venerdì 10 settembre 2021

Il Collezionista di Carte

The Card Counter.

di Paul Schrader.

con: Oscar Isaac, Tiffany Haddish, Tye Sheridan, Willem Dafoe, Alexander Barbara, Ekaterina Baker, Bobby C.King.

Usa, Regno Unito, Cina 2021

















Incagliato nei (letterali) casini con la produzione di "Dark", a Paul Schrader serviva davvero un progetto che fosse un punto e a capo, magari un ritorno alle tematiche classiche del suo cinema declinate in tono minore, quasi una prova generale per lavori più impegnativi. "Il Collezionista di Carte" è in effetti tutto questo, un noir sulla carta "classico" con la quale il grande autore torna alle atmosfere oniriche e alle storie di personaggi a pezzi proprie della sua poetica. E con un cast solido e alcune ottime intuizioni visive, Schrader firma una pellicola certamente non memorabile, ma estremamente convincente.


William (Oscar Isaac) è il classico personaggio schraderiano, un uomo la cui vita da esperto di interrogatori dell'esercito lo ha portato al limite. Ritrova una forma di equilibrio in prigione, dove diviene un asso delle carte, ma anche fuori non riesce a scrollarsi di dosso lo stile di vita da recluso. La sua è un'esistenza solitaria, priva di rapporti umani, dove tutto viene meticolosamente misurato e annotato su di un diario. Al di fuori del tavolo verde, castra ogni possibile emozione sul nascere (le lenzuola utilizzate per togliere colore dalle stanze), mentre al gioco elabora minuziosamente ogni singolo movimento per ottenere un vantaggio. E come in tutti i noir che si rispettano, il passato torna a morderlo, nelle forme di Cirk (Tye Sheridan), figlio di un suo ex commilitone morto suicida.


Cirk diventa così il veicolo della tentazione (quella della vendetta), ma anche l'occasione per il riscatto: dare un futuro al ragazzo per ritrovare uno scopo nella vita. Le carte si mischiano e Schrader, anche sceneggiatore, conduce il racconto in modo asciutto, misurando ogni passo dei personaggi, lavorando spesso di sottrazione sino all'asettico, tranne che nei flashback, volutamente roboanti, dove fa un uso del fish-eye a dir poco spettacolare.


Il noir resta così a metà tra tradizione e innovazione, con la forza salvifica dell'amore, come in tutto il cinema schraderiano, come via di fuga dalla non-vita che come veicolo di redenzione ed una conduzione generale che evita i luoghi comuni del genere. Da questo punto di vista, l'autore non fa nulla di davvero nuovo, ma il tutto funziona e coinvolge anche grazie alle prove del cast, con un Oscar Isaac misuratissimo e credibile e una bellissima Tiffany Haddish, rendendo questa piccola prova preziosa e riuscita.

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