con: Vin Diesel, Eiza Gonzalez, Guy Pearce, Toby Kebbell, Lamorne Morris, Tallulah Riley, Sam Heughan, Siddhartah Dhananjay.
Azione/Fantastico
Usa, Cina 2020
Non si può parlare di un personaggio della Valiant Comics senza almeno citare Jim Shooter, ossia colui che la portò ad essere un colosso negli anni '90.
Shooter esordisce nel mondo del fumetto a soli 14 anni, divenendo sceneggiatore per la DC Comics dopo che alcune sue idee, inviate all'editor tramite lettera, lo avevano colpito al punto di assumerlo di punto in bianco. Resterà in casa DC fino alla fine degli anni '70, trascorsi i quali passa alla concorrenza Marvel.
Con una scalata d'eccezione, Shooter diventa editor in chief verso la metà degli anni '80; sotto la sua egida vedono la luce pubblicazioni storiche come "L'Ultima Caccia di Kraven" e, sopratutto, "Secret Wars", il primo mega cross-over tra pubblicazioni, che segnerà per sempre le politiche editoriali di tutte le case di produzione.
Durante il boom speculativo degli anni '90, Shooter viene clamorosamente silurato dalla Marvel: pare che, pur a fronte di ottime capacità manageriali, fosse davvero una persona difficile con cui lavorare e, dinanzi ad un clima burrascoso da lui creato, la Casa delle Idee abbia deciso di dargli il ben servito, alla faccia di quanto di buono avesse fatto.
Shooter decide di lavorare per la Valiant Comics, piccola casa editrice che cercava di avere una fetta di mercato pubblicando fumetti su licenza, tra cui spiccavano quelle della World Wrestling Federation e della Nintendo. Shooter, dal canto suo, fa subito il colpaccio e riesce ad acquistare le licenze di alcuni vecchi personaggi della Harvey Comics, tra cui rientrano X-O Manowar, Turok e Magnus Robot Fighter.
Sotto l'egida di Shooter, la Valiant diventa una delle big del fumetto, spartendosi il mercato alla pari con Marvel, DC e Image. La società subirà poi le conseguenze dell'acquisto della Acclaim Entarteinement: in un primo momento, alcuni personaggi come Turok e Shadowman divengono protagonisti di videogames di buona fattura e buon successo, allargando il mercato della Valiant anche verso quegli utenti che, altrimenti, mai avrebbero acquistato una loro pubblicazione. Shooter verrà poi escluso anche dalla stessa Valiant, nonostante la società debba a lui il successo; continuerà così a lavorare scrivendo anche per la Dark Horse Comics, riprendendo, negli anni '10, persino quei personaggi a cui aveva garantito la popolarità negli anni '90, come Magnus e Turok.
Nel roaster di personaggi Valiant esistono comunque anche creature originali e Bloodshot è uno degli esempi più fulgidi: creato da Kevin Van Hook e Yvel Guichet, è il classico super-duro dal grugno storto come lo stereotipo anni '90 comanda; esordisce nel 1992 e nel 1993 ottiene una sua pubblicazione regolare. Laddove Turok e Magnus erano reinterpretazioni moderne di concetti creati nella Silver Age, Bloodshot è totalmente figlio del suo tempo, con storie votate alla pura azione distruttiva.
Unica caratteristica peculiare sta nel fatto che anche lui, come i personaggi della DC, ha più di un alter ego; dapprima è incarnato dall'italoamericano Angelo Mortalli, soldato sottoposto al progetto "Rising Spirit"; nel suo corpo vengono iniettati dei naniti, nanomacchine che gli garantiscono invulnerabilità tramite la rigenerazione dei tessuti, oltre che forza e velocità sovraumane. Ma ad un costo: la memoria gli viene cancellata dopo ogni ricarica. Dopo una forte crisi, Mortalli decide di fuggire dal progetto e rimettere insieme i pezzi della sua vita partendo dai flashback che gli riaffiorano talvolta alla mente. A seguito dell'acquisizione della Valiant da parte della Acclaim, Bloodshot subisce un reboot e il suo alter ego diviene il soldato yankee Raymond Garrison.
L'adattamento cinematografico di "Bloodshot" segna così l'esordio su grande schermo di un personaggio della Valiant. Esordio purtroppo flagellato dall'emergenza Coronavirus: mentre negli Usa il film è riuscito a fare una fugace apparizione in sala, qui in Europa è stato distribuito direttamente sulla piattaforma streaming di PlayStation Store.
Esordio che segna anche il debutto al lungometraggio del regista Dave Wilson, veterano della regia delle cutscene in svariati videogames, che traspone il personaggio per il tramite di uno script del Jeff Wadlow del bel "Kick-Ass 2". Il risultato è un B-Movie nudo e puro, con poche pretese e tutto sommato divertente.
Nei primi minuti di visione sembra di trovarsi davanti all'ennesimo film di vendetta, con Vin Diesel al posto di RoboCop o anche al posto di Van Damme nella serie di "Universal Soldiers"; dalle due serie di pellicole, "Bloodshot" riprende le basi, ossia la storia di un essere umano ucciso dai "cattivi" che viene riportato in vita dalla tecnologia e si vendica dei suoi assassini. Storia vista e stravista chissà quante volte anche solo al cinema. Alla fine del primo atto, fortunatamente, le carte si mischiano e la visione si fa in parte più originale. Ma storia e personaggi sono puri pretesti per l'azione, come in ogni B-Movie che si rispetti.
L'esordiente regista ha un buon occhio per la coreografia e le sequenze action riescono tutto sommato ad essere originali; su tutte sono ovviamente lo scontro finale con i cyborg e l'assalto nel tunnel a svettare: il primo è quasi un combattimento a gravità zero, con i personaggi che rimbalzano e si picchiano come in un videogame; la seconda, climax del primo atto, trova nell'uso dei colori il suo punto forte. E se la regia è ancora in parte acerba, il lavoro degli stuntmen e degli addetti alla CGI riesce a coprire le falle e a rendere il prodotto finito più che digeribile.
Per il resto, "Bloodshot" non offre chissà quale intrattenimento, con una trama ridotta all'osso e personaggi monodimensionali; ma non ha di certo grandi pretese drammaturgiche e in questo sta la sua riuscita, nel voler dare al pubblico ciò che si aspetta senza mai offenderne l'intelligenza. E se questa è l'alba dell'universo cinematografico Valiant, c'è da dire che nasce sotto una stella decisamente più riuscita di quella del MCU.
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