con: George Clooney, Arnold Schwarzenegger, Uma Thurman, Chris O'Donnell, Alicia Silverstone, Michael Gough, Pat Hingle, Jeep Swenson, John Glover, Elle Macpherson, Vivica A.Fox.
Fantastico
Usa, Inghilterra (1997)
Usa, Inghilterra (1997)
E' comprensibile amare un film come "Batman Forever", una pellicola infantile, ma anche folle, nevrastenica e kitsch, perfetta figlia del periodo in cui è stata concepita, pop nell'anima, pacchiana nell'estetica, tronfia in tutto, anche se irrimediabilmente vuota nei contenuti. Ma, soprattutto per un pubblico giovane, è facile credere a quel Batman finto-tormentato o identificarsi in un Robin falso-arrabbiato.
Viceversa, anche un infante arriverebbe a trovare frustrante un film come "Batman & Robin", che eleva lo spirito pop del predecessore a puro camp sconfinando subito nel ridicolo involontario, presentando personaggi praticamente privi di ogni possibile tratto caratteristico, una storia che è puro pretesto per farli muovere ed un tono generale talmente scherzoso da divenire irritante.
La storia produttiva, in proposito, è alquanto semplice: "Forever" esce nell'estate del 1995, incassa la bellezza di 336 milioni di dollari, circa 70 in più rispetto al dark "Returns"; l'esperimento della Warner è riuscito: il Batman "per famiglie" ha colpito nel segno e superato le aspettative. Il sequel entra subito in cantiere, con Schumacher di nuovo alla regia e un nuovo imperativo, ossia vendere ancora più merchandise possibile. La data d'sucita, estate 1997, viene fissata sin da subito e il povero regista ha così poco tempo per organizzare la pre-produzione. La sceneggiatura, affidata a quel Akiva Goldsman che era già autore di quella di "Forever" e che, di lì a poco, tra "Lost in Space", l'adattamento di "Io, Robot" e "Il Codice Da Vinci" diverrà famoso come uno dei peggiori sceneggiatori di Hollywood (riuscendo comunque a fare incetta di Oscar), è così fallace e zoppicante... a voler essere buoni.
Basta guardare a come viene introdotto il villain, Mr. Freeze: da uno schermo sulla nuova batmobile appare il faccione di Jim Gordon che avvisa Batman di come, letteralmente, in città ci sia un nuovo cattivo e che si fa chiamare Mr.Freeze. Stop, nulla più. Un accenno di backstory viene dato da un fugace flashback in videoripresa, per il resto quello di Schumacher è un Uomo del Ghiaccio che nulla ha a che fare con quello visto nella splendida "Batman: The Animated Series": se lì veniva riconcepito come una figura tragica ed empatica, qui è un gigante armato di fucile congelante che spara one-line a caso, tutte a tema "ghiaccio", motivato dalla volontà di salvare la moglie come puro pretesto per la distruzione. Arnold Schwarzenegger incassò la bellezza di 25 milioni di dollari di cachet per il ruolo e rifiutò persino di tosarsi la chioma, ma almeno concede una performance divertita, prova di come sappia perfettamente di stare recitando in una farsa.
Altrettanto non si può dire del resto del cast.
Val Kilmer venne letteralmente cacciato via da Schumacher all'indomani della promozione del terzo film. La star passava in quel periodo il momento peggiore della sua carriera, ebbro di successo e pronto a dare il peggio di sé, avrebbe presto fatto deragliare la produzione de "L'Isola Perduta" di Richard Stanley e per questo, in paio con la sua pessima interpretazione, è bastato a convincere regista e produttori a rimpiazzarlo.
Al suo posto, ecco apparire George Clooney, all'epoca star televisiva in cerca di visibilità sul grande schermo; il quale, già qualche anno dopo l'uscita del film, ne prenderà le distanze, affermando di come si sia trattato di un passo falso. Il che è anche comprensibile. Del tutto incomprensibile è invece il suo approccio al personaggio: è vero che il film è una barzelletta, ma a differenza di Schwarzy, Clooney la prende male e non ci mette un minimo di impegno, risultando sicuramente più calzante rispetto a Kilmer, ma davvero troppo tra le righe per una pellicola del genere.
Torna (con vendetta) Robin e se nel film precedente riusciva a non essere fastidioso, qui fa di tutto per esserlo. Il suo personaggio è quello del bamboccio petulante che vuole uscire dall'ombra del mentore e non fa altro che blaterare per tutto il film, facendo a gara a chi c'è la più grosso con Batman. Il che culmina nella mitologica scena dell'asta, con la bat-carta di credito, il che è tutto dire.
A detta di Schumacher, poi, il personaggio di Batgirl serviva a dare spazio al gentil sesso in un genere solitamente dominato dal testosterone. Ben venga, dunque, l'inclusione di una supereroina bella e affiatata, ma la Batgirl di Alicia Silverstone è imbarazzante, non ha uno straccio di caratterizzazione che vada oltre quello della "bad girl", diventa una vigilante in costume perché Alfred (qui suo zio) ha deciso così per qualche ragione e i suoi battibecchi sul ruolo delle donne con Poison Ivy farebbero venire l'orticaria ad una veterofemminista. Per di più, la Silverstone, pur sempre bella, è palesemente fuori forma, del tutto inadatta ad un ruolo di azione.
E poi c'è ovviamente la Poison Ivy di Uma Thurman, una femme fatale interpretata da una delle più belle attrici di sempre che non riesce mai ad essere veramente sexy, neanche quando ci prova. Il che è anche doppiamente ridicolo se si pensa a come Schumacher aveva conciato la Kidman nel film precedente e come proprio lui avesse diretto un celebre photoshoot della Thrurman nei primi anni '90. Quanto a caratterizzazione... beh, lei vuole distruggere il mondo perché le piante sono meglio degli esseri umani. Punto. Ah, c'è anche Bane, qui ridotto a scagnozzo forzuto e scemo, perché si.
Laddove "Batman Forever" giustapponeva due eroi tormentati a due villain da macchietta, in una ambiguità di toni folle e indigeribile, "Batman & Robin" ha invece le idee chiare e risulta compattissimo nei "contenuti" come nella messa in scena. Il che non è per forza un bene, perché nella sua forsennata ricercata di un tono "child friendly", Schumacher decide di creare un remake ad alto budget del Batman di Adam West, con tutte le conseguenze immaginabili.
Tutti i personaggi sono macchiette pazze che si muovono forsennatamente per 120 minuti, spesso in sequenze action talmente sopra le righe da sembrare uscite da un cartoon di Bugs Bunny, in mezzo a scenografie palesemente finte, veri e propri teatri di posa arredati appositamente per gli stunt, posticci e plasticosi come non mai; direzione voluta, come ammesso dallo stesso regista, che trasforma il tutto in una sorta di trip in acido sfrenato, con un'estetica talmente barocca da prendere a calci negli occhi lo spettatore. Tutto è gonfiato all'iperbole, oltre il camp fino al trash, con dialoghi ridicoli, battute terribili e situazioni imbarazzanti. E come in una sorta di ripensamento dell'ultimo momento, lo script imbastisce anche una storiella sulla malattia di Alfred e sulla ricerca del suo perduto fratello, subito dimenticata forse per non distrarre troppo i bambini dalle luci accecanti e dai colori sgargianti.
Se, rivista oggi, la serie degli anni '60 suscita un sorriso per la sua ingenuità, le va comunque riconosciuto il merito di aver tradotto sul piccolo schermo quello che era il Batman dell'epoca, post Comic Code Authority e prima del rilancio da parte di Dennis O'Neil e Neal Adams. Quello era il Batman della Silver Age, quello era il Batman "attuale". Quello di "Batman & Robin" è invece un tentativo tardivo di aggiornare una vecchia incarnazione ad una sensibilità moderna, resa però più matura da quanto visto sul grande schermo in precedenza. Se, per il paragone, questa risulta così irrimediabilmente sciocca, presa a sé questa visione cartoonesca e infantile è però altrettanto irritante, priva di ogni possibile spunto di interesse che non sia il ridicolo involontario, generato irrimediabilmente dalla voglia di creare un film leggero e divertente, ma che finisce per suscitare ilarità più che ironia. Senza contare, poi, come il Batman "child friendly" visto giusto qualche anno prima nella bellissima serie animata riusciva perfettamente a presentare storie e personaggi "adulti" e profondi in una confezione perfettamente godibile anche dai più piccoli. Tant'è che, alla fin fine, "Batman & Robin" finisce per essere un triplo fallimento.
Il resto è Storia: "Batman & Robin" esce nelle sale americane il 20 Giugno 1997, in totale incassa circa 239 milioni di dollari, quasi 100 in meno del predecessore e viene massacrato dalla critica e sbeffeggiato dai fans. Ad oggi è uno dei film più (giustamente) odiati dell'intera storia del cinema e all'interno del filone dei supereroi al cinema un disastro del genere sarà eguagliato solo dieci anni dopo con "Spider-Man 3".
Subito dopo l'usicta, Joel Schumacher abbandonò presto l'idea di creare un quinto film della serie, la Warner mise in pausa in franchise sino al 2005 e i comic-movie sembravano sull'orlo di scomparire.
Questo fino ad un anno dopo, con l'avvento di "Blade" e dei comic-movie tratti dai fumetti Marvel.
EXTRA:
Non è esatto. Schumacher aveva un programma un sequel chiamato Batman Triunphant dove doveva ritornare Nicholson in un allucinazione di Batman ma per il fallimento di Batman e Robin non se ne fece nulla
RispondiEliminaEsattamente. Ho citato l'accaduto in modo molto più generico, ti ringrazio per la precisazione.
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