domenica 30 agosto 2020

Tenet

 
di Christopher Nolan.                                                                                                                                                      con: John David Washington, Robert Pattinson, Elizabeth Debicki, Aaron Taylor-Johnson, Michael Caine, Kenneth Branagh, Clémence Poséy.                                                                                                                                    Thriller/Azione                                                                                                                                                                Inghilterra, Usa 2020

Come sempre, ad ogni suo nuovo film, Nolan riesce a spaccare in due critica e pubblico tra ammiratori e detrattori. Era successo con "Dunkirk" qualche anno fa, succede oggi con "Tenet", accusato di essere "arido", come se un distacco tra narrazione e narrato fosse davvero un difetto.
Bisogna però ammetterlo: questa sua ultima fatica, per quanto affascinante, manca del mordente che il suo miglior cinema ha. Forse è colpa della rottura del sodalizio con il fratello Jonathan, i cui script sono davvero la colonna portante delle sue opere migliori; o forse è colpa di un meccanismo, narrativo e filmico, solo apparentemente complesso, la cui progressione può in realtà essere facilmente intuita.




In buona sostanza, "Tenet" è ciò che sarebbe successo se Philip K.Dick avesse deciso di scrivere un film della saga di 007. Torna il tema della Guerra Fredda, questa volta contro un nemico invisibile, così come la caratterizzazione di un protagonista tutto d'un pezzo, un agente CIA pronto a tutto pur di portare a termine la missione e con tanto di Bond girl al seguito.
Il personaggio di John David Washington è però per prima cosa vero e proprio vezzo narrativo, uno strumento che permette allo spettatore di interfacciarsi con un mondo dove le regole del tempo vengono invertite, un feticcio la cui mente e il cui sguardo sono per prima cosa quelli di un uomo chiamato ad assistere all'impossibile al pari del pubblico. Da qui la piattezza di caratterizzazione, totalmente voluta, che si affianca a quella degli altri tre protagonisti, i quali, benché dotati di qualche sfaccettatura, sono totalmente subordinati alla narrazione, mancando di tratti caratteriali esaltanti. In particolare, è il supercattivo con il volto di un divertito Kenneth Branagh a risultare sin troppo piatto per essere credibile.




Ma a Nolan non interessa più tanto l'originalità della trama, quanto quella visiva e, sopratutto, tematica. Nel suo script, è come se le opere di Dick e Kurt Vonnegut si fondessero per creare un mondo nuovo, dove l'inversione temporale è il perno su cui far ruotare tutta la storia. Da qui una sceneggiatura dove le linee temporali si sovrappongono sino a confondersi, senza mai divenire davvero confuse. Tutto, bene o male, alla fine torna e i viaggi del Protagonista e dei suoi compagni stupiscono per la meticolosità della costruzione, anche, ed è bene continuare a sottolinearlo, se afflitti da una basilare prevedibilità.



A Nolan, in fondo, interessa questo, giocare con il tempo, tematica che unifica tutti i suoi film. "Tenet" finisce così per essere un punto d'arrivo nella sua carriera, dove narrazione e narrato divengono un tutt'uno, come in "Memento", ma più che in passato. E il gioco, bene o male, funziona: se si sta alle regole, ci si ritrova in un mondo bene o male originale, dove l'adrenalina scorre a fiumi, non c'è un attimo di tregua e l'azione, come da tradizione, è costruita in modo certosino. E sebbene l'ambizione non manchi, è palese come l'autore britannico, a questo giro, abbia semplicemente voluto confezionare un piccolo gioiello action senza preoccuparsi di dover trasmettere altro oltre la pura sensazione. E da questo punto di vista, il lavoro è perfettamente riuscito, anche se mai davvero memorabile.