con: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Albert Brookes, Bryan Cranston, Oscar Isaac, Ron Perlman, Christina Hendricks.
Noir
Usa (2011)
Riacquisita la notorietà internazionale, Refn, nel 2011, sbarca definitivamente ad Hollywood e crea il suo capolavoro :"Drive", ovvero la quint'essenza del noir metropolitano.
Fortemente influenzato da un altro cult di genere, "Driver, l'Imprendibile" (1978) di Walter Hill, Refn riduce a zero la storia, che diviene se non mero pretesto, quanto canovaccio per la messa in scena; i personaggi principali altro non sono che i topoi del noir: il protagonista è un solitario e taciturno, senza nome e senza origini, a cui Ryan Gosling dona un carisma illimitato; la bella di turno non è la dark lady, ma la fanciulla in pericolo che farà riscoprire al protagonista la sua umanità; intorno a loro un cast di comprimari interpretati dai migliori caratteristi di cinema e tv made in Usa: da Bryan Cranston e Christina Hendricks, icone televisive grazie agli splendidi serial di culto "Breaking Bad" e "Mad Men", ad un redivivo Albert Brooks e il promettente Oscar Isaac.
"Drive" altro non è che la perfetta continuazione della trilogia del Pusher: anche il fantomatico Driver, come Frank e Milo, è prigioniero della non-vita della piccola criminalità urbana; taciturno, sembra non avere interessi oltre a quelli dei furti che compie; si relaziona coni suoi clienti come un automa, privo di sentimenti e ragione; come in una favola, sarà l'amore per la bella Irene a risvegliare i sentimenti sopiti.
In una storia lineare, ma non prevedibile, il protagonista redime sè stesso e rinasce, letteralmente, come essere umano, "real human being" come sottolineato dalle splendide note della colonna sonora; tutti i luoghi comuni del noir classico sono presenti: la rapina iniziale, quella andate male, i guai con la mafia e il doppio gioco; la grandezza del film di Refn è tutta nello stile: elegante, ma mai barocco o patinato, onirico, ma mai autocompiaciuto, "Drive" è la definizione stessa di eleganza al servizio della storia, che acquista così fascino ed originalità.
Lavorando al solito su fotografia e musica, l'autore crea una favola moderna, il sogno di un essere allo sbando, stretto tra due colori principali: ciano e ocra, ossia gli estremi stessi della visione; visione che diviene emblema stesso della pellicola, che è prima di tutto esperienza sensistiva, cognitiva, in un iperrealismo totale ed estremamente affascinante.
Semplice nei contenuti, immenso nella messa in scena, "Drive" è il capolavoro di Nicolas Winding Refn, giustamente premiato per la migliore regia a Cannes e divenuto in brevissimo tempo il primo vero cult degli anni '10.
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