impossible anche solo da pensare, è quella nella quale il gruppo di prostitute strafatte di "supercrack" inizia ad esplodere di punto in bianco, sorta di omaggio di Henenlotter al collega Jim Muro e ai suoi barboni che si squagliano di Street Trash. La seconda è ovviamente la lunga sequenza di "passeggio" che vede protagonista la rinata Elizabeth, la quale lascia dietro di sé una scia di morti arrapati.
Frankehooker non è niente più di questo, ossia una commedia horror che risulta bizzarra persino per gli standard dell'epoca, con un tono sempre sopra le righe e sempre virato verso l'assurdo spinto e il volgare, quasi come se fosse un prodotto della mitica Troma.
La sensazione di trovarsi davanti ad un film di Lloyd Kaufman prodotto con qualche milione anziché con qualche centinaia di dollari è purtroppo acuita anche dagli effetti speciali, talvolta palesemente finti. Qualche tocco di classe c'è sicuramente nel ricreare gli arti smembrati nel finale, ma quella testa mozzata ottenuta con un semplice manichino fa davvero cadere la sospensione dell'incredulità, aumentando di converso il tasso di bizzarria della visione.
Il valore effettivo di Frankenhooker, bisogna sempre sottolinearlo, risiede proprio nel tono eccessivo usato in ogni suo singolo aspetto. Non per niente, esce nei cinema nel 1990, ossia alla fine del decennio in cui la commedia splatter di impianto orrorifico ha trovato vera fortuna. Il lavoro di Henenlotter racchiude in sé tutti i topoi del filone: c'è il gusto per la citazione colta, ossia l'immortale Frankenstein di James Whale; c'è la carica splatter priva di freni; c'è la tematica dell'erotismo spinto; ci sono scene di nudo e di efferatezze in abbondanza, il tutto elevato all'ennesima potenza.
Un perfetto compendio del genere? Assolutamente si. Certo, non siamo dinanzi ad un lavoro di fino come La Casa 2 e L'Armata delle Tenebre, ma chi è in cerca di sano e semplice divertimento di certo lo troverà qui. Chi invece vuole qualcosa di più, può sempre guardare Povere Creature!, che, pur tratto dal romanzo omonimo, sembra quasi un remake artsy di questo exploit privo di pretese.
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