con: Bruce Campbell, Embeth Davidtz, Marcus Gilbert, Ian Abercrombie, Richard Grove, Bridget Fonda.
Fantastico
Usa (1992)
Agli inizi degli anni '90, il nome di Sam Raimi è famoso sia ad Hollywood sia presso i moviegoers di tutto il mondo; è sinonimo di affidabilità, oltre che di stile: quei suoi piccoli film, girati a suon di intravision e stop-motion, costano poco e vendono benissimo. E riunitosi con Dino De Laurentiis, nel 1992, Raimi riesce a coronare quello che forse era il sogno di una vita, ossia un film d'avventura medioevale come continuazione dei suoi horror sul Necronomicon. Nasce così "L'Armata delle Tenebre", ad oggi la sua opera magna.
Una pellicola che può tranquillamente essere definita "lucasiana": così come Lucas è riuscito a rielaborare i vecchi serial di avventura e fantascienza nelle sue creature più famose, anche Raimi si rifà al cinema del passato per creare uno spettacolo moderno. Il punto di riferimento è dato dai film d'avventura degli anni '50 e '60, i cosiddetti "Sandaloni" della Hollywood sul Tevere, così come i vari "Robin Hood" e "Captain Blood"; in particolare, è alle opere del mitico Ray Harryhausen che Raimi pone omaggio, con gli scheletri de "Gli Argonauti" e "Scontro di Titani" che riprendono vita nell'armata del titolo.
Il cinema cappa e spada d'antan viene mischiato con lo splatter, anche se la quantità di sangue versata stavolta è decisamente minore rispetto ai capitoli precedenti.
Ash, dal canto suo, diventa una perfetta via di mezzo tra Errol Flynn e l'americani idiot: ha un quoziente intellettivo basso, fa discorsi da zotico americano standard, ma è sempre pronto all'azione, riuscendo a cavarsela in ogni situazione; anche se tutto il caos, questa volta, è colpa della sua stessa deficenza. Ash diviene, mai come ora, l'anti-eroe per eccellenza, ossia un uomo comune chiamato a porre rimedio ad un problema più grande di lui; diventa così il motore di tutta la vicenda, sia quando combatte, sia quando è semplice protagonista delle selvagge gag, quasi delle torture che subisce per il divertimento del pubblico.
Se nel precedente capitolo l'umorismo era fisico, basato sulle movenze fluide del corpo di Bruce Campbell, ora diviene distruttivo e talmente sopra le righe da finire subito nel grottesco. Stilisticamente, "L'Armata delle Tenebre" vive così di eccessi, di esplosioni di humor incontrollato, così come di sequenze action dove nessuna comparsa viene risparmiata. Raimi non solo cuce insieme registri eterogenei, ma riesce anche ad elevarli all'ennesima potenza in nome di uno spettacolo divertente e divertito.
Spettacolo che rivive su schermo in modo artigianale: al bando i moderni SFX, Raimi predilige l'uso del compositing con modellini, stop-motion e comparse in tuta di lattice. Il tutto riesce a donare un'aura di carisma a questa stramba avventura medioevale. La cui riuscita è totale: tra azione frenetica, umorismo slapstick, battute fulminanti e qualche brivido, Raimi muove il tutto con mano sicura.
L'esito è definitivo: un perfetto meccanismo di divertimento "d'autore", dove il passato rivive in modo glorioso in uno spettacolo ai limiti del postmoderno. Un'avventura scatenata che prova la versatilità di Raimi e di Bruce Campbell, mai più così bravi e ispirati come qui.
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